Roma, 21 ottobre 2013 - L'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani bacchetta Renzi dalla platea televisiva di Porta a Porta: critica l'idea che il partito diventi la 'salmeria del capo' come la scelta - che 'non deve fare solo lui' - di candidarsi a sindaco, oltre che a segretario, mette in guardia Renzi dal pericolo di fare demagogia a ella fine si difende dall'accusa di aver gestito male la candidatura di Prodi al Colle.

UNO SOLO AL COMANDO - Il congresso del Pd deve servire a scegliere un’idea di Italia e non una persona, perché il partito non può essere solo una “salmeria del capo”, dice Bersani ricordando che la storia recente del paese è basata su “partiti personalistici: cos’è Monti, alla fine? Il tentativo di fare un partito attorno a una persona. Dobbiamo fare dei partiti che sopravvivono ai loro leader non stiamo lì a scegliere una persona: il dibattito ‘fare il segretario vuol dire essere per forza il candidato premier’ attiene a questa discussione, o il partito è una ‘salmeria’ del capo”.

GIOCO DI SQUADRA - Pier Luigi Bersani chiama in causa la provvidenza per commentare alcuni passaggi del documento congressuale di Matteo Renzi (GUARDA IL PDF). Il sindaco di Firenze si lamenta dell’abitudine del Pd di boicottare “il capitano” e Bersani replica: “Renzi dice ‘squadra’? Mamma mia... ben vengano le squadre. Vedi che non c’è limite alla provvidenza! Adesso a cominciato a dire squadra, perché adesso ci vuole la squadra...”.

SINDACO E SEGRETARIO - Matteo Renzi farebbe bene ad essere cauto prima di annunciare la propria ricandidatura a sindaco di Firenze, perché “è una cosa che non dovrebbe valutare solo lui”.
Bersani commenta così l’ipotesi di un Renzi ricandidato a Firenze anche da segretario del Pd: “Fare il segretario non è una sinecura, io ci sono riuscito 4 anni: auguro di risciurci, ci vuole buona salute, pazienza... Chi fa il sindaco rappresenta una città, chi fa il segretario rappresenta una parte. Se lui fa una affermazione così secca... Credo non dovrebbe farla, è una cosa che dovrebbe valutare non solo lui se fare il sindaco di una città”.

SEGRETARIO E CANDIDATO PREMIER  - Se il segretario del Pd rimane anche, da statuto, il candidato premier, dopo le primarie dell’ 8 dicembre potrebbe esserci qualche problema per Enrico Letta, ha detto Bersani quando gli è stato chiesto se Renzi segretario metterà a rischio il governo: “E’ una cosa che viene smentita... Dopodiché è rimasta una norma così (che prevede che il segretario sia candidato premier, ndr), se non viene sgombrato questo equivoco è chiaro che possiamo trovarci a dicembre un premier e un candidato premier e qualche commentatore comincerà a specularci dentro”.

RISCHIO DEMAGOGIA -  “Metto in guardia Matteo Renzi dal fare demagogia perché ora è arrivato il momento di riflettere su cosa è il nostro partito” - dice Bersani - Il mio candidato alla leadership del Pd è Cuperlo perché assomiglia di piu’ a quel che io penso. Credo infatti che la demagogia sia una malattia, non la medicina”. In ogni caso Bersani ha riconosciuto al sindaco di Firenze di essere “una personalità di grande energia”.
 

LA CANDIDATURA PRODI  - “Io non penso di essere perfetto, pero’ respingo” l’accusa di una gestione approssimativa dell’assemblea da cui uscì la candidatura di Prodi al Quirinale, ribadisce Bersani a Porta a porta.
Durante quella assemblea, ha ricordato Bersani, “è arrivata una standing ovation di fronte alla quale trovai il modo di imporre che almeno ci fosse una alzata di mano e ci fu una alzata di mano unanime”.