Roma, 5 marzo 2014 - «È un piccolo Porcellum. Un ‘porcellinum’. E perciò va buttata». Come sempre Gianfranco Pasquino, tra i maggiori scienziati della politica, non la manda a dire. E boccia l’Italicum.
Professore, ma lei è sempre così tranchant, non concede nulla...
«Ma quali concessioni. Qui si tratta di ragionare su un progetto di legge elettorale. Che, è evidente, non va».
Nello specifico?
«La Corte costituzionale dovrebbe, in via indiretta è ovvio, far sapere che alcuni suoi ‘dettami’ non sono stati rispettati. Esempi? Tantissimi. Mi pare evidente che le liste bloccate, anche se corte, non vanno bene. Mi pare chiaro che le candidature multiple sono un vero e proprio scandalo. Mi pare che la presenza di più di una soglia di sbarramento — una delle quali costruita apposta per salvare la Lega — sia inaccettabile. La soglia dev’essere una sola. Insomma, ripeto: questo progetto va stracciato e buttato nel cestino».
Vabbè, però non è così scandaloso che i due maggiori leader (‘Matteo’ e ‘Silvio’) cerchino un accordo.
«E chi lo contesta? Io no di certo. Della serie: capisco, ma non mi adeguo. Assolutamente non mi adeguo».
Ma non saremo tutti un po’ ingenerosi verso Renzi? Un po’ troppo impazienti?
«Eh no, caro mio. È l’ex sindaco di Firenze che ha sempre detto di voler essere velocissimo. E altrettanto velocissimi siamo noi. Evidentemente aveva ragione chi diceva che una nuova legge elettorale non si può fare in pochi giorni... Specie con una ‘squadra’ di governo di tal fatta».
Ma come: sono così giovani!
«A parte due personalità, più che giovani direi, eufemisticamente, inesperti».
Non vorrà insinuare che in Italia c’è un problema di formazione delle classi dirigenti.
«Insinuo, insinuo. Il problema c’è. Poche chiacchiere. Renzi ha vinto. Alla grande. E quindi deve dimostrare la capacità di scegliere collaboratori forti. Mi dica qualcuno se, in questo governo, c’è dibattito. Non vedo e non sento. Renzi ha tanti ‘assessori’ attorno a sé, non ministri».
Però non si intravede un’opposizione, neanche nel suo partito, degna di questo nome.
«Renzi ha sbagliato quando ha usato il termine asfaltare. Deve capire che la politica è un rapporto sereno e franco tra gentildonne e gentiluomini. Certo, è vero che l’opposizione non c’è. Oppure, meglio, che si è acquattata. Aspetta. Renzi deve imparare a conciliare. Deve cercare il miglior punto di equilibrio. Lui non ha queste capacità, questo temperamento. E non ha nemmeno personalità attorno in grado di fargli capire che ‘andare avanti come un treno’ non basta. Anzi: che spesso è dannoso».

Francesco Ghidetti