Roma, 21 febbraio 2014 - Sarà Graziano Delrio il segretario alla presidenza del Consiglio nel nuovo governo Renzi. L’uomo più vicino al presidente del consiglio è da sempre considerato la cerniera tra indirizzi e correnti, tra fazioni e centri di potere.

Nato nel 1960, da ragazzino c’era chi pronosticava per lui una carriera più da calciatore professionista che da politico: un centrocampista visionato anche da squadre di serie A. Viene da una famiglia umile e di sinistra: il padre, comunista, è muratore e imprenditore edile. Ma Graziano, per tutti 'Cido', abbraccia la fede cattolica.

Studia al liceo scientifico, sceglie la Facoltà di Medicina e si sposa a 22 anni. Dal matrimonio nascono nove figli. E’ un dossettiano, cattolico di sinistra, nella città del più conservatore cardinale Camillo Ruini. Eppure il mondo cattolico non manca di appoggiarlo.

Considerato delfino dell’ex presidente Ppi Pierluigi Castagnetti, vicinissimo a Romano Prodi, diventa consigliere regionale nel 1999, poi consigliere comunale e infine candidato sindaco, il primo senza 'pedigree' comunista del dopoguerra a Reggio. Molti prevedono un magro bottino nelle urne, invece è un trionfo.

Nove anni da sindaco di Reggio prima di prendere il volo per Roma. Nel 2011 diventa presidente dell’Anci battendo il candidato sostenuto da D’Alema, il sindaco di Bari Michele Emiliano, anche grazie all’appoggio di sindaci di centrodestra come Alemanno.

Non è un renziano della prima ora, l’appoggio al sindaco di Firenze diventa esplicito solo alle primarie in vista del voto 2013: ancora alla festa nazionale del Pd 2012 afferma di non essere convinto dal programma economico di Renzi. Poi arriva l’endorsement esplicito: da presidente Anci, Delrio è la personalità più nota ad appoggiare l’allora rottamatore e ne diventa il braccio destro.