Firenze, 22 dicembre 2013 - SEGRETARIO Pd e candidato sindaco a Firenze. Per il secondo mandato. Perché "il presidente del consiglio per il 2014 si chiama e si chiamerà Letta", dice Matteo Renzi al forum con ‘La Nazione’. La candidatura ufficiale dovrà essere depositata entro il 10 gennaio, secondo il regolamento approvato dalla direzione toscana lunedì scorso, con norme restrittive sulle primarie che hanno scatenato l’ira dell’ala sinistra del partito. Che il candidato ha già scaricato, perlomeno a Firenze: "C’è una parte della sinistra con cui facciamo bene a non andare d’accordo — dice —. È quella parte che in questi anni ha gridato allo scandalo per tutto, è giusto che trovi un altro candidato. Che questo candidato sia espressione dell’ala sinistra del Pd o, viceversa, altro, a me non interessa".

L'INTERVISTA INTEGRALE DE 'LA NAZIONE' AL RENZI RICOSTRUTTORE: "ECCO LE MIE SFIDE"

Insomma, Renzi pensa alla scissione. E l’idea non lo impensierisce. Evidentemente, in questo caso, ragiona più da candidato che da segretario Pd. Perderà un pezzo di partito? "Probabilmente sì. Però non mi preoccupa. Il Pd a Firenze la prossima volta vuole vincere, come ha vinto nel 2009. Poi ci sono personaggi che fanno una battaglia di testimonianza. Ed è legittimissimo che accada", spiega Renzi nel corso del forum, nell’ambito del dibattito aperto da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Giovani-Editori.

Candidato diretta, insomma, per Renzi fresco trionfatore - su Cuperlo e Civati (qui arrivati secondi ex aequo) - con percentuali bulgare: a Firenze città ha raccolto il 76,3% e nell’area metropolitana il 77,9%. Il salto della prova regina (le primarie), sinora proprio da lui considerata un cardine irrinunciabile, fa storcere il naso a parecchi. Soprattutto se ci sarà una coalizione a sostegno della sua candidatura. Ma ci sarà, Renzi? "Sì, ma non credo sarà una coalizione che ponga la questione formale sulle primarie. Ci saranno anche delle liste civiche. Ci saranno liste civiche di persone più legate al centro. Cittadini moderati che magari a livello nazionale votano per il centrodestra ma che a Firenze vogliono votare per me e non per il Pd e avranno una loro lista".

Dunque, a Firenze, a sostegno della candidatura di Renzi, dentro le liste civiche centriste e anche di area Forza Italia, ma fuori l’ala sinistra del Pd. Il passaggio è epocale.
Renzi vorrà comunque lasciare un’impronta per sempre. "Non sono preoccupato di passare alla storia, non mi importa. Ma sono felice del fatto che Firenze mi sembra una città viva", dice, rilanciando: "Ho due anni di tempo per lasciare il segno a Firenze". Non vuol sentire parlare di incompatibilità con il doppio incarico, convinto che la città, con un sindaco come lui, abbia un peso specifico molto maggiore a livello nazionale. "La mia responsabilità nei confronti di questa città è quella di restituire quello che mi ha dato. Non uso Firenze per fare carriera, ma metto al servizio la mia carriera per Firenze".