Genova, 30 agosto 2013 - Quando Napolitano scioglierà le Camere "farò campagna elettorale per un governo di centrosinistra". Lo ha detto il premier Enrico Letta alla festa del Pd di Genova. Poi ha parlato del suo"rivale/amico" nel Pd: “A proposito di Renzi, lo dico secco perché non ci siano dubbi: chi pensa di spaccare il Pd tra un pisano e un fiorentino secondo me sbaglia. Perché io ho intenzione di svolgere il mio compito con l’obiettivo fondamentale di fare il Pd più unito, più grande e di vincere le prossime elezioni senza bisogno di nuove larghe intese”. ‘’Non voglio entrare nelle vicende del congresso ma dico solo che serve un segretario che come primo compito si impegni a fare il segretario, è già un compito impegnativo’’.

PORCELLUM - Letta si è quindi soffermato sul voto e sulla legge elettorale: "Noi dobbiamo ricreare l’agibilità del campo da gioco con la riforma della legge elettorale. Il porcellum è il diavolo tentatore ma noi non dobbiamo farci tentare. Noi siamo in questo casino perché abbiamo questa legge elettorale e due Camere con gli stessi poteri’’. “Se oggi si rivotasse con il Porcellum, nessuna tra le tre forze politiche avrebbe la maggioranza. Saremmo costretti di nuovo alle larghe intese. Siamo in questo casino perche’ abbiamo il Porcellum e due Parlamenti”. “Ma come si fa a dire che la Costituzione non si deve cambiare? - ha proseguito il presidente del Consiglio - noi dobbiamo avere un’unica Camera che dà la fiducia e un Senato composto esclusivamente da rappresentanti di comuni e regioni”.

KYENGE - “Ci ho pensato a lungo e in solitudine. E’ una delle scelte che ho fatto a cui tenevo di piu’ e l’ho fatta in solitudine. E’ una scelta nostra che sta cambiando il Paese in profondita’: e’ la scelta di avere Cecile Kyenge ministro dell’integrazione”. E’ il tributo che Enrico Letta rende al ministro Kyenge. La sua e’ anche una rivendicazione a favore delle politiche democratiche. “Troppe volte abbiamo detto ‘italiani brava gente’, e quanti disastri questa storia ha fatto. In Italia- spiega Letta- esiste un razzismo di ritorno, fatto di atteggiamenti insopportabili, e in questi 4 mesi gli abbiamo dato il colpo di grazia. E di questo sono orgoglioso”.

RENZI A FORLI' - Matteo Renzi intanto è intervenuto alla festa del Pd di Forlì: “Il Pd non si eredita ma si conquista”. Renzi ha incitato i ‘suoi’ a lottare perché “insieme possiamo farcela”. “La cultura non si eredita, ma si conquista - ha detto Renzi citando un pensatore francese -. Anche la speranza si conquista e anche il Pd non si eredita ma si conquista. Insieme possiamo farcela”. In questo momento, secondo il sindaco di Firenze “non c’è più la rassicurante presenza dall’altra parte di Berlusconi che ci fa stare insieme, adesso stiamo insieme non perché dall’altra parte c’è un nemico, ma perché abbiamo idee. Se avessimo avuto le idee chiare - ha aggiunto - avremmo vinto le scorse elezioni, non ci saremmo fermati a mettere insieme un’alleanza contro gli altri”. Renzi non ha mai detto esplicitamente se si candiderà alle prossime primarie, anche se lo ha lasciato intendere più volte. “Guai a pensare che questa sia la rivincita dell’altra volta - ha spiegato riferendosi al prossimo ‘duello’ delle primarie -. Questa cosa dei ‘renziani’ sta diventando una barzelletta. Non sopporto quelli che pensano di fare una carriera all’ombra di qualcun altro”.

SU BERLUSCONI - “Continuiamo a chiederci, ‘ma poi Berlusconi che cosa fa?’. C'è un modo per archiviare questa domanda, è smettere di parlarne. In qualsiasi Paese civile un leader che viene condananto in via definitiva va a casa senza aspettare che venga interdetto”, ha sottolineato il sindaco di Firenze.

SUL GOVERNO - Renzi poi si è soffermato sul governo di larghe intese: “Non mi interessa la data di scadenza di questo governo, quella interessa a Letta. Io posso aspettare, l’importante è che non aspettino le famiglie”. Matteo Renzi è tornato a chiedere al segretario Pd Epifani il congresso entro il 7 novembre. “Se vogliamo chiamarci Pd, fatemi dire una cosa a Epifani, bisogna accettare l’idea che si rispettano le regole”. “Lo Statuto - ha aggiunto - dice che entro il 7 novembre va fatto il congresso, e’ una questione di principio. Chiediamo agli altri di rispettare le sentenze e noi non rispettiamo le scadenze”. “Se ci chiamiamo Pd dobbiamo fare il congresso o ci chiamiamo partito simpatico. Avevo capito che non ti candidavi tu, non che non ci facevi fare il congresso”, ha aggiunto sempre rivolto a Epifani.

SUL PD - "Rottamiamo le correnti di questo partito’’ se vogliamo ‘’un Pd che non perda alle elezioni’’. “Se ci chiamiamo Pd, dobbiamo fare il congresso. Avevo capito - ha detto ancora riferendosi a Epifani dal palco della Festa del partito a Forli’ - che non ti candidavi tu, non che non ci facevi fare il congresso. Dobbiamo rispettare le regole, sennò non si va da nessuna parte”. Poi rivolto a Bersani: “Lo dico a Bersani che ieri ha detto non ha capito che Pd vuole Matteo Renzi: voglio un Pd che finisce il proprio mandato non con meno tessere, che rispetto a quando era partito non ha meno consenso ma conquista più voti, che non perde le elezioni. Voglio un Pd capace di restituire respiro”. Lo dice Matteo Renzi dal palco della festa del Pd a Forli’. Rispondendo ad una signora che lo aveva chiamato durante il discorso, Renzi ha risposto: “Mi dice che mi hanno gia’ fregato una volta? Signora me ne sono accorto, grazie”.

RENZI A REGGIO EMILIA - La chiusura di Letta a future larghe intese ‘’mi ha convinto? Sì si’...L’importante e’ che lo faccia’’. Cosi’ Matteo Renzi, da Reggio Emilia, ha replicato al premier Enrico Letta, che ha parlato alla festa nazionale del Partito a Genova. Quanto a un ipotetico dualismo con l’attuale premier, come quello dei decenni scorsi tra D’Alema e Veltroni, il sindaco di Firenze ha detto che ‘’hanno gia’ dato abbastanza Massimo e Walter. Il problema e’ chi si fa crescere i baffi. Al di la’ delle battute, non esiste’’. Piuttosto, Renzi ha rinnovato l’invito a cambiare la legge elettorale, che - ha ricordato - doveva essere già fatta ai tempi del governo Monti. ‘’Le scadenze si rispettano - ha detto -. Che la facciano il prima possibile. E - ha concluso - quando l’hanno fatta... ‘’. Matteo Renzi scioglierà la riserva sulla sua candidatura alla segreteria del Pd, ma solo dopo l’assemblea, il 21 settembre. Renzi ha ironizzato sulle svariate ipotetiche candidature che ogni giorno gli vengono attribuite: “Puntero’ molto in alto - ha tagliato corto - alla via lattea”.

“Quello che è successo con le elezioni per il Quirinale di Romano Prodi è stato una vergogna. Se non volevano votarlo dovevano dirlo”. Matteo Renzi commenta le dichiarazioni di Bersani che ha tirato in ballo la bocciatura di Prodi mettendola in connessione con la volonta’ di bloccare la possibile ascesa di Renzi alla presidenza del consiglio. “Conservo i messaggi di quei giorni come uno dei segni piu’ belli di amicizia Romano Prodi sa come sono andate e cose. Credo lo sappiano in tanti tra quelli che hanno fatto quella vergogna. Perche’ se uno non voleva votarlo, doveva dirlo”, ha concluso Renzi.