Roma, 15 aprile 2014 - Dopo l’incertezza delle ultime settimane, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, confermano la tenuta del patto sulle riforme siglato lo scorso gennaio a Nazareno. In oltre due ore di faccia a faccia a Palazzo Chigi, il premier e il leader di Forza Italia ribadiscono la comune volontà di andare avanti sia sulle riforme elettorali che sull’Italicum. 

Fonti sia azzurre che vicine a Renzi spiegano che si è trovato l’accordo su alcune modifiche, ma non sostanziali - non si tocca lo stop al Senato non più elettivo, ad esempio - al ddl costituzionale. Dall’ex Cavaliere, inoltre, è arrivato l’impegno sulla tenuta del suo partito, anche sul timing: ok al primo via libera entro il 25 maggio. 

Non che le fibrillazioni interne a FI siano rientrate. Anzi, tra i senatori il malessere non si placa, tanto che al momento la proposta alternativa, ipotizzata da alcuni senatori azzurri, di un ddl di riforma costituzionale resta in piedi, così come - seppure strettamente bollata come via non percorribile da Giovanni Toti - la tentazione di appoggiare il testo presentato da Chiti e altri del Pd. Ma Berlusconi non ha, al momento, nessuna intenzione - ne’ interesse - a sfilarsi dalla partita riforme. Allo stesso tempo, pero’, l’ex premier deve garantire la tenuta del suo partito. Per questo, viene spiegato, l’ex Cavaliere chiede a Renzi di non prevedere per le riforme, soprattutto quella del Senato, un percorso blindato, ma di aprire ad alcune modifiche.

Sul punto, spiegano ancora fonti azzurre, ci sarebbe una apertura da parte del premier, ma con un paletto irremovibile: la struttura di fondo e l’impianto del ddl varato dal governo non possono essere stravolti. Il che, tradotto, significa innanzitutto che sul punto del Senato non piu’ elettivo non si transige. Ma da parte di Berlusconi e dei suoi ‘ambasciatori’ riuniti nella sede del governo, la disponibilità a proseguire sulle riforme e a mantenere in piedi il patto siglato lo scorso gennaio al Nazareno c’è tutta.

Del resto, viene fatto notare da fonti azzurre, l’ex premier ha volutamente anticipato oggi il rientro nella Capitale proprio per sciogliere i nodi sul tavolo. Certo, viene sottolineato, Berlusconi sa che, se pur non in termini drastici, la sua agibilità politica nei prossimi mesi sarà un po’ limitata e, quindi, ha la necessitàdi restare sulla scena e cointestarsi le riforme. Ma al tempo stesso l’ex premier insiste affinché l’iter dell’Italicum non subisca un forte rallentamento. Quanto al capitolo legge elettorale, i timori di premier e Pd sulla richiesta di Berlusconi di modificare l’Italicum qualora le europee vadano male per Forza Italia, hanno spinto a chiedere nuove garanzie a al Cavaliere, che - spiegano - avrebbe assicurato il sostegno del suo partito.