Roma, 29 settembre 2013 - E’ terminato verso le 20,30, dopo un’ora e mezza, il colloquio al Quirinale tra il premier Enrico Letta e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. All’incontro era presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi.

Davvero piuttosto lunga, la giornata del premier, che verso le 21,30 il premier è intervenuto in tv a 'Che tempo che fa' di Fabio Fazio. Un appuntamento previsto da tempo, cui il premier non ha voluto rinunciare, anche se il precipitarsi degli eventi l'ha costretto a intervenire in diretta da Palazzo Chigi anziché negli studi di Milano.

LA NOTA DEL COLLE - Ecco la nota del Colle: "E' stata attentamente esaminata la situazione che si è venuta a creare a seguito delle dichiarazioni del Presidente Berlusconi e delle dimissioni rassegnate dai ministri del PdL in adesione a quell'invito. Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del PdL e dello stesso Presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica. Da ciò il Presidente del Consiglio ha tratto, d'intesa con il Presidente della Repubblica, la decisione di illustrare in Parlamento - che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento - le proprie valutazioni sull'accaduto e sul da farsi. Il Presidente del Consiglio concorderà la data dei dibattiti con i Presidenti delle Camere.

"Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del Pdl e dello stesso Presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica”, si legge in una nota del Colle.

L'INTERVISTA A FAZIO - Il premier Enrico Letta parla a 'Che tempo che fa' con un collegamento in diretta da Palazzo Chigi. Inizialmente il presidente del Consiglio avrebbe dovuto partecipare alla trasmissione dagli studi Rai di Milano, ma la situazione politica lo ha costretto a restare a Roma, dopo il colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

"Mercoledì chiederò la fiducia alle Camere - spiega il premier - La situazione è molto complicata. Se non c'è la fiducia ne trarrò le conclusioni". Insomma, come Letta aveva già detto, "Non ho intenzione di governare a tutti i costi. Chiederò la fiducia non per tre giorni per poi ricominciare come prima, ma per andare avanti e applicare il programma. Se non c’è, tiro le conclusioni”, afferma. (GUARDA IL VIDEO)

E ancora: "Il dato è tutto politico, legato a cosa succede nel Pdl. Nel Pdl è in corso un dibattito politico molto forte e molto profondo. Spero che ci sia una parte del Pdl che dica che non sono d’accordo con questo cupio dissolvi”, ha spiegato Letta rispondendo a una domanda su un governo con una diversa maggioranza. Di sicuro, ribadisce, “non voglio governare come un re Travicello ma voglio le condizioni per fare le riforme”. (GUARDA IL VIDEO)

Quanto alla legge elettorale, "è la stata ed è la priorità tanto che la commissione Affari costituzionali del Senato è pronta a portare una proposta che consenta di modifcare il porcellum con il quale non si può e non si deve votare”. Insomma, il porcellum va cambiato “per tutte le storture, perchè al senato non darebbe la maggioranza a nessuno, ma questa - ha spiegato - è una materia del parlamento, noi come governo possiamo spingere e abbiamo spinto, ora c’è un passaggio chiave in Senato, spero che dopo la fiducia mercoledì, si possa approvare visto che la Corte Costitiuzionale potrebbe dichiararla incostituzionale, ma io credo che si possa vederla approvata prima della Corte Costituzionale”, anche perchè ha aggiunto il premier “io vorrei poter governare per le cose che faccio non per questo problema della legge elettorale, se si deve votare a un certo punto si voterà non vorrei restassimo appesi, e la crisi porterebbe via anche questo”.

Letta parla poi anche di giustizia: “Fa sorridire continuare a sentire parlare del problema giustizia come se fosse il problema di Berlusconi. Noi abbiamo già fatto molto per riformare la Giustizia e continuiamo a farlo. Ma per i cittadini. Si pensi alla riforma della giustizia civile che con la mediazione consentirà di smaltire gli arretrati. Quello, come la lentezza, sono i problemi degli italiani”.

Letta poi  fa notare che “i sondaggi dicono che gli elettori del Pdl in stragrande maggioranza vogliono che continui questa esperienza di governo, i ministri del Pdl hanno fatto valutazioni su basi diverse da quelle di Berlusconi, anche in Parlamento vedo che c’è incertezza”. Dunque “la cosa migliore è andare in Parlamento”.

Poi il premier insiste sulle spaccature del Pdl: "questo è un momento drammatico e forse di svolta attorno al centrodestra, se il centrodestra si sviluppasse verso un centrodestra europeo, moderato, nei toni e nei contenuti sarebbe importante per l’Italia e la partita politica dei prossimi giorni è legata a questo”.

E rispondendo a proposito della posizione di Angelino Alfano Letta ha osservato che “le sue parole di oggi lasciano intendere che c’è una discusisone in corso, io sono rispettoso del travaglio che c’è, ho vissuto nel centrosinistra che non è mai stato un luogo tranquillo e sereno, so che anche il Movimento 5 stelle è attraversato da profondo tavaglio interno che va rispettato”. Ma il premier non si sbilancia sul sostegno che potrebbe avere dai trasnfughi grillini: “Non lo so, non vado a parlare con i songoli parlamentari, io farò un discorso in aula illustrando gli obieittivi e ricordando le cose fatte”.

Circa i programmi da mettere in campo una volta ottenuta la fiducia, Letta non ha dubbi: "Ho in mente una revisione complessiva delle aliquote dell’Iva. Il resto è propaganda”. “Berlusconi tenta di rovesciare la frittata, ma non ci riesce. La questione dell’Iva - afferma Letta - è questa: il primo aumento dell’Iva l’ha fatto il governo Berlusconi, nel 2011, dal 20 al 21 per cento”. Dunque “sono decisioni che partono dal 2011, e non da mie scelte. L’aumento dell’Iva è già nei conti pubblici, doveva scattare il primo luglio, siamo riusciti a posporlo. Ma se ora ci sono le dimissioni dei parlamentari Pdl, vuol dire che il governo non è più nelle condizioni di varare disposizioni che non possono essere convertite in Parlamento: e se sono misure che valgono miliardi, non si possono prendere altrimenti si crea un buco nel caso non vengano convertite”. Quindi venerdì durante il Cdm “ho detto che volevo sapere prima di farlo se ho ancora la fiducia”.

E ancora sul Pdl: “Ho perso il filo delle vicende politiche e delle varie posizioni del Pdl da alcuni giorni: la cosa migliore è andare in Parlamento e porre la questione”. “Tutto questo mi ha fatto venire in mente un film di qualche anno fa, ‘Il giorno della marmotta’ con Bill Murray, forse il mio attore preferito: si sveglia e rivive ogni giorno la stessa giornata”, dice Letta. Ecco, “ho l’impressione che da vent’anni stiamo rivivendo il giorno della marmotta. Io non faccio polemiche nè giochi politici, ma cerco di dare risposte ai tanti problemi del Paese”. (GUARDA IL VIDEO) (E IL TRAILER DEL FILM)

Le dimissioni in blocco dei parlamentari del Pdl sarebbero un gesto che “mina la democrazia perchè una minoranza non può far sciogliere il Parlamento -  insiste Letta - Quando ho sentito le decisioni di ieri di Berlusconi, quando ho visto cosa è successo mercoledì con l’annuncio delle dimissioni dei parlamentari Pdl in caso di decadenza di Berlusconi, un capo di governo non può far finta di niente".

E sul compleanno di Berlusconi: “A Berlusconi dal profondo del cuore auguro anni di serenità, perchè quello che in questo tempo manca è la serenità che sarebbe utile davvero per tutti”. Sollecitato da Fabio Fazio, Enrico Letta manda questi auguri a Silvio Berlusconi nel giorno del comopleanno del leader Pdl.
Ma oggi è anche il compleanno di Pierluigi Bersani: “A Bersani ho fatto gli auguri, di cuore e calorosi, e non posso dimenticarmi che se ho fatto questa esperienza a palazzo Chigi è anche e soprattutto grazie alla generosità di Bersani. E la generosità in politica oggi è una merce molto rara”.

Quanto infine a una sua possibile candidatura alle primarie del Pd, Letta spiega:  “Ognuno deve fare il suo lavoro, quello che faccio adesso mi basta e mi avanza. Ribadisco quanto ho sempre detto: io sono totalmente concentrato sull’azione di un governo che sta modificando gli equilibri politici italiani in meglio, un governo che ci ha consentito di uscire dalla procedura di deficit eccessivo, adesso vanno fatte tante altre cose, sono concentrato esclusivamente su questo - ha detto il premier - ovviamente voterò alle primarie del Pd, è stata una scelta importante fissare il congresso l’8 dicembre per uscire da una lunga fase complessa, serve un Pd molto forte, e Epifani sta facendo bene”.