Roma, 22 febbraio 2014 - Renzi ufficialmente premier, ecco le prime reazioni dei leader d'opposizione.

BERLUSCONI - "Vi ricordo che la democrazia si ha quando c'è un governo eletto dai cittadini, in caso contrario, quando non c'è, non è più "democrazia”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con una riunione dei ‘seniores’ di Forza Italia, a Milano. Nel suo intervento telefonico, durato poco più di un quarto d’ora, il Cavaliere non ha mai nominato Renzi, che aveva da poco giurato al Quirinale. Ha solo ricordato le modalità di formazione dei governi Monti e Letta, parlando di “colpo di Stato”, soprattutto in riferimento al primo.

“La stessa cosa è successa ora - ha continuato, senza nominare Renzi, ma con riferimento alla staffetta con Letta - avvenuta all’interno di uno stesso partito che non ha una grande maggioranza, ha una maggioranza in Parlamento”. “Non sappiamo quando verranno le elezioni, ma dobbiamo comunque tenerci pronti. Oggi, più di prima, c'è assoluta necessità che ogni italiano di buon senso, che ama la libertà - ha continuato Berlusconi - scenda in campo con noi per convincere gli altri italiani che sono nell’ignoranza che c'è la necessita’ di dare la maggioranza a un solo partito. Solo cosi’ si possono fare le riforme” necessarie al Paese, ha sostenuto l’ex premier, dopo essersi lamentato nuovamente di come i “piccoli partiti” orientati sugli interessi dei loro “piccoli leader” abbiamo ostacolato questo percorso in passato.

GRILLO - “Questi giorni sembrano gli Ultimi giorni di Cinecittà , una versione sordida e surreale degli Ultimi giorni di Pompei”. Ecco la ‘benedizione’ di Beppe Grillo al nuovo governo. “Una recita da spaghetti western all’amatriciana tra palazzi di cartone tirati su in qualche modo. Una città  fantasma, una ghost city polverosa, un continuo andare e venire tra palazzi di cui si vede e rivede la facciata dietro alla quale non c’è nulla. Un film di serie B, ma molto costoso, fatto con i nostri soldi, che si sposta di telegiornale in telegiornale da Palazzo Madama, al Quirinale dove vigila l’Uomo del Colle, da Palazzo Grazioli al Viminale a Palazzo Chigi con qualche deviazione al Nazareno”. Cosi’, dal suo blog riassume la vita politica nazionale.

“Queste facciate - scrive ancora Grillo - sono diventate familiari come l’ingresso di casa nostra, ci accompagnano da mattina a sera e ci infondono sicurezza. Dietro a edifici così austeri, ripieni di storia patria, dove si immagina l’aleggiare di un Giolitti o un De Gasperi, qualcuno opera per la Nazione, per la stabilità e la governabilità. Se qualche cittadino si azzardasse a suonare il campanello e ad entrare troverebbe solo la stabilita’ dei Boot Hill, delle colline degli stivali, i cimiteri del West”. E di “copione che non cambia mai, sempre le stesse parole” parla ancora quando osserva che “del resto gli attori sono quello che sono, dei poveri figuranti della Bce, del FMI e di Confindustria oltre che di qualche ras nazionale, non certo dei Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco”. “I palazzi sono i fondali della Repubblica, il poco o niente che ancora la sostiene e la rappresenta, per quanto rimarranno in piedi? Basterebbe - auspica - un soffio di democrazia per fare venire giu’ tutto”.

Descrive un mondo della politica finto come fondali di cartapesta per il cinema e lamenta quell’”ipnotico percorso quotidiano tra i Palazzi di Cartone che hanno sostituito il Palazzo di Pasolini”. Beppe Grillo si dispiace perché “allora nel Palazzo c’era l’antagonista, il nemico, insomma qualcuno da combattere, oggi, dietro ai portoni, c'è il vuoto” e si interroga sulla strategia da seguire, forse eco delle polemiche, anche all’interno di M5s, sulla sua stessa linea: “Come sconfiggere il vuoto? Rischi di mulinare pugni nell’aria. Di fare - osserva - la figura del pazzo, della voce che grida nel deserto”. Una costante è l’attacco ai giornalisti, facilmente identificabili nella frase che descrive questa scena: “Di fronte ad ogni palazzo c'è immancabile una folla di comparse sottopagate che rincorrono dei presunti attori che declamano la loro recita quotidiana”.

SALVINI - Dura critica di Matteo Salvini all’atteggiamento dei media nei confronti di Matteo Renzi e del suo governo. “Siamo in un regime con un’informazione che ha studiato a casa di Goebbels”, ha affermato il segretario federale della Lega Nord, di Matteo Renzi e del suo governo.
“Rimpiango il governo Monti”, ha proseguito, quello guidato da Renzi “è più pericoloso del governo Monti perché ce lo presentano come nuovo e che sia una bella notizia che un ministro é incinta di otto mesi”. “Ma, con tutto il rispetto, io un ministro lo giudico da quello che fa, non dal colore di capelli e dal fatto che sia giovane”, ha concluso, a margine della tappa milanese del ‘Basta euro tour’ leghista.

E durante un comizio anti-euro a Milano insiste: "Ci presentano come novità un ministro incinta - ha detto Salvini - e pensano di avere risolto i problemi, fa nulla che quella donna in verità è amica dell’amica dell’amica, una donna chic che non ha i problemi della donne incinte delle periferie di Milano". Insomma, ha concluso il leader della Lega, "non penso che neppure sappia quanto costano i pannolini". 

Caustico Roberto Calderoli: "Dopo aver visto il nuovo governo, domani chiamo Berlusconi e gli dico: ‘ti piace vincere facile, eh?’”.