ROMA, 11 marzo 2014 - La Camera continua con i lavori sulla legge elettorale . Ecco l'elenco degli emendamenti approvati:

-  approvato l’emendamento all’Italicum che garantisce la rappresentanza delle minoranze linguistiche in Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige.

- bocciato l’emendamento di Sel, appoggiato dalla Lega, che mira a evitare il cosiddetto ‘effetto flipper’ per i piccoli partiti, ovvero, come la definisce Franco Bordo di Sel “la ruota della fortuna”. Per i piccoli, infatti, si profila con l’Italicum una elevata aleatorietà sulla distribuzione dei seggi.

- Ok al 'cuore' del provvedimento. Via libera all’emendamento che stabilisce la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza; la soglia del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione; la soglia dell’8% per i partiti non coalizzati e la soglia del 12% per le coalizioni. Inoltre, fissa al 15% il premio di maggioranza.

Introduce il criterio del doppio turno di ballottaggio per le due coalizioni (o partiti) che ottengono più voti ma non arrivano né superano la soglia del 37%. Questo, che è ‘cuore’ della legge elettorale è passato alla Camera con 315 sì e 237 no. L’impianto base dell’Italicum, frutto dell’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, e’ stato approvato con uno scarto di 78 voti.

- Resta il limite massimo di sei seggi per circoscrizione. E’ stato infatti bocciato l’emendamento di Sel che mirava ad alzare il limite massimo a otto seggi e quello minimo a quattro. La legge elettorale in discussione alla Camera prevede che “i seggi spettanti alla circoscrizione sono assegnati in collegi plurinominali nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei”. 

- Bocciato l’emendamento di Fdi che puntava all’introduzione delle preferenze. L’emendamento La Russa, appoggiato da  M5s, Sel, Lega, Fdi, Per l’Italia e Centro democratico, è stato bocciato con 299 sì, 264 no e un astenuto.

- Bocciato a voto palese l’emendamento che mirava a introdurre le primarie - con tanto di preferenze di genere - obbligatorie per legge. L’emendamento porta come prima firma quella del lettiano Marco Meloni, ma la richiesta di modifica al testo dell’Italicum era appoggiata da tutta la minoranza Pd, con bersaniani, civatiani, prodiani, Rosy Bindi, e anche la renziana Simona Malpezzi.

-  Approvato l’emendamento che porta ad un massimo di 8 le multicandidature. Sull’emendamento commissione e governo hanno dato parere favorevole. Inizialmente le multicandidature erano previste per un massimo di 5, ma a seguito del nuovo accordo politico e su richiesta di Ncd, si e’ stabilito di alzarle fino a otto.

Esclusa la possibilità di voto disgiunto. E’ stato infatti approvato un emendamento alla legge elettorale, a prima firma del renziano Matteo Richetti, che esclude la possibilita’ per l’elettore di votare per una lista - tracciando un segno sul rispettivo simbolo - e poi segnare il nome di un candidato appartenente ad una lista diversa.

- Respinto per 20 voti di scarto l’emendamento a prima firma Gregorio Gitti (Per l’Italia) che mira a introdurre la doppia preferenza con il vincolo dell’alternanza uomo-donna. Sono stati i 277 i sì, 297 i no e 1 astenuto. Dopo essere state bocciate le proposte di modifica sulla parità di genere, in tanti, dalle opposizioni al relatore, hanno definito questa come “l’ultima chiamata”. “L’elettore - si legge in particolare nell’emendamento - può manifestare un massimo di due preferenze, esclusivamente per candidati della lista da lui votata, purché siano di genere differente”.