Roma, 27 agosto 2013 - Mentre Silvio Berlusconi cerca di mettere a tacere i suoi 'falchi' troppo chiacchieroni, sulla situazione giudiziaria del leader indiscusso del Pdl interviene, un po' a sorpresa, l'ex premier e senatore a vita Mario Monti, che 'apre' sulla grazia pur negando l'opportunità di un salvacondotto.

Intanto Daniela Santanché, in un'intervista rilasciata prima dello stop del Cavaliere alle esternazioni, torna a parlare della possibile fine del governo Letta annunciando che se si va al voto Berlusconi vincerà.

Rispetto invece alle 'aperture' di Violante, il Pd rintuzza il suo esponente: la linea, dice Zoggia, la decide Epifani.

MONTI - A proposito della questione della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva per frode fiscale, Mario Monti in un colloquio con il Foglio dice: “La legge Severino - ha ricordato il leader di Scelta civica - è stata votata a larghissima maggioranza, anche dal Pdl, nove mesi fa e che allora nessuno sollevò obiezioni di costituzionalità; anzi, tutti sembravano desiderosi di mostrarsi rigorosi sui criteri di incandidabilità e decadenza: erano solo ragioni elettoralistiche? Non credo”.

“Certo - ha aggiunto l’ex premier - non sfugge l`eccezionalità del caso Berlusconi, ma il punto è la sua condanna che non può certo essere cancellata dal Senato, neppure nei suoi altri effetti di legge che, lo ripeto, il Parlamento (e in buona misura gli stessi parlamentari che oggi dissentono) votarono nove mesi fa in piena consapevolezza”.

Secondo Monti “i casi eccezionali vanno casomai affrontati con provvedimenti d`eccezione, ad esempio la grazia, che non troverei affatto scandalosa, a differenza di Beppe Grillo, proprio per il ruolo che Berlusconi ha avuto”.

IL PD STOPPA VIOLANTE - “Tutte le opinioni sono assolutamente autorevoli ma siamo una forza politica e quindi è evidente che le parole pronunciate dal nostro segretario sono parole a cui dobbiamo non solo attenerci ma riconoscerle come proprie”, dice Davide Zoggia, commentando l’apertura di Luciano Violante su un possibile ricorso di Silvio Berlusconi alla Consulta.

“Per il Pd - ha sottolineato Zoggia - è naturale comportarsi così, è nel nostro Dna, senza spocchia e senza accanimenti terapeutici. Si potrebbe trattare di Berlusconi o di qualunque altro cittadino, non è il soggetto il problema ma il fatto di essere arrivati al terzo grado di giudizio. La legge - ha ricordato l’esponente del Pd - va rispettata. Mi auguro che questo non determini la caduta del governo e che alla fine il dibattito interno al Pdl faccia prevaler gli interessi del Paese”.

“Vedremo se la Giunta deciderà di fare un supplemento di istruttoria, però - ha concluso Zoggia - mi pare che la posizione politica del Pd sulla questione sia molto chiara: la Costituzione va rispettata e nessun cittadino ne è al di sopra”.

SANTANCHE': VINCEREMO -  “Vogliono fare fuori Berlusconi dalla politica e noi siamo tutti uniti per evitarlo. Non possiamo fare venir meno la democrazia. Per una sentenza solo politica”, dice Daniela Santanchè in un`intervista a ‘Chi’ rilasciata prima che Berlusconi decidesse di ‘silenziare’ gli scontri nel Pdl.
“La verità - aggiunge - è che noi abbiamo le idee molto chiare: il tempo è finito. Abbiamo dato anche troppo spazio ai carnefici di Berlusconi. Ora basta. Noi siamo uniti. Se il governo cadrà, andremo alle elezioni. Berlusconi farà campagna elettorale e vincerà sicuramente. I problemi, semmai, ce li ha il Pd. Dove ognuno parla per se stesso e non c`è una linea univoca, né un leader vero. Ci sono Letta, Renzi, Cuperlo, Epifani... E poi?”.