Roma, 5 marzo 2014 - Sono iniziati i lavori dell’Aula di Montecitorio sulla legge elettorale. Dopo diversi rinvii, l’Italicum approda dunque in Aula, ma senza l’ormai fatidico articolo 2, quello relativo al Senato, che, quindi, non sarà sottoposto a votazione. Ma gli emendamenti al testo da votare sono in tutto circa 200 e l’Italicum rischia di slittare ancora in aula alla Camera e non chiudere, come aveva auspicato il premier Matteo Renzi, venerdì. Oggi ci sono state solo 7 votazioni, di cui 3 a scrutinio segreto, e venerdì pomeriggio l’assemblea non potrà riunirsi per permettere al gruppo di Fratelli d’Italia di partecipare al congresso. Inoltre c’è ancora da risolvere il nodo delle proposte di modifica accantonate, circa 31, su cui si riunirà il comitato dei 9 domani mattina alle 9,30. Tra le norme non esaminate anche quelle che riguardano la delega al governo per la ridefinizione dei collegi elettorali, il Salva-Lega e la parità di genere e delega sulle circoscrizioni.

La maggioranza alla Camera nel corso delle votazioni a scrutinio segreto ha dimostrato una certa tenuta pur avendo registrato un calo significativo rispetto alla soglia ottenuta a febbraio in occasione del voto di fiducia al governo (378 favorevole, ndr) considerando che sulla riforma elettorale si dovrebbe contare anche sull’appoggio di Forza Italia, che conta 67 deputati. Il primo emendamento votato a scrutinio segreto è stato respinto con 341 no; nel secondo, invece, i voti contrari sono scesi a 316. Nell’ultima votazione, la proposta è stata respinta con 325 voti, risalendo di 9 voti.

BATTAGLIA EMENDAMENTI - L’Aula di Montecitorio ha respinto l’emendamento 5 Stelle che chiede di cancellare in toto l’Italicum attraverso la soppressione dell’articolo 1. Sel ha chiesto il voto segreto. Il parere di relatore e governo è contrario. L’accordo di maggioranza e con Forza Italia supera la prima prova dell’Aula con una votazione segreta. L’Aula di Montecitorio ha invece votato a favore dell’accantonamento della delega al governo sulla definizione dei collegi. Ad avanzare la richiesta è stato il relatore Francesco Paolo Sisto, per necessari “approfondimenti”, relativi appunto all’emendamento che prevede di affidare al governo, attraverso delega, il compito di ridisegnare i collegi. Questo emendamento era frutto dell’accordo precedente tra Pd, FI e Ncd, a seguito del quale sono state eliminate le originarie tabelle in allegato che, invece, ridefinivano direttamente i collegi plurinominali. Sui collegi, tra l’altro, l’Aula ha bocciato l’emendamento di Scelta civica che chiedeva l’introduzione dei collegi uninominali. Ma l’opposizione ed anche Popolari per l’Italia protestano contro l’accantonamento della delega e la presidente Boldrini mette in votazione la richiesta avanzata dal relatore. “Mi sembra corretto non forzare gli argomenti”, è la replica di Sisto di fronte alle diverse critiche. Ma Boldrini insiste: “Se la spiegazione di ulteriore approfondimento non è sufficiente, direi di andare al voto”, afferma Laura Boldrini, pur dicendosi favorevole all’accantonamento.

I DETTAGLI - Il comitato dei nove della commissione Affari costituzionali della Camera ha deciso di accantonare l’emendamento cosiddetto ‘salva-Lega’, in quanto restano da sciogliere ancora alcuni nodi. Il comitato dei nove ha inoltre dato il via libera agli emendamenti sulle candidature multiple: l’accordo prevede che non siano ammesse più di 8 candidature multiple. In comitato dei nove tutti i gruppi si sono espressi a favore dello stralcio dell’articolo 2, relativo alle norme per il Senato, ad eccezione di Sel e 5 Stelle. L’eliminazione dal testo dell’Italicum delle norme relative al Senato fa sì che l’Aula di Montecitorio non sarà chiamata ad esprimersi su nessun emendamento presentato sulla parte dell’Italicum che prevedeva il sistema di voto per il Senato. L’accordo raggiunto ieri tra Renzi e Berlusconi sulla validita’ della nuova legge elettorale limitata alla sola Camera dei deputati aveva al centro l’emendamento D’Attorre. Ma l’incognita del voto segreto su diversi emendamenti che avrebbero potuto mettere a rischio l’intesa raggiunta (tra cui ad esempio gli emendamenti che legano la legge elettorale alle riforme costituzionali) ha indotto la maggioranza e Forza Italia a decidere di eliminare direttamente dal testo l’articolo 2, evitando cosi’ possibili rischi in Aula.

Il Comitato dei Nove ha anche deciso di accantonare dalla riforma elettorale i tre emendamenti sulla parità di genere, in quanto manca l’accordo di maggioranza sul punto. Accantonati anche due emendamenti FdI sul voto degli studenti Erasmus all’estero.

PARITA' GENERE/MALUMORE DONNE - Cresce il malumore bipartisan delle deputate, alle quali non va giù che i colleghi uomini abbiano deciso di accantonare gli emendamenti alla legge elettorale sulla rappresentanza di genere. Di emendamenti ne sono stati presentati diversi, da parte di quasi tutti i partiti, ma il comitato dei nove questa mattina ha deciso, in assenza ancora di un accordo nella maggioranza e con Forza Italia, di rinviare la questione ad un secondo momento. Fonti parlamentari di maggioranza riferiscono che gli ‘ostacoli’ maggiori arrivano proprio dal partito di Berlusconi, che non gradirebbe un vincolo stretto previsto dalla legge sull’alternanza di genere. Ma sul punto storcono il naso anche i colleghi uomini nel Pd, tanto da sostenere, con l’assicurazione dell’anonimato, che se anche le deputate dovessero “insistere e mettere a votazione gli emendamenti, avrebbero la peggio, visto che gli uomini sono maggioranza in Aula”.

Tra le proposte di modifica all’Italicum sulla parità di genere figurano quelle avanzate da Pd, Sc, Sel. In particolare, c'è un emendamento bipartisan, presentato dalla democratica Roberta Agostini e che reca, accanto a quelle dem, le firme anche da deputate azzurre, tra cui Mara Carfagna, Micaela Biancofiore, Gabriella Giammanco e Annagrazia Calabria. Ma anche le deputate di Sel e di Ncd sono pronte a dar battaglia. E si profila uno ‘scontro’ di genere, deputati versus deputate. Fonti parlamentari del Pd (maschili), danno per scontato che le deputate, “tutte insieme senza distinzione di gruppo”, non ritireranno gli emendamenti e li sottoporranno al parere dell’Aula. A quel punto, spiega ancora il deputato di maggioranza, “sara’ sicuramente chiesto il voto segreto. Ma le donne sono di meno....”.

GRILLO - “Il Pregiudicatellum di Berlusca&Renzie non tiene conto delle osservazioni della Corte sul Porcellum, la mancanza di preferenze e l’abnorme premio di maggioranza. Berlusca&Renzie non vogliono le preferenze, così possono nominare i servi che vogliono e vogliono mantenere il premio di maggioranza. Visto così il Pregiudicatellum è incostituzionale così come lo era il Porcellum”. Così Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo ‘I figli della Lupa’. “La Corte, con i suoi tempi - aggiunge - lo casserà certamente, magari tra sette anni e due elezioni. Di fronte a questo scempio istituzionale in cui la legge elettorale  diventata solo marketing per gonzi non si ode alto e forte il monito del Colle che ha sempre osteggiato il premio di maggioranza del Porcellum, ma quello del Pregiudicatellum invece e’ ottimo e abbondante”.

“Il pregiudicato e il condannato in primo grado, Berlusca&Renzie - scrive ancora Grillo - devono portare a casa il risultato della legge elettorale a qualunque costo. E la politica del dire senza fare o far finta di fare o non fare un cazzo. I due sono specialisti nell’arte di contar frottole. Renzie :”Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione”. La legge elettorale sara’ fatta solo per la Camera, il Senato e’ escluso perche’, a detta loro, comunque sara’ eliminato. Se, quando e come non lo sa nessuno. Per eliminarlo bisogna cambiare la Costituzione, quindi alle calende greche”. “Renzie - conclude - e’ stato messo li’ per fare campagna elettorale permanente per le europee. Dice cose, vede gente e rompe i coglioni alle scolaresche in mondovisione”.

NAPOLITANO - “Lasciamo lavorare la Camera”, è stato il commento secco del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sui nuovi passaggi della riforma elettorale. Il capo dello Stato ha parlato lasciando l’albergo a Tirana per recarsi all’incontro con il presidente albanese Bujar Nishani nell’ambito della sua visita di Stato in Albania.

QUAGLIARIELLO: "SUBITO ABOLIZIONE SENATO" -  “Con la decisione di limitare la legge elettorale alla sola Camera l’accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi e’ stato revisionato”,  dice l'ex ministro Gaetano Quagliariello (Ncd) alla Telefonata di Canale 5. “Le riforme vanno fatte - ha aggiunto - con le maggioranze più ampie, ma non esiste una maggioranza di governo alternativa a quella esistente”. Secondo Quagliariello la modifica del ruolo del Senato come rappresentanza delle realtà locali “può essere incardinata subito a Palazzo Madama, prima che venga approvata la riforma del porcellum”.