Roma, 22 dicembre 2013 - Il segretario del Pd Matteo Renzi ha confermato alla trasmissione 'Che tempo che fa'  che il piano lavoro "verrà presentato a gennaio". "Oggi solo un lavoratore su tre ha la Cig, gli altri si attaccano al tram. Abbiamo il 12,7% di disoccupazione. Io penso ad una maggiore flessibilità in uscita, ma lo Stato deve garantire una indennità per i primi due anni di disoccupazione per mantenere la famiglia e un sistema serio di formazione professionale", ha precisato.

ARTICOLO 18 - "La discussione sull' articolo 18 sì o no ci riporta alla casella di partenza. Non è importante un articolo ma semplificare per dare garanzie a tutti" e creare possibilità di investimento, ha detto Renzi. Non torniamo - è stato il suo invito - a discussioni ideologiche. La rivoluzione sul lavoro è possibile se tutti abbandoniamo le certezze altrimenti se ripartiamo da solito percorso perdiamo la strada per tornare a casa".

AFFITTI D'ORO - Renzi ha affrontato anche il problema degli affitti d'oro. "Nessuno ha il monopolio delle buone idee. E' giusta l'idea del M5S sugli affitti per i palazzi della politica. Non va bene quando M5S entra e esce dall’aula, in accordo con Brunetta". Ma poi attacca: "Il Movimento 5 Stelle non è un movimento fascista, sono sfascisti. In 3 o 4 decidono tutto, mentre molti, invece, vorrebbero darci una mano".

LEGGE ELETTORALE - E sulla legge elettorale Renzi appare fiducioso: "sono certo che ce la facciamo". "E stata spostata alla Camera, entro il 30 gennaio si deve decidere". "Io le regole del gioco le voglio fare con tutti non voglio tenere fuori Fi e Grillo. Quando la legge elettorale l’hanno fatta da soli, come il porcellum, hanno fatto schifo", ha proseguito. Come legge elettorale "va bene anche un proporzionale con un premio di maggioranza. Ci sono tante proposte , l’importante e’ che la sera delle elezioni si sappia chi governa e si evitino pasticci in parlamento". E poi ha assicurato: "La Bossi Fini la cambieremo".

"La politica deve innanzitutto tagliare se stessa, se non da’ una sforbiciata non facciamo niente. Il ddl province, che ha avuto il primo ok ieri è un primo passo. Un segnale immediato con un risparmio di 160 milioni di euro", ha concluso Renzi tornando ad invitare il Movimento 5 Stelle a sottoscrivere la proposta del Pd sui tagli dei costi della politica e la trasformazione del Senato in camera delle Autonomie.