ROMA, 18 gennaio 2014 - Presidente Cicchitto, qual è il borsino della trattativa sulla legge elettorale?
«Se quanto leggiamo corrispondesse al vero, significherebbe che Renzi e Berlusconi stanno firmando il patto Molotov-Ribbentropp, quello che portò alla spartizione della Polonia tra Stalin e Hitler. Il desiderio recondito di tutti e due è, attraverso il modello spagnolo, avere una legge che ancora una volta tolga ai cittadini la possibilità di scegliersi i parlamentari, provocare le elezioni e votare».

Il vantaggio di Renzi?
«Fa una strage dentro al Pd di quelli che gli rompono le scatole».

E Berlusconi?
«Ne avrebbe due. Si farebbe riabilitare dallo stesso Pd che lo aveva perseguitato sino al punto da togliere il voto segreto al Senato sulla decadenza, e poi anche lui potrebbe uccidere nella culla la rivisitazione di un altro centrodestra, che siamo noi. Renzi è sicuro di vincerle le elezioni e Berlusconi si accontenterebbe di fare il ruolo di opposizione di sua maestà».

E voi non ci state?
«Sarebbe un’operazione aberrante e ovviamente non ci staremmo».

Se c’è l’accordo Renzi-Berlusconi sarà crisi di governo?
«Qualora questa costruzione di cui per ora tutti parlano diventasse realtà, a quel punto mi auguro che nel Pd non si faccia sentire solo l’opposizione di sinistra ma anche Enrico Letta batta un colpo».

Il presidente del Consiglio le pare troppo alla finestra?
«Letta è un uomo cauto ma non credo sia un suicida. Preferisce l’accordo con Renzi, ma se Renzi va avanti in questo modo, credo che debba scendere in campo».

Le pare che Renzi abbia in mano i suoi gruppi parlamentari?
«A me non sembra. Chi vive a Montecitorio..., lo so che lui disprezza Montecitorio...»

... però ne vuole il controllo.
«Al fondo Renzi come tutti i populisti nutre un certo disprezzo per Montecitorio, epperò lo vorrebbe conquistare. Insomma chi vive a Montecitorio vede che nessuno di quelli del Pd è disposto a fare la parte del cappone a Natale, come farebbero col modello spagnolo».

Secondo lei a quanti tavoli sta giocando Renzi? Solo all’accordo con Berlusconi?
«No, sta facendo tutte e due le cose. Verdini e D’Alimonte hanno praticamente steso un accordo sullo spagnolo ma se va male riaprirà la partita del governo».

Vi aspettavate più tutela dal premier sul caso De Girolamo?
«La De Girolamo ha sostenuto in modo convincente le sue ragioni, non abbiamo nessun appunto da fare al comportamento di Letta».

Se non si voterà ci sarà un rimpasto, comunque lo si chiami?
«È auspicabile, e Renzi con i suoi deve entrarci».

E se invece di un ‘Letta due’ ci fosse un ‘Renzi uno’?
«Non vedo questa ipotesi».

Qualcuno dice che gli alfaniani sono sovrarappresentati.
«Non mi sembra proprio».

Pierfrancesco De Robertis