Roma, 23 marzo 2014 - Matteo Renzi tira dritto malgrado le critiche di Confindustria e Cgil. "Mi interessa il consenso delle famiglie italiane non quello delle associazioni", dice infatti il premier al Tg1 . "Ho definito Squinzi e Camusso la strana coppia - aggiunge - perché mi fa un po’ sorridere il fatto che sono 20 anni che si arrabbiano che guardando la Tv la sera vedo Confindustria e sindacati arrabbiarsi perché ai politici danno soldi e alle famiglie e ai lavoratori meno soldi. Ora, una volta tanto che abbiamo cambiato e che abbiamo iniziato a ridurre il numero dei politici, a restituire i soldi alle famiglie e ad abbassare l’Irap. Speravo che gli imprenditori e i sindacati fossero d’accordo. Niente. Sono arrabbiati anche stavolta. Pace; ce ne faremo una ragione..."

"L'importante è che l'Italia cambi e si rimetta in moto", continua il presidente del Consiglio ritornando anche sulla rivolta dei supermanager per il taglio ai loro compensi. "Resisteranno a parole ma poi ovviamente è naturale che le cose cambino, non è possibile che l’Ad di una società guadagni 1000 volte in più dell’ultimo operaio, torniamo ad un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo", aggiunge Renzi. "Quando c’era Olivetti - prosegue - il rapporto era di 1 a 10, torniamo ad un principio di giustizia sociale, dare un po’ meno a chi guadagna milioni e rimettere in modo economia ed il ceto medio".

E sul prossimo incontro a Roma con il presidente statunitense, anticipa: "A Obama dirò che sono orgoglioso e fiero dei progressi dell’Italia. Gli chiederò anche consigli - aggiunge - perché in America le aziende sono tornate a investire e la disoccupazione a scendere".

Ieri il ministro dell'Economia Padoan aveva assicurato che le politiche per la crescita non avrebbero messo a rischio i conti. 

L'AVVERTIMENTO DI EPIFANI - Eppure un avvertimento a Matteo Renzi è giunto oggi dall'ex segretario del Pd, Guglielmo Epifani, circa la necessità di ascoltare le parti sociali. "Io credo che in Italia non c’è nessuno che non richieda un cambiamento. Sia Squinzi che Camusso vogliono il cambiamento, non credo che i capi di organizzazioni sociali non pensino che si debba cambiare. Il problema semmai è quale cambiamento, con quali strumenti e quali obiettivi", ha detto Epifani, ospite di 'In mezz’ora'. Per Epifani, però, "il decreto lavoro viene incontro alle richieste delle aziende. Per cui non capisco le critiche di Squinzi, sbaglia a criticare". Detto questo, Epifani ha spiegato che "nel passaggio del decreto alla Camera si discuterà e si troverà il modo di aggiustare il provvedimento, perché così com’è presenta dei problemi. Non dobbiamo fare guerre ideologiche né dividerci". Insomma, "per una forza di centrosinistra il dialogo con le parti sociali è una condizione fondamentale, bisogna mantenere un filo di dialogo. Il governo non deve fare quello che dicono le parti sociali ma ascoltare quello che dicono sì".

CAMUSSO - Oggi, inoltre, è giunta anche la replica di Susanna Camusso alle parole del premier sui bilanci del sindacato. "Mi sento offesa da Renzi: il presidente del Consiglio sa bene, e se non lo sa è perché disattento, che la Cgil pubblica i suoi bilanci dal 1976", ha detto il segretario della Cgil, intervenendo telefonicamente a RaiNews. La Cgil - ha spiegato - "ha sempre pubblicato i suoi sul cartaceo, li pubblicava la rivista Rassegna sindacale e sono on line da quando esiste il sito della Cgil". Camusso ha replicato a Renzi anche sui servizi fiscali che i sindacati offrono a iscritti e contribuenti: "sono regolati dalla legge - ha detto - quella di Renzi è una polemica sterile. E’ sbagliato che il capo del governo usi come argomento polemiche cose che non vere". "Quello con Confindustria è un asse che non esiste, i temi sono profondamente diversi e le critiche che il sindacato e gli industriali hanno mosso all’operato del governo sono state di segno diverso".

"Il taglio degli stipendi dei manager l’avevamo invocato con il governo Monti, quando avevamo scoperto che si stavano già cercando vie di fuga, ma è necessario chiudere la forbice e il divario non comprensibile tra le retribuzioni dei manager e quella dei dipendenti". "Ho il sospetto - ha aggiunto Camusso - che anche tra gli stessi manager pubblici ci sia una differenza nelle retribuzioni e non vedo quale relazione ci sia con i risultati che hanno raggiunto. Serve un maggior equilibrio e rispetto dei lavoratori".

IL VERTICE DELL'AJA - Renzi sarà domani ospite all’Aja del vertice sulla sicurezza nucleare a cui partecipano 58 Paesi, incontrerà in colloqui bilaterali il premier giapponese Shinzo Abe e quello canadese Stephen Harper. A margine del vertice si terrà anche un G7 sulla sicurezza dopo la crisi ucraina. E per Renzi sarà anche l’occasione per un primo incontro da premier con il presidente Obama, che ospiterà poi giovedì a Roma.

I due si erano già visti, per un breve saluto quando Renzi era sindaco di Firenze, ma lunedi e martedi in Olanda e giovedi’ a villa Madama ci sarà l’occasione per discutere in modo approfondito dei diversi dossier aperti, dalla Libia alla Siria, dagli F35 all’Ucraina, dal Libano all’Afghanistan. Obama ha già fatto sapere di essere ansioso di incontrare il premier italiano e molto probabilmente l’impostazione di una Ue meno rigida che Renzi sta cercando di sollecitare non è mal vista dal presidente Usa.

SCUOLA DI SCALEA - Appena rientrato in Italia, di nuovo una scuola, questa volta a Scalea, di nuovo nel Sud. Ma al nord il premier si dedicherà dieci giorni dopo, con due visite a Milano e nel Veneto.
Nella capitale lombarda, Renzi andrà per rassicurare l’ad di Expo Giuseppe Sala, dopo il suo grido di dolore di ieri, sul fatto che il governo ha intenzione di dare il massimo impulso ai lavori di preparazione della kermesse del 2015. "Ce la faremo, lItalia farà una figura eccezionale" ha fatto sapere ieri il premier ieri al telefono.

VISITA IN VENETO - Sempre nella stessa settimana una visita in Veneto, dopo il referendum secessionista dei giorni scorsi, per segnare l’interesse del governo per una regione traino dell’economia in un’Italia che non puo’ che essere una e indivisibile, nel rispetto delle diversità.

RIFORMA DEL SENATO - Il pezzo forte della riunione di venerdì sarà la riforma del Senato e del titolo V, riforma, la prima, contro cui già si stanno addensando nubi e oliando freni. "Non mi faro’ fermare dalla palude" ha già detto chiaro e tondo il premier, che potrebbe trovare qualche ostacolo anche nella direzione del suo partito.

l’intenzione è di imprimere una accelerazione irreversibile, anche perché la settimana successiva Renzi sarà nuovamente impegnato soprattutto sul fronte estero, a Londra e a Bruxelles, per un colloquio con Cameron e una visita alla City e per il quarto vertice Ue-Africa, il primo dopo le primavere arabe.