Roma, 1 agosto 2013 - Confermata la condanna d’appello a 4 anni di reclusione e rinvio alla Corte d’Appello di Milano per rideterminare l’interdizione. Lo ha deciso la Corte di Cassazione a conclusione del processo Mediaset.

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IL DISPOSITIVO - La Corte di Cassazione, è detto nel dispositivo della sentenza, "annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alle pena accessoria per l’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della corte d’appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità. Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624 comma 2 codice procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata".

VIDEO La lettura della sentenza

CONFERMATA LA CONDANNA DEI COIMPUTATI - La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d’appello diventa definitiva.

"PENA SUBITO ESEGUIBILE" - Nessun commento alla decisione della Cassazione sul processo Mediaset da parte del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che si è limitato a spiegare che "la pena principale è definitiva ed è eseguibile".

I SOSTENITORI DEL CAVALIERE - Un grido di esultanza. Così i sostenitori di Silvio Berlusconi, in attesa vicino alle transenne a due passi da via del Plebiscito, hanno accolto il verdetto della Cassazione sulla sentenza Mediaset. Le bandiere di Forza Italia hanno cominciato a sventolare non appena il giudice ha pronunciato la parola "annullamento". Probabilmente i sostenitori del Cavaliere hanno inteso che si trattava di un verdetto che riguardava tutta la condanna e non solo le pene accessorie. Infatti man mano che le notizie dalla Cassazione hanno cominciato ad essere più precise e chiare anche le bandiere sono state ammainate e il clima è cambiato.

LA POLITICA - Pioggia di reazioni da destra e da sinistra

INTERVIENE SUBITO NAPOLITANO - "La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge - dice il Presidente della Repubblica -. In questa occasione attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all'attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l'on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l'esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all'amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi".

LETTA - "Esprimo piena adesione alle parole del presidente Napolitano sul pronunciamento della Cassazione, ha detto il premier Letta in una nota. La strada maestra è il rispetto per la magistratura e per le sue sentenze. Per il bene del Paese è necessario ora che, anche nel legittimo dibattito interno alle forze politiche, il clima di serenità e l'approccio istituzionale facciano prevalere in tutti l’interesse dell’Italia rispetto agli interessi di parte".

VIDEOMESSAGGIO DI BERLUSCONI - Il commento di Berlusconi non è tardato ad arrivare(VIDEOMESSAGGIO 1 - E 2). La sentenza mi rende sempre più convinto che "una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile" una "variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica". "Dal '92-'93 c'è stata un'azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica". "Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo" e chiamando a raccolta "i giovani migliori e le energia migliori" e insieme a loro rimetteremo in piedi Forza Italia”, ha proseguito il Cavaliere. "Diremo agli italiani di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile che è quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della libertà".

I LEGALI DEL CAV - La sentenza della Cassazione "non può che lasciare sgomenti. Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione" di Berlusconi. "Valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi Europee per far si che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata", hanno detto i legali del Cav Coppi, Ghedini e Longo.

DAVANTI ALLA CASSAZIONE - Folla di curiosi davanti alla sede della Corte di Cassazione. In tanti, in piazza, a chiedere l’esito della sentenza e domandarsi come e quando sarà applicata la pena al Cavaliere. La situazione è sotto controllo. Una ventina di agenti delle forze dell’ordine presidiano la scalinata principale del Palazzaccio. Tra curiosi, cittadini e attivisti, davanti al Palazzaccio, hanno sfilato anche gli eccentrici. Tra banane, cartelli e presenzialisti televisivi, la piazza è stata anche colorata da chi non cede al fascino delle telecamere. Qualcuno ha mostrato i propri collage di locandine cinematografiche, realizzati per l’evento: tra questi 'Il signore dei tranelli', con l’immagine di Berlusconi e un riferimento alla trilogia di Tolkien. Un sostenitore di Berlusconi si è invece presentato con un casco di banane, che voleva consegnare ai detrattori del Cavaliere. Leonardo, 21 anni, studente di giurisprudenza, è giunto da Torino tre giorni fa per seguire l’iter della Corte: ha raccontato di essere soddisfatto "che sia uscita fuori la verità".

PALAZZO GRAZIOLI - Blindatissimo Palazzo Grazioli. Le vie di accesso alla residenza romana di Silvio Berlusconi sono tutte bloccate da transenne e da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine che impediscono il transito anche ai pedoni in tutta la zona che va da Via del Plebiscito a largo Argentina comprese strade dietro all’abitazione. Davanti all’ingresso di palazzo Grazioli stazionano alcune telecamere e giornalisti. Il Cavaliere ha atteso il verdetto chiuso nelle sue stanze a cui in pochissimi hanno avuto accesso. In queste ultime ore lo hanno raggiunto i due figli maggiori, Marina e Piersilvio, mentre con lui durante la lettura della sentenza ci sarà l’avvocato Franco Coppi. Presente inoltre Gianni Letta. Con Berlusconi ad attendere la sentenza c’era anche il vicepremier e segretario del Pdl, Angelino AlfanoGUARDA LE FOTO