Milano, 25 dicembre 2013 -  "Restiamo ribelli e cambiamo l'Italia", sono le prime parole di Matteo Renzi, durante l'assemblea del Pd a Milano, dove è stato incoronato nuovo segretario del partito e che ha eletto Cuperlo presidente. La prodiana Sandra Zampa e il presidente della Provincia di Pesaro, Matteo Ricci, renziano, sono stati eletti  invece vicepresidenti dell’Assemblea Pd.

"L’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi", ha aggiunto. "Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia". "Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma". Renzi ha parlato anche del suo sfidante: "l’offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo è tutto tranne il tentativo di ‘do ut des’, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada, ma in cui "insieme si è più forti". Renzi ha affrontato anche il tema delle unioni civili: "Sono fra quelli più prudenti ma il tema delle unioni civili lo metteremo nel patto di coalizione, che piaccia a Giovanardi o no: noi siamo il Pd".

E ancora sul governo: "Dobbiamo avere la consapevolezza che il Pd è parte integrante di questo governo e contemporaneamente è il perno fondamentale su cui si regge. Questo si somma al bisogno di rispondere alla domanda: che Paese vogliamo per i nostri figli?". "Non si tratta di fare la pace tra noi e Berlusconi ma tra noi e gli italiani".

PATTO ALLA TEDESCA -  E ha avanzato la proposta: "Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce, punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi". "Il primo punto  per me è il lavoro, è finita l’era ideologica della discussione sul lavoro. Non si può discutere per 10 anni sull’articolo 18, mentre si dimezza l’attrattività degli investimenti esteri. Noi dobbiamo dire che tutti coloro che perdono il posto di lavoro, hanno diritto a un sussidio universale".

"GRILLO O CI STAI O SEI UN BUFFONE" - Renzi ha poi lanciato apertamente la sfida a Grillo a metterci la faccia: sulla legge elettorale, sulla riforma dei partiti. E rivolgendosi direttamente al leader di M5S ha detto: "Lo dico io Beppe Grillo, firma qua", riferendosi alla campagna dei grillini #Renzifirmaqui. "Caro Beppe Grillo, hai 160 parlamentari, decisivi per fare le cose su cui 8 milioni di persone ti hanno votato. La nostra posizione sui fondi ai partiti è quella del governo. Sulla legge elettorale siamo disponibili a una legge che restituisca la possibilità di scelta ai cittadini salvaguardando il bipolarismo. Firma qui, caro Beppe, se non ci stai sei un chiacchierone, se non ci stai l’espressione buffone vale per te". E mentre Alfano si difende "Renzi fa discorsi da sinistra", i parlamentari Cinque Stelle replicano: "Renzi è tutto chiacchiere e marketing. I 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali deve restituirli agli italiani, non a noi. Fa finta di non capire e propone accordicchi da Prima repubblica, camuffati da slogan. E’ ridicolo su questo tema proporre un do ut des".

LEGGE ELETTORALE - E sulla legge elettorale: "Diamo per buono il Natale ma o entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia", spiegando che serve una legge per cui "chi vince vince e le larghe intese sono l’eccezione non la regola", chiarendo che ci sono vari modelli per la stabilità.

LETTA - Ad aprire i lavori è stato il premier Letta, appena tornato dalla sua visita a Beirut: "Dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà, facendo cose concrete a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale", ha esordito. "Renzi ha stravinto le primarie, ha scelto Cuperlo alla presidenza perché ha capito che tutti insieme dobbiamo lavorare per uscire dalla crisi con un ruolo centrale dei partiti. L’Italia ce la farà se il Pd ce la farà, uniti non ci batte nessuno", ha continuato il capo dell'esecutivo. Letta ha poi parlato dei problemi che affliggono il nostro Paese e ha precisato che "il problema più urgente oggi è fermare l’emorragia occupazionale". "Dobbiamo far ripartire l’occupazione - ha continuato Letta - ridare una speranza che è venuta meno. Abbiamo davanti a noi la sfida del primo gennaio con quel 1,5 miliardi di euro per i giovani e l’operazione di decontribuzione totale di chi assume i giovani. Il primo gennaio è una tappa fondamentale per il Paese. Tutti insieme dobbiamo guardare avanti”. E sui forconi: "Rispetto a tutti quelli che stanno lisciando il pelo a chi protesta in questi giorni, vorrei ricordare che a capo c’è gente che sta da altra parte rispetto a tutti i valori che cerchiamo di rendere forti qui in Italia".

"In una democrazia un po' di competizione va bene ma detto questo penso che sapremo restare uniti", ha detto il segretetario uscente del Pd, Guglielmo Epifani. Sulla presidenza di Gianni Cuperlo "ci asterremo in modo simpatico", ha detto Pippo Civati arrivando all'assemblea del Pd. "Non sono critico, ha aggiunto, ma penso che il presidente debba essere riconosciuto da tutti e non essere uno dei candidati: dopodichè non faremo una guerra su una cosa secondaria".