Roma, 9 febbraio 2014 - In attesa dello sblocco della situazione promesso dal premier Letta per domani (reazione al veleno di Renzi: "era ora"), la politica si interroga sul futuro del governo e sulla ventilata - e finora sempre negata - staffetta Renzi-Letta.

A mettere in guardia Renzi da quest'ipotesi è - in un'intervista sul nostro giornale - Fabrizio Rondolino, che fu portavoce di D'Alema nel '98. "La staffetta è un trappolone per Matteo", assicura, ricordando come il suo politico di riferimento "prese il posto di Prodi e perse tutto". E pare che il sindaco di Firenze sia intenzionato a dargli retta.

Ma da parte sua l'ex ministro Cesare Damiano, della minoranza Pd, incalza Renzi: "Il governo è fermo? Si prenda la responsabilità diretta".

RENZI: CHI CE LO FA FARE? - “Sono tantissimi i nostri che dicono ‘ma perché dobbiamo andare, ma chi ce lo fa farè?”. Quell’ipotesi di andare al governo senza la legittimazione delle elezioni, Matteo Renzi proprio non la condivide e, in un’intervista esclusiva ad Agorà su RaiTre, che andrà in onda nella puntata di domani, il segretario Pd liquida così l’ipotesi: “Ci sono anch’io tra questi - richiamandosi al ‘chi ce lo fa farè della base - nel senso che nessuno di noi ha mai chiesto di andare a prendere il governo”.

IL PIANO DI LETTA - Legalità e ripresa economica. Sono due dei ‘tasselli’ del programma che Enrico Letta porterà al Presidente della Repubblica martedì e ‘spedirà’ poi ai partiti di maggioranza. Insomma, ‘Impegno 2014’ è pronto.
Si punterà soprattutto su sgravi fiscali e sul lavoro, su facilitazioni per l’ingresso dei giovani nel mercato dell’occupazione e incentivi per le aziende che assumono. L’altra parola cardine sarà legalità, la lotta alla corruzione e alle mafie, una battaglia che il premier già sta portando avanti da tempo con la costituzione di una commissione ad hoc a palazzo Chigi.

Il premier è concentrato sul ‘contratto’ di coalizione, poi penserà alla questione degli assetti del governo. Di certo i lettiani respingono l’ipotesi di una crisi al buio. C’è la preoccupazione che aprendo una crisi formale possano saltare tutti gli euqilibri, ma c’è la convinzione che il Presidente della Repubblica non smetterà di difendere l’esecutivo.

CUPERLO: MATTEO COERENTE - In tutto ciò la minoranza Pd riconosce al sindaco di Firenze il merito della coerenza: “A Renzi va riconosciuta una coerenza: ha sempre detto che sarebbe andato al governo solo dopo le elezioni”, spiefa Gianni Cuperlo, ospite di In Mezz’ora, in merito all’ipotesi di una staffetta tra Letta e il segertario del Pd.

“La staffetta è nella cronaca dei giornali, io sto a quello che è stato discusso nella direzione del Pd e sto alle posizioni assunte dal segertario”, ha aggiunto Cuperlo, ricordando che la “rispetto alla staffetta Prodi-D’Alema le situazioni sono molto diverse, eravamo nel ‘98 e il governo Prodi cadde in parlamento per un voto soltanto e l’allora segretario cercò di perseguire la strada del governo Ciampi ma non ci furono le condizioni per quello sbocco e si scelse la strada di D’Alema a palazzo Chigi. Io all’epoca pensavo fosse necessario dare un governo al Paese ma sottovalutammo tutti l’impatto che avrebeb avuto una staffetta che non fosse passata attraverso una verifica elettorale e questo ha condizionato anche gli anni successivi”.

L'idea di Cuperlo è che serva un "nuovo programma e nuovi ministri per una ripartenza" di un governo che "ha perso autorevolezza e prestigi, e se l’attuale presidente del consiglio è nelle condizioni di andare avanti con maggiore coraggio e impegno, sarebbe la soluzione migliore", spiega dicendosi dunque favorevole a un Letta bis, bocciando invece rimpasti o mini-rimpasti.

L'APPELLO DI DAMIANO - “Ritengo non sia più sopportabile una situazione in cui il Pd incalza il governo senza assumersi nessuna responsabilità diretta nella definizione di un programma e nella costruzione di una nuova compagine governativa”, afferma il presidente della Commissione Lavoro della Camera e esponente cuperliano del Pd, Cesare Damiano.

“Come minoranza abbiamo chiesto con forza che la situazione venga chiarita perché non è accettabile che Il segretario del Pd Matteo Renzi ripeta al premier Letta:” Se ritieni che le cose vadano, vai avanti, altrimenti si cambia” - sottolinea Damiano - secondo Renzi il governo è fermo, ed è vero, mentre il partito è in movimento. Allora, perché il nostro partito non rimette in moto anche l’Esecutivo?” “Non possiamo restare a bagnomaria mentre il Paese affonda a causa dei gravi problemi economici e sociali”, conclude il parlamentare del Pd.