Roma, 27 agosto 2013 - In tempi di guerra nei Paesi vicini - e quindi di sbarchi di migranti disperati sulle nostre coste - il fatto che il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, caldeggi una legge europea sul tema dei migranti piace molto a Livia Turco, ex ministro del Pd e firmataria della legge sull'immigrazione antecedente alla Bossi-Fini.

Intanto il leghista Zaia esorta il ministro Kyenge a fare proposte concrete, dopo il tour in Italia, e proprio il ministro spiega infatti la sua posizione sullo ius soli temperato.

SCHULZ  - E' “doverosa” una legge europea sul tema dei migranti, dice Martin Schulz, a Famiglia Cristiana  sottolineando come in Europa ci sia “un vuoto legislativo”, manchi “una legge che regoli veramente l’immigrazione”. “Se abbiamo creato il libero movimento delle persone in Europa, i confini dell’Italia verso il Sud sono anche dei confini tedeschi. E la stessa cosa vale per i confini della Polonia verso Est. In altre parole - spiega Schulz - il problema dei confini è automaticamente un problema di tutti i Paesi ed è per quello che non si puo’ dire all’Italia, alla Grecia e alla Spagna che devono risolvere il problema da sole”.

“Abbiamo bisogno di distribuire l’onere tra i diversi Paesi. Avere 20mila profughi sull’isola di Lampedusa è una catastrofe, ma avere 20mila profughi sparsi su 739 milioni di europei non è un problema”.

Quanto alla regolazione dei flussi,“Certamente come Stati europei non saremmo in grado di accettare tutti quelli che vogliono venire senza applicare alcun criterio”, spiega Schulz, “per questo abbiamo bisogno del diritto di migrazione con norme chiare per consentire una immigrazione regolare. Che è poi il modo migliore di combattere quella irregolare".

LIVIA TURCO - “La proposta avanzata da Martin Schulz, Presidente dell’Europarlamento, riguardo una legge europea sull’immigrazione è di grande rilievo, sarebbe un innovazione, e affronterebbe un problema non piu’ rinviabile che è quello di norme comuni europee in tema di immigrazione”, dichiara Livia Turco, presidente del Forum Politiche sociali e Immigrazione del Pd.

“E' importante che il gruppo dei democratici e dei socialisti europei - aggiunge - attivi subito un tavolo di lavoro a livello europeo e che ne faccia di un punto fondamentale del suo programma in vista delle prossime elezioni europee. Nel frattempo, chiediamo a Martin Schulz di sostenere le ragioni dell’Italia che è il paese piu’ esposto e oggi e non domani ha bisogno di interventi da parte dell’Europa per l’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo".

ZAIA, APPALLO A KUENGE -  Il ministro Kyenge “ha fatto un tour in Italia per incontrare gli immigrati, ha parlato di tutto, a cominciare dallo ius soli fino all’eliminazione della Bossi-Fini, sarebbe ora si mettesse ad un tavolo e scrivesse una proposta per l’immigrazione”, incalza il presidente del Veneto Luca Zaia, che commenta cosi’ la serie di incontri avuti dal ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge con istituzioni e immigrati.

 Per Zaia “dopo il road show e le tante idee è tempo di vedere qualcosa di scritto”. “Troppi ‘pirla’ - ha proseguito - hanno parlato e dato fiato a insulti e sciocchezze che io respingo chiedendo rispetto. Certo è che quando io ho detto che l’immigrazione è un problema della Ue, il ministro mi ha dato subito ragione”, ha concluso.

 IUS SOLI ‘TEMPERATO’  - “In Europa da nessuna parte esiste lo ius soli puro, ovunque si va verso lo ius soli ‘temperato’. Lo ius soli ‘temperato’ è quello che si ottiene dopo alcuni anni di residenza dei genitori ed esiste già in molti Paesi europei, come in Germania e in Olanda. L’Italia è uno dei pochi Paesi dove non esiste questa possibilità: ecco perché le proposte di legge in Parlamento parlano di un progetto immigratorio dei genitori e prevedono una loro integrazione”, dice il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge in un’intervista a Paolo Mieli per la trasmissione Rai Eco della Storia, pubblicata in anteprima sul settimanale Oggi, da mercoledì 28 agosto in edicola.

“Attualmente - osserva - la legge prevede che i ragazzi nati in Italia da genitori di altri Paesi al raggiungimento del 18° anno d’eta’ possano chiedere la cittadinanza. Ma è evidente che se questo processo partisse prima li agevolerebbe nell’integrazione”.