Roma, 13 marzo 2014 - Le coperture economiche per il piano di rilancio dell’economia ci sono. Ad assicurarlo è il premier Matteo Renzi ospite di 'Porta a Porta'. "Certo che i soldi ci sono: il punto è dove si mettono, sono anni che la politica allarga il suo raggio di azione e i cittadini pagano. Noi stiamo proponendo un’inversione, la politica stringe la cinghia e ne beneficiano i cittadini", dice infatti il presidente del Consiglio.

"Venderemo le auto blu all’asta così i simboli del potere saranno a portata di mano", spiega Renzi, sottolineando che "sono almeno 1.500 le auto blu che si possono vendere". "Certo è un aspetto simbolico della spending review, poi c’è la vera riduzione delle spese", aggiunge. Spending review che riguarderà, ad esempio, il taglio delle province. "Il risparmio da dove viene? Non dai dipendenti che verranno trasferiti, ma ci sono 108 sedi della Banca d’Italia e 108 sedi delle prefetture che piano piano andranno via".

"BONUS A MAGGIO O SONO UN BUFFONE" - Ma Matteo Renzi ci tiene soprattutto a ribadire che "a chi guadagna meno di 1500 euro al mese come lavoratore dipendente o assimilato, quindi anche i co.co.pro., diamo 10 miliardi l’anno. Sono dieci milioni di italiani a cui vanno mille euro netti l’anno". Il premier spiega che è impossibile adesso "fare il conto preciso di quanto andrà in busta paga" con il taglio dell’Irpef  perché "dipende anche da come funzionano le detrazioni", ma "che siano 75 o 85 euro, non fa molta differenza". "E’ un piccolo aiuto, ma è la prima volta che succede", dice.

"Dietro i numeri c’è una vita reale di persone che hanno visto finora le bollette crescere e gli stipendi bloccati. Per la prima volta il governo mette un limite agli stipendi dei consiglieri e dà ottanta euro permanenti al mese nella busta paga. In ogni caso tutti i dati verrà messo online", insiste. "La cosa che stiamo cercando di fare sarà quella di rendere visibile in busta paga il bonus che arriva dalla manovra del Governo. Diranno ‘stai facendo un’operazione di marketing’. Sì, anche questo", ammette il presidente del Consiglio che su questa operazione si gioca la sua credibilità. "Se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che Matteo Renzi è un buffone", aggiunge.

SPENDING REVIEW - Tornando alle coperture, Renzi spiega da dove arriveranno i soldi. "Cottarelli ha detto ‘io più di 3 miliardi all’anno di revisione della spesa non ci sia la volontà politica di farlo’, ma io ho verificato. Sono 7 miliardi, Cottarelli dice 3 in maniera prudenziale", spiega. "Prenderemo altri 500 milioni di euro dagli stipendi dei manager. Se sei un dirigente della pubblica amministrazione è giusto che guadagni più del presidente della Repubblica? No e ci sono molti dirigenti che guadagnano di più e la media tra dirigenti italiani e quelli inglesi e tedeschi è sproporzionata", prosegue il presidente del Consiglio.

"La terza voce di bilancio, che è anche il nostro incubo dai tempi di Monti, è lo spread. Se noi consideriamo il differenziale tra 250 e 200 abbiamo i risparmio netto di due miliardi e duecento milioni", dichiara Renzi. La spending review, inoltre, riguarderà anche le spese militari, segnatamente "100 milioni quest’anno, 1,5 miliardi nel 2015 e 2,2 miliardi nel 2016". "Sulla Sanità, invece, abbiamo dei margini di miglioramento, non raccontiamo che non è così - dice ancora il premier -. La spending review la facciamo, ma i soldi li lasciamo sulla Sanità".

NO PRELIEVI SULLE PENSIONI - Il presidente del Consiglio smentisce un prelievo sulle pensioni. "I pensionati non daranno alcun contributo - dice -. L’idea che chi guadagna 2900-3000 euro di pensione sia chiamato a un contributo va escluso. Chi sostiene che i pensionati pagheranno la manovra sbaglia, per i pensionati non cambia niente". Renzi, poi, esclude l'introduzione di una patrimoniale e avoca a Palazzo Chigi tutta la responsabilità della spending review. "La colpa del fatto che si va a tagliare qualcosa se la prende il presidente del consiglio", spiega.

Per Renzi è di primaria importanza sbloccare i debiti della pubblica amministrazione. "Se noi paghiamo i debiti della Pa e se pompiamo soldi nell’economia reale, accade che il soggetto che vince appalto per rimettere a posto una scuola, paga Iva. Ecco perché è importantissimo sbloccare debiti della Pa", dice e scherza con il conduttore Bruno Vespa. "Il 21 settembre, a San Matteo, ultimo giorno d’estate, se abbiamo sbloccato tutti i debiti della P.a., lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario". Ma ammette che, se il 'piano choc' non andrà a buon fine: "So dove mi mandano gli italiani...".

BOTTA E RISPOSTA CON L'UE - Il presidente del Consiglio risponde poi all'Europa, che oggi è intervenuta dicendo la sua in merito alle riforme. Da una parte, infatti, la Commissione europea ha detto di accogliere "positivamente l’intenzione di ridurre il cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review", dall'altro però ha ricordato che il nostro Paese deve rispettare "il patto di stabilità e di crescita" per raggiungere un bilancio strutturale in pareggio nel medio termine. A bacchettare l'Italia ci ha poi pensato anche la Bce, che, nel suo bollettino mensile, ha sottolineato come non siano stati conseguiti "progressi tangibili" per consolidare la tendenza al ribasso del deficit. Critiche a cui lo stesso Matteo Renzi aveva risposto durante un convegno, evidenziando che il governo italiano rispetta tutti gli impegni che ha con l’Europa ma che "dobbiamo fare in modo che l’Europa sia l’Europa dei popoli e dei cittadini e non solo dei vincoli" (VIDEO).

Ora, però, entra nel dettaglio e spiega che "dobbiamo rispettare tutti gli impegni, compreso il 3% del rapporto deficit/Pil, dopodiché facciamo una battaglia affinché l'Ue veda un'Italia autorevole che va con la certezza di essere uno dei grandi". Ma aggiunge: "Non teniamo in ordine i conti per fare un favore ai capi di stato e di governo; ma perché chi non lo ha fatto in passato ha sbagliato. Lo dobbiamo ai nostri figli e non ai figli dei capi di stato. E’ come se la nonna porti i nipoti al ristorante e dica ‘ora lasci loro un bel conticino da pagare’". Quanto alla Bce, "siamo andati avanti tutto il giorno con un documento che sembrava bocciare la manovra ma che è del 2 marzo. Stiamo parlando di dieci giorni fa, poi è un’analisi anche condivisibile".

LEGGE ELETTORALE - Renzi parla anche della legge elettorale. "Se io non avessi messo fretta non avremmo approvato la legge elettorale neanche nel 2015", dice sottolineando che è stato importante aggiungere "un senso di urgenza". "Darsi dei tempi è fondamentale - osserva il premier -, ma è un rischio pazzesco". Quanto alla parità di genere, aggiunge, "in Italia non c’è mai stata. A tutti questi campioni della parità dico ‘in questi anni dove erano? Il principio è giusto, ma i paladini della presenza delle donne devono sapere che la parità del genere l'abbiamo messa noi".

"Dobbiamo riuscire entro il 25 maggio a chiudere la partita sulla legge elettorale e la prima lettura della riforma del Senato", spiega ancora il premier rimarcando che così "dimostriamo che riusciamo a cambiare la politica". "Grillo - aggiunge - non lo batti se dici che è brutto e cattivo, ma se dimostri di fare quello che lui diceva" che è necessario fare in termini di semplificazione e riforma della politica. Quando si andrà a votare per le Politiche? "Nel 2018", risponde secco Renzi. "Questa classe politica che sta in Parlamento - conclude - ha l’ultima chance di dimostrare che può cambiare le cose".

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