Roma, 30 agosto 2013 - Sono nomine che non sembrano affatto piacere al centrodestra quelle decise stamane da Giorgio Napolitano che ha fatto diventare ‘senatori a vita’ Claudio Abbado, Renzo Piano, Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo in quel Palazzo Madama dove, è bene ricordarlo, il 9 settembre si riunirà la giunta che dovrà decidere proprio sull’eventuale decadenza del senatore Silvio Berlusconi in virtù della legge Severino. E poco dopo l’annuncio del Quirinale, molti esponenti del centrodestra (Pdl, Lega, Fratelli d’Italia) hanno dato il via a una raffica di dichiarazioni tutte fortemente critiche verso la decisione della Presidente della Repubblica.

"Complimenti e congratulazioni ai quattro nominati, ma sono molto rammaricata e profondamente dispiaciuta per l’unico che doveva essere nominato senatore a vita e non lo è stato, ovvero Silvio Berlusconi", commentato Daniela Santanchè. "Sarebbe stato il migliore e la persona con più titoli e più meriti", ha aggiunto riferendosi al Cavaliere. "Senza nulla togliere ai quattro nuovi senatori a vita, credo però non siano paragonabili a Berlusconi", ha concluso.

Duro anche il commento di Salvini: "Con tutto il rispetto per le persone scelte, la nomina di 4 nuovi senatori a vita è una presa per il culo per gli italiani che fanno sacrifici. Dobbiamo tagliare, faticare e risparmiare, e Napolitano ha la bella idea di inventarsi altri 4 stipendi a vita...Che li paghi lui, questi nuovi senatori! Sarebbe ora di abolire la carica di senatore a vita! Siete d’accordo?".

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio", è la stoccata che arriva dal deputato Pdl Maurizio Bianconi. "Restiamo in fervida attesa di un voto determinante nel quale i cinque senatori a vita, creati da re Giorgio, saranno determinanti per la sconfitta del centrodestra e di Berlusconi. Proprio di ben in meglio".

"Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato ma qualche volta si indovina. Non vorrei mai che queste nomine possano assumere l’importanza che i senatori a vita ebbero nel sostegno del governo Prodi. Facendo due calcoli vedo nel nostro futuro con questa scelta un Letta Bis con una rinnovata maggioranza", ha commentato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, a giudizio del quale "chi decide le sorti del paese votando le leggi deve essere eletto non nominato". L’esponente della Lega ritiene poi la scelta di Napolitano “fuori luogo oltre che anacronistica visto che tutti auspicano un senato federale, delle regioni con un numero ridotto di senatori espressi col voto dai territori. L’articolo 59 al secondo comma deve essere abolito così come avevamo già previsto nella riforma costituzionale del 2005”.

Polemiche anche dal Movimento 5 Stelle. "Faccio un invito ai neo senatori a vita: decurtatevi lo stipendio e versate le eccedenze sul conto statale per il fondo di finanziamento alle imprese su cui versano le loro eccedenze anche i portavoce al Senato del M5S. Sarebbe un buon inizio". Così il senatore M5S Alberto Airola attacca su Facebook la nomina di 4 senatori a vita fatta oggi dal Colle. "Se ne sentiva proprio il bisogno di questi 4 nuovi senatori a vita... grazie Presidente Napolitano. Renzo Piano, Cattaneo, Abbado, Rubbia saranno stipendiati a vita senza essere stati eletti da nessuno. E vediamo anche come e se voteranno: avranno un atteggiamento critico o saranno i lacchè delle larghe intese?", aggiunge, in un altro post sul profilo Facebook, Airola.

Uno scenario politico-istituzionale che ha indotto l’edizione italiana dell’Huffington Post a pubblicare una ricostruzione degli episodi che, in passato, avevano contrapposto tre dei neosenatori al Cavaliere.

"Il più duro - si legge nell'articolo - è stato Piano che, due anni fa, aveva indirizzato nei confronti del premier parole di fuoco tramite il settimanale britannico Time magazine: "Berlusconi è un esempio terribile per il nostro Paese. L'Italia non è una nazione egoista, ma lui ha dato ossigeno alle parti peggiori della società. Non c'entra la destra o la sinistra, è una questione morale. Qualcosa che va oltre le sue donne". Sempre secondo l'Huffington Post, "è nota la polemica che ha contrapposto, nel 2005, Carlo Rubbia al governo del Cavaliere. Lo scienziato era presidente dell'Enea, e, dalle colonne di 'Repubblica', osò sollevare il problema della lottizzazione dell'ente da parte dei partiti, che non gli permettevano di lavorare in autonomia. Per tutta risposta il centrodestra commissariò l'agenzia, e il ministro Claudio Scajola non lo riconfermò nell'incarico".

Infine, una querelle che aveva visto protagonista questa volta Claudio Abbado. "Nel 2003 - racconta il sito italiano di informazione online affiliato al 'capostipite' statunitense - arrivato a Tokyo per ricevere un premio dalla Japan Art Association, il maestro si chiese: "È compatibile che nella parte più antica e nel cuore culturale del continente europeo ci sia un uomo che controlla l'80 per cento dei mezzi di informazione e che per di più quest'uomo sia il primo ministro?". Poi aggiunse: "Sono preoccupato nel mio paese e nel mondo intero non si fa abbastanza per la cultura. Arrivano al potere persone ignoranti, che ci raccontano cose alle quali finiamo per credere, come quella della guerra umanitaria. Ma ci sono cose giuste e cose sbagliate che non sono né di destra né di sinistra che però vanno dette perché sono importanti'".

Invece, il quarto senatore a vita nominato oggi da Napolitano, Elena Cattaneo, spiega l'Huffington Post, "non ha polemizzato apertamente con il Cavaliere, ma lo scorso marzo riservò alcune critiche al ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Pdl) per la gestione del caso Stamina: 'Il ministro giustifica il tutto chiamando in causa l'etica. Si tratta di un'idea arcaica dell'etica medica, quella in vigore quando i medici trattavano paternalisticamente e mentivano ai pazienti'. A parere della ricercatrice l'operato del ministro ' tradisce la pratica scientifica e medica che impone la verifica dell'efficacia e della sicurezza di un preparato. Stravolge le implicazioni mediche dell'uso compassionevole. Rinnega le disposizioni - contrarie al trattamento - emesse dalle stesse agenzie ministeriali deputate al controllo. Contravviene alle regole degli enti regolatori europei'".