Roma, 2 novembre 2013 - Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, riferirà al Parlamento sul ‘caso Giulia Ligresti’ martedì alle 16 a palazzo Madama e subito dopo a Montecitorio. L'iniziativa è arrivata prima di formali richiesta da parte di gruppi parlamentari: questa mattina, infatti, Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha chiamato i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, per dare la disponibilità della collega a riferire in Aula.

IL GUARDASIGILLI - "Sono serenissima e tranquilla, pronta a rispondere a qualunque domanda - spiega intanto lo stesso Guardasigilli intervenendo al Tg1 -. Il mio è stato un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?". "Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B - aggiunge -. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano". Poi, al telefono con TmNews, aggiunge: "Sono intervenuta in almeno 110 casi, segnalando al Dipartimento di amministrazione penitenziaria casi analoghi a quello di Giulia Ligresti, cioè casi di detenuti per i quali c’erano questioni particolarmente delicate di salute o motivi umanitari". E specifica di essere intervenuta presso il Dap anche con "note scritte di mio pugno per segnalare situazioni particolarmente delicate dal punto di vista sanitario o umanitario". Nel pomeriggio il ministro parla a margine del XII congresso dei Radicali in corso a Chianciano Terme. E rispondendo ai cronisiti che le chiedevano se intendesse lasciare ha risposto: "Assolutamente no. Si dimette una persona che ha qualcosa da farsi perdonare. Se poi dovessi essere un peso, se il Paese non avesse più bisogno di me, me ne andrò". "Se Giulia Ligresti si fosse uccisa, - conclude la Cancellieri - non avrei avuto responsabilità?"

SUL FIGLIO: "MAI ENTRATA NEL SUO LAVORO" - "Io non sono mai entrata nella professione e nella professionalità di mio figlio, che nel suo lavoro è bravissimo", ha detto il ministro rispondendo ai giornalisti. "Chi lo ha detto... Giulia Ligresti..." ha poi aggiunto a chi la interpellava sui commenti alla professionalità del figlio. Infine, a proposito della buonuscita da lui presa da Fonsai, ha aggiunto "se a lei facessero firmare un contratto che le da’ diritto ad una buonuscita qualora dovesse andarsene, lei lo firmerebbe?" ha detto rivolgendosi a un giornalista.

PALAZZO CHIGI -  "Il governo ha voluto che il chiarimento in Parlamento avvenisse immediatamente perché non devono esserci zone d’ombra. Siamo sicuri che il ministro fugherà ogni dubbio". Così Palazzo Chigi, in una nota, interviene sulla vicenda.

PD - La bufera che si abbattuta sul Guardasigilli, però è l’ultimo ostacolo sul cammino del governo Letta. Sulla questione il Pd è spaccato tra garantisti e giustizialisti che la vogliono fuori dall’esecutivo. "Nessuna strumentalizzazione ma il ministro riferisca in Aula e poi ciascun partito farà le sue valutazioni", era stata, ieri, la richiesta del responsabile Giustizia, Danilo Leva. Una fermezza che accomuna il partito e tutti i candidati alla sfida congressuale, da Gianni Cuperlo a Matteo Renzi.

PDL - Anche il Pdl resta in attesa di "doverosi chiarimenti", spiega Maurizio Gasparri che tuttavia non risparmia stoccate al ministro. "Prendiamo atto, intanto, di un fatto. Questi ‘tecnici’ alimentano carriere proprie e familiari con un dinamismo, per usare un eufemismo, di fronte al quale i politici impallidiscono", dice il vicepresidente Pdl in Senato ad osservare che "i lauti compensi familiari dovrebbero far riflettere sui limiti che queste burocrazie tecnocratiche presentano".

"In ogni caso - rileva ancora Gasparri - a me interessa un profilo: perché Berlusconi, per vicende assai meno rilevanti e penalmente inesistenti, si debba beccare una condanna incredibile a sette anni mentre altri sono campioni di solidarismo umanitario. I paragoni - promette - saranno facili e martellanti fino a quando quella assurda vicenda finira’ come merita, nel tritacarte".

SCELTA CIVICA - Scelta Civica, dal canto suo, difende "le doti di correttezza e imparzialità" di Anna Maria Cancellieri. "E’ giusto che siano forniti anche al Parlamento tutti gli elementi di informazione utili a confermare l’insussistenza di profili non corretti nel comportamento del Guardasigilli ma non si vede alcuna ragione per la quale il ministro Cancellieri non possa proseguire il suo apprezzato lavoro in un settore strategico per la vita civile e in un momento già carico di tensioni nella vita politica e istituzionale del paese", puntualizza il capogruppo alla Camera, Lorenzo Dellai. "A meno che - avverte - qualcuno, fuori o dentro la maggioranza, non intenda utilizzare questa polemica per dare un altro scossone a un governo che sempre di piu’ appare come il vero obiettivo di tante iniziative promosse da chi privilegia interessi di parte rispetto a quelli della nazione".

M5S - Chi non si placa, invece, è il Movimento cinque stelle, pronto a presentare una mozione di sfiducia individuale al Guardasigilli e pubblicata integralmente sul sito di Beppe Grillo. La mozione è preceduta da un testo nel quale si spiega che sulla vicenda non vi è stato "nessun monito da parte di Napolitano", "non un fiato da Capitan Findus Letta".

"Idem a causa dell’Ici non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni - si legge nel testo on line -. La Cancellieri forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l’ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati".

LEGA - Lascia aperto uno spiraglio la Lega. Secondo il presidente della Regione Lombardia e segretario federale del Carroccio, Roberto Maroni, il ministro della Giustizia non deve dimettersi ora, ma "deve venire in Parlamento a riferire e se non è convincente sì". "Io non esprimo giudizi a priori. Prima voglio sentire le ragioni della sua difesa, dopodichè valuteremo", ha spiegato Maroni.

ILARIA CUCCHI - "Io e Lucia Uva, (sorella di Giuseppe morto il 14 giugno del 2008 dopo che aveva trascorso parte della notte in una caserma dei carabinieri) siamo state ricevute due volte, la seconda separatamente, dal ministro Cancellieri. E so che come noi il ministro ha incontrato anche vittime ‘sconosciute’. Entrambe siamo rimaste colpite dalla grande partecipazione del Ministro al nostro dolore. Una partecipazione vera, sensibile e non di circostanza, da donna vera’’.
Così Ilaria Cucchi all'Ansa, sorella di Stefano, arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo in ospedale a Roma.. "L’avvocato Fabio Anselmo ne è testimone -spiega Ilaria Cucchi - nessuna frase di circostanza. Partecipazione vera, addolorata per quanto i nostri cari hanno dovuto subire, per cio’ che e’ potuto loro accadere e per cio’ che ci stava accadendo nel nostro percorso giudiziario. Emotivita’ anche quella inopportuna? Siamo stanche di regole asettiche, ciniche, che portano la nostra giustizia a trattare i normali cittadini nei modi che sappiamo". "Non so e non conosco la vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti - conclude Ilaria Cucchi - quel che so è che se fosse stato ministro Lei, ed avesse saputo delle condizioni di mio fratello oggi, forse, non esisterebbe il caso Cucchi. Stefano, forse, sarebbe con noi".