Bologna, 2 agosto 2013 - Il giorno dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale, anche  nel Pd sembra reggere la posizione 'ufficiale' che vuole la continuazione del sostegno al governo delle grandi intese.

APPELLO DI BERSANI - Sulla condanna di Silvio Berlusconi il Pd deve parlare con una voce sola e prendere una posizione univoca. E’ il pensiero dell’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, intervenuto a Milano a un incontro organizzato dal suo partito. Secondo Bersani, oltre che per il Pdl, anche per il Pd “c’è una riflessione da fare”, perché la condanna dell’ex premier “apre una questione tra una governabilità che si fa più difficile e i rischi di una ingovernabilità sempre presenti”. 

"Come ha detto ieri Epifani le sentenze vanno eseguite - continua Bersani - ciascuno per la sua parte, per quello che riguarda la magistratura e per quello che riguarda il Parlamento. Su questo non ci sono dubbi".  Poi l'affondo: dopo la condanna di Silvio Berlusconi “vorrei che si chiedesse al Pdl se intende essere guidato da chi è stato condannato per evasione fiscale”.

Secondo Bersani “il Pdl deve mostrare se è una formazione politica o se è un raggruppamento che vive solo col capo” e anche se è in grado di “prendere le sue responsabilità politiche davanti al Paese a prescindere dai destini del suo leader”. “La condanna di ieri - ha concluso Bersani - avrà grandi conseguenze politiche, difficile da valutare cosi’ a caldo. Certamente tutti devono fare una riflessione”.

EPIFANI -  “Non ho nulla da aggiungere alle dichiarazioni di ieri sera, non è successo nulla nella nottata che cambi il giudizio e anche le valutazioni che ho ritenuto giusto fare ieri”, dice {{WIKILINK}}Guglielmo Epifani{{/WIKILINK}}, segretario nazionale del Pd, tornando sulla condanna a Silvio Berlusconi per il caso Mediaset, lasciando intendere che le considerazioni dell’ex premier sul suo voler restare in campo non cambiano la posizione del Pd sul fatto che la sentenza vada applicata.

“Adesso aspettiamo e vediamo cosa succede nelle prossime ore”, avverte Epifani, questa mattina a Bologna per la commemorazione in ricordo della strage alla stazione del 2 agosto 1980. "Credo che le mie valutazioni siano state comprese - aggiunge il segretario del Pd - Adesso aspettiamo, valutiamo cosa succede nelle prossime ore".

Poi nel pomeriggio a Modena, a chi gli chiedeva come si comporterà il Pd al Senato sul voto per la decadenza di Berlusconi, risponde: "Sarebbe singolare che si votasse in difformità da una sentenza della corte di Cassazione, l’organo supremo che mette la parola fine alle sentenze e ai processi". E ancora: "Bisogna tenere separate le questioni giudiziarie da quelle politiche: noi non possiamo più accettare o pensare che possa accadere quello che è accaduto quando la Corte di Cassazione fissò il giorno dell’udienza, attacchi alle istituzioni e all’autonomia della magistratura non sono tollerabili. Il travaglio interno al centrodestra va visto con grande rispetto però c’è un limite oltre il quale non si può andare".

DE MARIA: IMBARAZZO  - “Il Pd lo sta dicendo chiaramente e dovrà continuare a farlo. Le sentenze vanno applicate per tutti i cittadini. Anche per Silvio Berlusconi. Dovremo respingere qualunque forzatura del Pdl in un’altra direzione, senza temere la minaccia di elezioni anticipate. Il Pd dovrà quindi votare per la decadenza di Berlusconi da senatore”, afferma il deputato bolognese del Pd Andrea De Maria, aggiungendo: “Se è vero che ogni forza politica deve scegliere le sue leadership è però sempre più imbarazzante per l’Italia il fatto che il principale partito del centrodestra sia guidato da chi è coinvolto in tante vicende giudiziarie. Una situazione indubbiamente aggravata dalla sentenza definitiva di ieri”.

Per De Maria, “in qualunque altro paese a democrazia matura da tempo Berlusconi non sarebbe più alla guida del suo partito. La gravità della crisi del Paese ha portato il Pd a difficili scelte di responsabilità, rese oggettivamente ancora piu’ pesanti dalla sentenza di ieri. Il Pdl è chiamato a mettere finalmente l’Italia davanti agli interessi personali del suo attuale leader”.

DELRIO: GOVERNO AVANTI? NON DIPENDE DA NOI -  “Spero di si’, poi vediamo. Non dipende da noi, è il Parlamento che vota la fiducia”, ha detto il ministro per gli Affari regionali, {{WIKILINK}}Graziano Delrio{{/WIKILINK}}, rispondendo a chi gli chiedeva se il governo andrà avanti dopo la conferma della condanna a Silvio Berlusconi da parte della Corte di Cassazione.