Roma, 26 luglio 2013 - Congresso entro novembre. Lo ha proposto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, alla direzione nazionale riunitasi oggi a Largo del Nazareno.

'CIAO, LAURA' - La riunione si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo di Laura Prati, sindaco di Cardano al Campo uccisa da un dipendente del Comune. Tutti in piedi e lungo applauso.

STRETTA DI MANO - Alla Direzione assiste - in sesta fila - anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Entrato nella sala riunioni, il premier si è avvicinato al sindaco di Firenze, Matteo Renzi (che stava parlando con Gianni Cuperlo, probabile candidato dei dalemiani alla segreteria). Stretta di mano e pacche sulle spalle. In precedenza si era svolto un 'lungo e cordialissimo colloquio" proprio tra Cuperlo e Renzi - segnala un tweet del senatore Stefano Esposito.

FURIA CIVATI - Tra gli esponenti più attesi alla Direzione nazionale anche Pippo Civati che polemizza con Letta per la battuta sui 'fighetti nel partito'.  "Letta è sicuramente più fighetto di me, sotto ogni profilo - ha detto Civati -. Dopo una settimana di ostruzionismo e notti in bianco, non credo che si possa parlare di fighetti". Civati stigmatizza anche le parole sull'evasione del viceministro Stefano Fassina: "Non sono mai d'accordo con lui e anche stavolta trovo che abbia sbagliato".

SUBITO BATTAGLIA - Esauriti i convenevoli, nel giorno in cui il sondaggio Tecné-Sky evidenzia che il Pdl rimane primo partito del Paese con il 28,3% dei consensi (+ 0,3% rispetto alla precedente rilevazione), un punto e mezzo sopra il partito del premier Letta (26,8% dal precedente 27,5%), la direzione nazionale mostra un partito corroso da una dialettica lacerante, dove gli ex sostenitori di Bersani e i crescenti fans di Renzi non sembrano avere il minimo comune sentire. E tra un tweet e l'altro, l'impressione di uno scontro che si sta radicalizzando - a spese del partito - assume una sua spiccata fondatezza

CONGRESSO - Il segretario Epifani, traghettatore in vista del congresso, propone: sia la direzione del Pd a decidere "se il segretario sarà scelto da una platea congressuale più stretta, oppure no".  Nella visione politica di Epifani "il segretario "si occupa prevalentemente dal partito" mentre la scelta del premier deve avvenire attraverso "primarie aperte e di coalizione". Solo quella del premier, perché - secondo Epifani - è giusto che ci siano platee diferenziate e "conseguenti ai ruoli". Tant'è che l'ex leader della Cgil si sarebbe spinto a parlare di "albi" dei votanti con candidature posticipate rispetto ai "congressi locali".

PROPOSTA FRANCESCHINI -  Dario Franceschini fissa la sua data limite per il congresso al 24 novembre e sulle regole non si differenzia da Epifani: "Segretario scelto nel modo più coinvolgente per gli iscritti, primarie aperte per il candidato premier" è l'indicazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento.  Piero Fassino, presidente dell'Anci, condivide, purché "la platea di iscritti sia sufficientemente ampia e rappresentativa in tutti i territori".

TWEET SU TWEET - Epifani e Franceschini hanno appena finito di parlare e subito cominciano le fibrillazioni dei renziani e di Gianni Cuperlo, che chiedono una platea larga e che le candidature vengano presentate prima e non dopo l'inizio del percorso congressuale. "Congresso: non mi sembra spetti alla Direzione del Pd decidere ma alla Assemblea nazionale", si espone via twitter Angelo Rughetti, deputato renziano. E Roberto Giachetti, altro onorevole renziano, sempre via twitter: "Franceschini troppo spregiudicato. Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri". Andrea Marcucci, altro fan del sindaco di Firenze: "Alla direzione Pd hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima". E ancora: "Congresso il 31 novembre", la butta sul ridere il deputato Ernesto Carbone.

REPLICA MINISTERIALE - "Le cose che ho detto vanno prese per intero: ho proposto una norma statutaria che obblighi a primarie totalmente aperte a tutti, senza vincoli o albi, per scegliere il candidato premier e di conseguenza il segretario eletto dagli aderenti del Pd'', scrive Franceschini. ''In questo modo - spiega - daremo da subito la garanzia a chi vorrà candidarsi a premier che potrà farlo a primarie aperte, senza possibili limiti o trucchi''.  E Beppe Fioroni, che pur giudica irrealistico un congresso autunnale (se prima debbono svolgersi le assemblee locali), si rivolge a Renzi così: "Le primarie per la premiership siano aperte a tutti, ma quelle per l'elezione del segretario non dico debbano essere ristrette solo agli iscritti ma almeno a chi è certo che non odia il Pd".

SALA DIVISA - La tensione in sala resta alta. L'ala movimentista riunisce i suoi estremi (che c'azzeccano insieme Renzi, Cuperlo, Orfini, Scalfarotto e Civati?) e ingaggia una battaglia complessiva. Dice Cuperlo mentre Renzi lo applaude: ''No alla presentazione delle candidature nazionali dopo i congressi regionali'', sì a un congresso che ''sia aperto, inclusivo". ''Noi abbiamo bisogno - afferma Cuperlo - di eleggere il segretario, se si cambiano le regole dobbiamo farlo insieme... se non c'è accordo su ruolo segretario-premier decida il congresso''. Anche Matteo Orfini si smarca: "La proposta sulle regole avanzata da Epifani non va bene. In un momento difficilissimo per il Pd non possiamo chiuderci nelle nostre paure". Ivan Scalfarotto è tranciante: "Il nostro segretario deve essere eletto dal Paese". Civati affida rinnovati timori al suo blog aggiornato in presa diretta: "Si chiude il Congresso. Si chiude il dibattito. Si chiude. E tutto perché non è popolare questo governo, è pieno di fighetti in giro, non c'è motivo di cambiare le cose, che vanno bene così. E tutto per non perdere, e così si perde. E ci si perde".

NIENTE FOTO - Rottura totale con Epifani? Cuperlo invita il segretario a riflettere: "Se sulle regole in direzione non c'è accordo, meglio non votare". E questa è la linea che passa. Senza squassanti prove di ulteriore divisione.

LETTA PRAGMATICO - A ricompattare il gruppo prova - pro domo sua - il premier Letta che pungola il Pd ad essere "esigente verso il governo", anche alzando " l'asticella", sapendo tuttavia che "le larghe intese sono l'unica soluzione che abbiamo per restituire al paese l'assetto bipolare in cui il Pd possa presentare una proposta riformista e vincente per quando il campo sarà tornato agibile". Come dire: nessuno pensi di sostituire M5S al Pdl nel governo del Paese, magari approfittando di qualche voto a tema etico, come quello sull'omofobia. "Siamo un partito e non un gruppo misto, uniti non ci batte nessuno". E poi richiama all'esigenza di un segretario leader: "Serve un segretario - dice - che lavori a preparare un partito che quando ci saranno le nuove elezioni sia pronto a competere e a vincere".

Subito dopo il premier invita all'ottimismo: "Abbiamo di fronte due appuntamenti per aggiornare il programma: la legge di stabilità e il semestre Ue. E' fondamentale essere usciti dalla procedura di infrazione perché così la legge di stabilità potremo scriverla noi".

ATTESA CASSAZIONE -  "Gli effetti della sentenza della Corte su Berlusconi (ndr, il 30 luglio)  non sono prevedibili. Riconvocheremo la direzione", chiude Epifani dopo aver ricordato a tutti che le larghe intese sono dovute all'emergenza e non alla pacificazione (anche perché prima - a questo il segretario non lo dice - bisognerebbe realizzare quella del partito). 

IL CANDIDATO IN PECTORE - Sventato il blitz sull'elezione a ranghi ristretti del nuovo segretario (un altro autogol per i bersaniani), dopo un pomeriggio di studiati silenzi Renzi se ne va senza parlare. Sa che persino i suoi fans più accaniti faticherebbero a digerire un nuovo tormentone sulle regole. E teme che le debolezze congiunte di Pd e Pdl (specie se Berlusconi dovessere essere condannato) possano allungare il reciproco sostegno tra i due opposti poli della politica italiana.

EPIFANI ALLA FESTA DELL'UNITA' - Sono dovuti intervenire i carabinieri per tenere a bada le circa 50 manifestanti no-Tav che hanno interrotto l’intervista di Guglielmo Epifani durante la festa dell’Unità. Qualche spintone tra carabinieri e manifestanti, poi una delle ragazze presenti sotto il palco è stata invitata da Bianca Berlinguer a prendere il microfono per esporre le proprie ragioni. Le manifestanti protestano contro le dichiarazioni rilasciate dal senatore del Pd Stefano Esposito: “Marta è stata molestata dalle forze dell’ordine”, ha gridato una delle manifestanti una volta salita sul palco. Il riferimento è alla donna che ha denunciato di essere stata aggredita e molestata da alcuni agenti di polizia durante un presidio al cantiere della Tav in Val di Susa. “Il vostro partito non dice nulla su quanto è successo”, ha aggiunto poi la manifestante rivolgendosi ad Epifani.

Nel corso dell'intervista il segretario del Pd ha detto: “I giornali stanno interpretando. Nessuno può impedire a nessuno di candidarsi alla guida del partito e domani alla guida del governo. Nessun favoritismo, ma nemmeno ostacoli a chi guida oggi il governo”, ha aggiunto. 

Voteranno gli iscritti e tutti coloro che, scrivendo una carta di sostegno al partito democratico, vogliono votare il segretario del Partito Democratico. Certo non faremo votare chi è in un altro partito. Cerchiamo di concludere tutto entro novembre, congresso e primarie” per la scelta del segretario.