Roma, 14 aprile 2014 - Si allungano i tempi per la decisione su Marcello Dell'Utri in Libano. L'ex senatore non è comparso stamani davanti ai magistrati libanesi per un’udienza di convalida dell’arresto, perchè tale udienza non è prevista dalla legge. Così il procuratore generale della Cassazione, Samir Hammud, sottolineando che Dell’Utri potrebbe rimanere detenuto “fino alla decisione sull’estradizione”. "Fino alla ricezione del dossier con la richiesta di estradizione - ha sottolineato l’alto magistrato - non ho nemmeno l’obbligo di vedere il detenuto per un’udienza”.

"Quando riceverò il file dall’Italia - ha detto Hammud ricordando le norme previste dalla convenzione tra Italia e Libano per l’estradizione - dovro’ studiarlo e interrogare Dell’Utri. Successivamente dovrò presentare al ministro della Giustizia una relazione con parere favorevole o contrario alla richiesta. Sarà poi il potere esecutivo a prendere la decisione finale con un provvedimento che dovrà essere firmato dallo stesso ministro della Giustizia, dal primo ministro e dal presidente della Repubblica”.

La moglie e il figlio di Marcello dell’Utri sono giunti ieri pomeriggio nella capitale libanese Beirut, riferisce il quotidiano panarabo al Hayat, il quale, citando fonti anomine, afferma che i familiari dell’ex senatore “sono in attesa dell’autorizzazione della procura generale (libanese) per incontrare il loro congiunto nel luogo dove è detenuto nella ‘sezione informazione’ delle forze della sicurezza interna”.

Lo stesso quotidiano riferisce di aver appreso che “il mandato di cattura emesso dall’Interpol contro uno dei collaboratori” dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi “è vincolante per tutti gli Stati aderenti all’organizzazione internazionale di consegnarlo alle autorità italiane per essere processato dell’accusa di appartenenza ad un’organizzazione criminale”.

Intorno alle 11 al Palazzo di Giustizia della capitale libanese sono arrivati funzionari dell’ambasciata italiana e tre funzionari italiani dell’Interpol. Dell’Utri ha passato le 48 ore dopo l’arresto in isolamento presso il comando generale della polizia di Beirut. Chi ha incontrato l’ex senatore sabato mattina, durante la notifica del provvedimento di arresto, ha detto di averlo trovato in buone condizioni. “Non ha mostrato alcuna reazione scomposta e ha detto di essere stato trattato bene”, hanno sottolineato le fonti.

DELL'UTRI, I GIORNI DEL GIUDIZIO di A. Farruggia

RICHIESTE DI RINVIO - Intanto, dopo la richiesta di rinvio del processo che si dovrebbe tenere domani in Cassazione, presentata dall’avvocato di Marcello Dell’Utri, Massimo Krogh, ricoverato in ospedale, anche il secondo difensore dell’ex senatore presenterà istanza di spostamento dell’udienza. Il penalista, Giuseppe Di Peri, depositerà un certificato medico che prova la sua impossibilità di partecipare al processo che potrebbe rendere definitiva la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa di Dell’Utri.

La notizia della prima richiesta di rinvio era stata confermata da Krogh. In presenza di una sola istanza di spostamento il processo si sarebbe potuto celebrare comunque in quanto la discussione poteva essere affidata al secondo difensore. Eventualità ora piu’ difficile visto l’impedimento dell’intero collegio difensivo.

PARLA UNO DEI LEGALI - Se Dell’Utri avesse voluto sottrarsi alla giustizia italiana "non avrebbe usato la carta di credito né il telefonino a lui intestato, né si sarebbe registrato in albergo con il suo nome. E’ quello che sosterràdavanti al giudice libanese. La speranza nell’immediato è di avere una misura meno afflittiva del carcere", afferma Giuseppe Di Peri, avvocato difensore di Marcello Dell’Utri alla Stampa.