Roma, 27 febbraio 2014 - Caos 5Stelle, venti di scissione nel Movimento. Come annunciato ieri, il deputato Alessio Tacconi lascia il gruppo M5S alla Camera e passa al Misto. Lo ha comunicato al suo ormai ex capogruppo Federico D’Incà con una lettera nella quale gli conferma la sua decisione di lasciare il gruppo da oggi. Nella lettera inviata a D’Incà, che Tacconi ha postato su Twitter, il deputato che era stato una delle voci critiche interne al Movimento e che oggi lascia per protesta contro le espulsioni dei 4 senatori dissidenti, attacca Luigi Di Maio che ieri su Facebook aveva insinuato che la decisione di lasciare M5S fosse legata al fatto che D’Incà gli avesse chiesto conto di 7mila euro "di ‘varie’ non rendicontati e mai restituiti". "Ti comunico la decisione di lasciare da oggi il gruppo parlamentare del M5S". E gli chiede di smentire sue presunte irregolarità nella restituzione dello stipendio, altrimenti sarà vero "che anche il M5S usa la macchina del fango contro chi esprime opinioni sgradite"

CAMERA, VIA ANCHE CATALANO - Anche il deputato Ivan Catalano lascia il gruppo M5S alla Camera. Secondo quanto si apprende, il deputato ormai ex 5 stelle, si iscrivera’ al Misto. Catalano ieri su Facebook aveva espresso la sua contrarieta’ all’espulsione dei 4 senatori dissidenti.

SENATO, SI DIMETTONO IN SEI - Sono sei i senatori del M5s che hanno presentato ufficialmente la richiesta di dimissioni da parlamentare alla presidenza del Senato. Tra loro solo un senatore è tra quelli espulsi, Luis Orellana. Formalizate anche quelle di Alessandra Bencini, Laura Bignami e Monica Casaletto, Maurizio Romani e Maria Mussini. 

ROMANI - "Di mia personale iniziativa mi dimetto dalla carica di senatore della Repubblica". Così il senatore 5 stelle, Maurizio Romani. "Non voglio essere complice di questa specie di linciaggio" sottolinea. "Lo faccio con dolore e con convinzione - spiega - per rimanere coerente con i miei valori e con l’impegno preso con gli elettori".

MUSSINI - "Mi dimetto perché voglio un Movimento 5 stelle sano. Ci credo fermamente e per questo ho presentato le mie dimissioni alla presidenza del Senato". Così la senatrice 5 stelle Maria Mussini spiega ai giornalisti a Palazzo Madama il motivo delle sue dimissioni.

LA BASE/LOMBARDI - "Mentre scrivevo questo post, i miei ormai ex colleghi Ivan Catalano e Alessio Tacconi hanno deciso ufficialmente di passare al gruppo misto. Per loro il post sopra non va bene, non è mai stata una questione di principio. Per loro è stata fin dall’inizio una questione di soldi ed ora finalmente potranno tenerseli senza discutere con noi altri". Lo scrive su facebook Roberta Lombardi, deputato 5 stelle.

ORTODOSSI ESULTANO - "Finalmente, zavorra che va via, persone che da questo momento diventeranno parassiti, dovrebbero dimettersi, non cambiare gruppo!". Parole scritte e sottoscritte da un gruppo di 8 deputati M5s: tra di loro i leader "ortodossi" Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Chi si sente "a disagio", dicono, "colga il momento, segua l’esempio di questi individui".

HACKERATO CASALEGGIO - "Questa notte è stato hackerato l’account twitter @casaleggio, da sempre sostanzialmente inutilizzato, dal quale stanno pubblicando messaggi falsi. La Polizia postale è stata immediatamente avvertita. I responsabili sono stati denunciati". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo.Tra i messaggi pubblicati sull’account si legge: "Il vostro Guru e’ stato bucato. Di nuovo. I suoi account? Vulnerabili. I suoi siti? Idem. Tutto". Oppure: "L’unico prodotto che dovrebbe commercializzare la Casaleggio Associati è il minestrone del casaleggio". E ancora: "E voi veramente prendete per buone le votazioni fatte su quel blog? E' un colabrodo, e vi affidate a quello anche per cose importanti. Idioti".

PIZZAROTTI - "Ieri è stata una giornata che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, e sapendo che i problemi degli italiani sono altri, perdere tempo in spaccature e dissidi interni ci indebolisce e delude tante persone che ci sono vicine". Lo scrive su facebook il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, esponente del Movimento 5 Stelle, in merito all’espulsione di quattro senatori dal Movimento. Il sindaco spiega di aver "aspettato il termine delle votazioni per dare un giudizio sulla vicenda delle espulsioni" e "lo faro’ con tutta la disponibilita’ alla comprensione di cui sono capace. Io dico con estrema buona fede ai nostri deputati e senatori: dateci elementi sulle colpe dei quattro senatori espulsi; convincetemi su quest’azione cosi’ forte e che non concede appello, perche’ io non l’ho capita. Non ho capito che cosa e’ stato commesso, e se cio’ che e’ stato commesso riguarda la violazione precisa del vostro regolamento. Ho verificato le restituzioni, e sono allineate con quelle degli altri senatori. Ho controllato l’attività di questi senatori su OpenParlamento, e oltre ad essere superiore alla maggioranza dei rappresentanti degli altri partiti, sono in linea con l’attivita’ dei nostri altri rappresentanti".

"E’ stata citata la sfiducia dei territori- osserva Pizzarotti- ma senza documentare quali sono state le modalità delle deliberazioni, le motivazioni e i votanti. Per il resto mi guida un unico pensiero: sono convinto che il confronto sia molto più funzionale dello scontro. Quando ci si sposta dai contenuti a favore dei giudizi, si indebolisce una delle caratteristiche che ci ha sempre contraddistinto. A Parma la forza di questa Giunta e di questa maggioranza è il confronto sulle idee. Un confronto forte e vivo".
"Ci unisce quello che più ci divide: due idee messe l’una di fronte all’altra ci danno il senso di cosa è giusto e cosa e’ sbagliato. Per questo non temiamo i partiti: siamo diversi, e abbiamo un’energia che gli altri non hanno", conclude.

CRITICO CAMPANELLA - "Io ho contestato l’atteggiamento sostanzialmente padronale da parte del duo Grillo-Casaleggio rispetto ai gruppi parlamentari". Così il senatore ‘dissidente’ Francesco Campanella, espulso ieri dal Movimento 5 Stelle, ospite questa mattina ad Agorà.

GUARDA IL VIDEO L'autodifesa dei senatori' dissidenti'

IERI - CAOS 5STELLE, DISSIDENTI ESPULSI

DISORDINI ALLA CAMERA, GRILLINI SOSPESI - Intanto l'Ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso di sanzionare i parlamentari 'grillini' per i disordini scatenati il 28 e il 29 gennaio. Otto giorni di sospensione dai lavori parlamentari sono stati inflitti ai deputati Alberti, Castelli, De Lorenzis, della Valle, Di Battista, Mantero, Sorial e Simone Valente per il caos creato in Commissione. Dieci giorni ad altri 21 deputati di M5S (Alberti,  Artini, Baroni, Battelli, Carinelli, Cecconi, Cominardi, Crippa, Della Valle, Felice De Rosa, Ferraresi, Gallo, Liuzzi, Lupo, Mantero, Parentela, Pesco, Romano, Valente, Vignaroli e Villarosa) protagonisti dei disordini in Aula alla Camera il 29 gennaio; 12 addirittura a Silvia Benedetti, che diede un morso a un commesso.

Inoltre a Di Battista sono stati comminati altri 10 giorni per aver impedito al capogruppo del Pd Roberto Speranza di rilasciare una dichiarazione ai cronisti nella sala stampa di Montecitorio. Infine tre giorni di sospensione e una lettera di biasimo sono stati dati a Massimo de Rosa, il deputato del M5S che rivolse insulti sessisti alle deputate del Pd il 29 gennaio.

'Punito' anche il deputato questore Stefano Dambruoso (Scelta civica), a cui sono stati comminati 15 giorni di sospensione per quanto accaduto al termine delle votazioni sul dl Imu-Bankitalia, quando colpì al volto la deputata 5 stelle Loredana Lupo. Infine dieci giorni di sospensione sono stati dati anche a Fabio Rampelli (Fdi).