Roma, 20 luglio 2013 - ll Pd alza nuovamente il tiro su Angelino Alfano e il governo.
Dopo l'ipotesi di un 'tagliando a settembre', il segretario dei democratici Guglielmo Epifani evoca un esecutivo 'più forte' e con 'un profilo più autorevole' ovvero, si traduce dal Pdl, un 'rimpasto' senza Alfano.
Uno scenario che, al momento, non sembra rientrare in quello che Enrico Letta sta disegnando. Tant'è che, tramite il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, fa sapere che all'orizzonte non è previsto alcun rimpasto.

"In molti - spiega Franceschini - a cominciare dal Segretario del Pd Epifani, hanno giustamente parlato di un'esigenza di rafforzare il governo. Questo lo vogliamo soprattutto noi che ne facciamo parte ma
l'obiettivo si raggiunge lavorando sui punti programmatici che governo e maggioranza insieme si sono dati, a cominciare dalla conversione dei 6 decreti legge già in parlamento e dalle norme in preparazione su Imu, Iva, ammortizzatori sociali e esodati".

Parlando al Tg3, il segretario democratico Epifani ha risposto così quando gli è stato chiesto se il Pd tornerà a spingere per la sostituzione di Angelino Alfano agli Interni: “Questo naturalmente dipende in gran parte da quello che intende fare il presidente del consiglio. Il problema che vedo è che di fronte ad un autunno che sarà pieno di tensioni e problemi, noi abbiamo bisogno della massima autorevolezza di tutta la compagine di governo, compreso il ministero degli Interni”.


Ha aggiunto Epifani: “Se il governo riesce ad arrivare a settembre - nel senso che come tutti sappiamo abbiamo questa sentenza della cassazione il 30 luglio nei confronti di Silvio Berlusconi - si pongono due problemi per il governo: primo, ridefinire il programma alla luce dell’aggravamento della situazione sociale ed economica; secondo, fare un tagliando alla qualità, all’autorevolezza e alla forza politica del governo”.

Non parla di rimpasto il segretario del Pd, ma di ministri da rinnovare: “Non ne faccio un problema di nomi, l’importante è un rafforzamento dell’esecutivo”. La gravità del caso kazako, riconosce, “pone il tema della credibilità del governo”, che “ne esce più debole” e “ammaccato”. Ma “tra poco dovrà affrontare una situazione molto delicata, quasi drammatica. Per questo occorre rafforzarlo”, insiste Epifani.

Invece sfiduciare Alfano - ragiona ancora il leader democratico - voleva dire far cadere il governo” visto che il ministro dell’Interno “è anche segretario del Pdl”. Dunque “non c’era alternativa al voto di ieri” in Senato contro le mozioni di sfiducia di Sel e M5S, nonostante “abbiamo perso la faccia due volte: per la ferita alla sovranità nazionale e per la terribile figuraccia internazionale”. Epifani non sottovaluta i malumori nel Pd ma dice: “Capisco e rispetto il sentimento dei nostri parlamentari, a volte sembriamo una caserma, dove però ci sono soldati sempre in divisa e altri sempre in libera uscita”.

Ma il Pdl si infuria contro i Democratici. "Mettersi a parlare a luglio di un 'tagliando' o di 'rimpasto'
- minaccia Fabrizio Cicchitto - significa sbagliare strada e infilarsi in un vicolo cieco".

"Epifani dice che serve un governo più autorevole e forte - tuona Maurizio Gasparri - Bene, lo dica ai suoi compagni di partito che non perdono occasione per mostrarsi in totale disaccordo e anticipare a mezzo stampa o in Parlamento il congresso del Pd. Ieri Letta è stato chiaro e autorevole. Ha chiesto la fiducia per tutto l'operato dell'esecutivo". Alfano - fa eco Renato Brunetta - "ha incassato l'apprezzamento del Capo dello Stato, del presidente del Consiglio, dell'intero governo".