Roma, 29 gennaio 2014 - Dopo il giro di telefonate, ieri, tra Renzi e Berlusconi, è stato chiuso l’accordo tra Pd e FI sulla legge elettorale. L’intesa prevede che la soglia per far scattare il premio di maggioranza passi dal 35 al 37 per cento. Decisivi i nuovi contatti telefonici di questa mattina tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.

L’accordo comprende anche uno sbarramento al 4,5% per i partiti in coalizione. Il Pd ha dato via libera anche alla cosiddetta norma-salva Lega, ossia quella che consente ai partiti rappresentati in un determinato territorio di aggirare lo sbarramento. Non si chiamerà più ‘salva-Lega’ anche se, di fatto, è una norma ad hoc per i partiti come il Carroccio appunto. Si stanno ancora definendo gli ultimi dettagli, ma in sostanza la modifica da apportare al testo dell’Italicum prevede che, pur non avendo superato lo sbarramento del 4,5%, sono salvi i partiti che hanno ottenuto il 7% dei voti in almeno 3 regioni, ma che non si siano presentati in più di 7 regioni. 

Ok da Fi anche alla delega al governo per la definizione dei collegi purchè ci sia un limite di tempo e un parere rafforzato della commissione.

RENZI - “Bene così. Adesso sotto con il Senato, le Province e il Titolo V. E soprattutto con il Jobs act. Dai che questa è la volta buona”. Lo scrive su twitter il segretario del Pd Matteo Renzi.

 

“Mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più potere di ricatto dei piccoli partiti, mai più inciuci alle spalle degli elettori, mai più mega circoscrizioni”, ha poi scritto Renzi su Facebook. 

LETTA - “Le riforme istituzionali, la legge elettorale e la fine del bicameralismo paritario che rappresenta una cosa obsoleta nel nostro paese, sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro paese. E’ una buona notizia per l’Italia se riusciamo a farle”. Lo ha detto il premier Enrico Letta a Bruxelles.

MINORANZA PD - La minoranza del Pd resta critica. “Bene che si sia alzata la soglia a 37 - spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre - ma restano i nodi delle liste bloccate e delle soglie. E’ una legge troppo sbilanciata a favore di Berlusconi e di Forza Italia.

“Avremo a breve - spiega D’Attorre - una riunione dei componenti del gruppo in commissione. Ci sono passi avanti, frutto di una battaglia comune anche per problemi sollevati, in particolare la soglia del 37. Ma nel complesso resta preoccupazione per diversi nodi irrisolti a partire dalle liste bloccate: noi avevamo presentato una pluralità di soluzioni ma nessuna ipotesi è stata presa in considerazione. Il sistema è ancora interamente basato sulle liste bloccate”. Poi, rincara D’Attorre, “c’è il sistema delle soglie di sbarramento con due gravi problemi: è fuori dal mondo che una forza con quasi 3 milioni di elettori resti fuori perché non è alleata così come Fi, alleandosi con chi non raggiungerà il 4,5%, può raggiungere il premio di maggioranza”. D’Attore considera poi “irrisolto” il problema della rappresentanza femminile.

SEL E POPOLARI - Sinistra ecologia e libertà e i Popolari per l’Italia presentano, alla Camera, due pregiudiziali di costituzionalità alla legge elettorale per come uscita nell’accordo Fi-Pd sull’Italicum.
Le pregiudiziali verranno discusse e votate domani in aula. Anche Fratelli d’Italia sta ragionando se sottoscriverle.

La pregiudiziale di costituzionalità n. 1 all’Italicum è quella di Sel; la numero 2 è quella dei Popolari Per l’Italia. Entrambe verranno votate in aula alla Camera. Nella pregiudiziale di Sel si contesta la soglia per i partiti piccoli sottolineando che uno sbarramento del genere, nei sistemi elettorali, si trova solo in Paesi come “Moldavia, Russia e Turchia”. Il premio di maggioranza viene invece considerato “squilibrato” perche’ altererebbe il risultato elettorale. Incostituzionali sono considerati anche i listini bloccati.

NCD - “La combinazione 5-8-12-35+18 non è più buona per essere giocata al lotto. Quei numeri magici si stanno sciogliendo come neve al sole anche grazie all’impegno del Nuovo Centrodestra. E non è finita: si può ancora migliorare”. Lo scrive il giornale online del Nuovo Centrodestra, “L’Occidentale”, in merito al testo di riforma della legge elettorale.

SOSPESA LA COMMISSIONE - Non gli è bastato il caos provocato nell'Aula della Camera dopo l'ok della Boldrini al dl Imu-Bankitalia, l’M5S ha spostato la protesta nella sala del Mappamondo dove era in programma l’esame della legge elettorale e ha chiesto di partecipare ai lavori. Poco prima, stessa iniziativa nella Commissione Giustizia che doveva riunirsi in seduta notturna per esaminare il decreto legge carceri: ma è stata sospesa per motivi di sicurezza, considerato il numero eccessivo di persone presenti. Dalla sala del Mappamondo, dove i parlamentari grillini sono presenti in gran numero, si sono sentiti applausi, grida e qualcuno ha intonato ‘Bella Ciao’. I deputati 5 Stelle non hanno intenzione di sospendere le loro azioni di protesta che ora si concentrano sulla Commissione Affari Costituzionali che dovrebbe riunirsi in seduta notturna sulla legge elettorale. Poi, dopo un vano tentativo di calmare le acque, il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto, ha sospeso i lavori per inagibilità della sala del Mappamondo. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco. L’ufficio di presidenza si è allora riunito per decidere il nuovo calendario. I Cinquestelle sono insorti al grido di “Blocchiamo tutto".  Il deputato M5S Riccardo Nuti ha gridato: "Visto che tutte le commissioni vengono convocate secondo un regolamento che è stato stralciato oggi dalla presidente Boldrini, non è più possibile proseguire con i lavori del Parlamento". L’ufficio di presidenza, intanto, ha convocato per domattina alle 10.30 una seduta per votare il testo base senza modifiche e dare mandato al relatore per l’Aula, dove l’approdo della legge elettorale è in programma nel pomeriggio.