Roma, 8 gennaio 2014 - Matteo Renzi illustra la bozza del suo piano per il lavoro, il cosiddetto Job Act. Il testo, che sarà presentato ufficialmente il prossimo 16 gennaio in direzione nazionale,  si propone di rivoluzionare l'occupazione, soprattutto quella giovanile. "Non è un documento chiuso, ma aperto al lavoro di chiunque", scrive il segretario Pd.  Un processo "verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti", un "assegno universale" per chi perde il lavoro e un’agenzia unica federale che coordini i centri per l’impiego. Sono questi alcuni punti nel capitolo delle regole, illustrati dal segretario Pd nell’enews.

Nella newsletter settimanale, il sindaco di Firenze accelera anche sulla presentazione del nuovo codice del lavoro, che dovrà avvenire "entro otto mesi". Dovrebbe trattarsi di un documento "che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero". Il leader del Pd propone di rivedere tutte le regole in materia di lavoro e quindi anche una "riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti".

Inoltre “un assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro". E poi "obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance".

Infine Renzi pensa a una "Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali" e ad una "Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende".

"L’obiettivo è creare posti di lavoro - insiste Renzi - rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri". E poi il segretario diffonde un po' di numeri: "Tra il 2008 e il 2012 l’Italia ha attratto 12 miliardi di euro all’anno di investimenti stranieri. Metà della Germania, 25 miliardi un terzo della Francia e della Spagna, 37 miliardi. Per la Banca Mondiale siamo al 73esimo posto al mondo per facilità di fare impresa (dopo la Romania, prima delle Seychelles). Per il World Economic Forum siamo al 42mo posto per competitività (dopo la Polonia, prima della Turchia). Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto".