Milano, 15 aprile 2014 - Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso a Silvio Berlusconi la pena alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la condanna per il processo Mediaset, al netto del condono, di un anno.

Respinta la richiesta dei legali che avevano segnalato una comunità indicata dallo stesso ex premier: la pena verrà scontata in una struttura diversa, indicata dall’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna). Insomma, l'ex Cavaliere non 'lavorerà' a Macherio né ad Arcore ma a Cesano Boscone,  in un centro gestito dalla Fondazione Sacra Famiglia.

UN GIORNO A SETTIMANA - Il leader di Forza Italia andrà ad assistere gli anziani, nella struttura svolgerà “l’attività socialmente utile di volontariato” presso “l’instituto per anziani indicato dall’Uepe" con impegno di una volta a settimana e per un tempo non inferiore a 4 ore consecutive, secondo le modalità che verranno concordate con l’Uepe”, si legge nella nota diffusa dal presidente del tribunale di sorveglianza di Milano Pasquale Nobile De Santis.

A ROMA DAL MARTEDI' AL GIOVEDI'- Silvio Berlusconi non potrà lasciare Lombardia ma potrà recarsi a Roma - specifica il comunicato del giudice -  “non potrà (salvo specifiche autorizzazioni) lasciare la Lombardia ma è autorizzato, come da sua richiesta, a recarsi in Roma presso il domicilio da lui indicato, dal martedì al giovedì, con rientro al suo domicilio in Lombardia, entro le ore 23 del giovedì stesso”. 

SCEMATA PERICOLOSITA' SOCIALE - Secondo i giudici del tribunale di sorveglianza di Milano ci sono alcuni “elementi” che “evidenziano la scemata pericolosità sociale di Silvio Berlusconi e appaiono quantomeno indici di volontà di recupero dei valori morali perseguiti dall’ordinamento”, si legge nell’ordinanza di dieci pagine firmata dai giudici.

Tra questi elementi, il tribunale sottolinea il risarcimento dei danni pagato dall’ex premier nel processo in cui era imputato per frode fiscale e il pagamento delle spese processuali. Circostanze, queste, che indicano il “riconoscimento della sentenza di condanna”. Inoltre, i giudici sottolineano la disponibilità manifestata, attraverso i suoi legali, di svolgere un’attività riabilitativa per espiare la pena.

All’inizio dell’ordinanza, i giudici sottolineano che chi “viene affidato in prova al servizio sociale è ancora una persona socialmente pericolosa, altrimenti non potrebbe essere eseguita una pena nei confronti di una persona che si fosse gia’ del tutto rieducata”. Tuttavia, per il collegio presieduto da Pasquale Nobile de Santis “la misura alternativa può svolgere una funzione rieducativa e di recupero sociale della persona anche qualora questa sia perfettamente inserita socialmente e laddove anzi il condannato sia stato capace di influenzare l’ambiente in direzione incompatibile con le regole del diritto e dell’ordinato vivere civile”. “Anche in questo caso il recupero può essere perseguito”, concludono i giudici, i quali, nel passaggio finale del provvedimento, sostengono che “l’affidamento in prova possa sostenere e aiutare il soggetto a portare a maturazione quel processo di revisione critica di emenda oggi in fieri”.

SE OFFENDE LE TOGHE... - In diversi passaggi dell’ordinanza  i giudici ‘avvertono’ Silvio Berlusconi della necessità di mantenere un buon comportamento durante il periodo in cui sconterà la misura alternativa. In modo particolare si riferiscono alle “recenti esternazioni pubbliche fatte dal condannato nei confronti della Magistratura che sono offensive e manifestano spregio di questo ordine, ivi compreso di questo collegio”.

“Tali comportamenti - è il ‘monito’ dei giudici - ben potrebbero inficiare quegli indici di resipiscienza cui si e’ accennato, specialmente laddove reiterati in epoca successiva alla concessione dell’affidamento”. I giudici insistono sull’importanza dei “concreti comportamenti tenuti durante l’esecuzione della pena che dovranno comunque mantenersi nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni; e ciò sarà richiesto a maggior ragione stando alla condizione sociale ed economica del condannato e al contesto culturalmente privilegiato” in cui vive. 

IL COMUNICATO DEL TRIBUNALE

AGIBILITA' POLITICA - L’agibilità politica di Silvio Berlusconi non appare compromessa con la decisione del tribunale di Sorveglianza di Milano, di far scontare all’ex premier la pena residua di un anno ai servizi sociali. I giudici, oltre a stabilire presso quale struttura Berlusconi dovrà prestare attività di volontariato e in che modalità, hanno anche dato l’autorizzazione all’ex presidente del consiglio di recarsi a Roma dal martedi’ al giovedi’, presso il domicilio da lui indicato (presumibilmente Palazzo Grazioli, sua residenza nella Capitale). Inoltre, pur indicando che non potra’ altrimenti uscire dalla Lombardia, resta salva per lui la possibilita’ di fare richieste di autorizzazione specifiche.

In vista della campagna elettorale per le prossime elezioni europee, in calendario per il 25 maggio prossimo, queste prescrizioni dovrebbero consentirgli di proseguire nel suo impegno politico.

LA TEMPISTICA - Entro la fine di aprile diventeranno esecutive le prescrizioni nei confronti di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha dieci giorni di tempo presentarsi alla sede milanese dell’Uepe, che si trova vicino al carcere di San Vittore per firmare il provvedimento del Tribunale.
Da quel momento scatteranno vincoli e divieti e comincerà a essere espiata la pena. Se non ci saranno revoche dell’affidamento, previste nel caso di violazioni delle prescrizioni o della legge , l’ex Cavaliere finirà di scontare la pena non a marzo 2015, ma un mese e mezzo prima, grazie allo sconto previsto dalla legge.

I LEGALI: DECISIONE EQUILIBRATA -  “La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano appare equilibrata e soddisfacente anche in relazione alle esigenze dell’attività politica del presidente Berlusconi”, dichiarano in una nota gli avvocati del leader di Forza Italia, Franco Coppi e Niccolò Ghedini.

CAPEZZONE: C'E' VULNUS -  “L’affidamento ai servizi sociali è certamente meno afflittivo degli arresti domiciliari. Ma non si vede chi e cosa debba essere ‘rieducatò e ‘recuperatò. Il vulnus democratico c’è tutto”, afferma Daniele Capezzone, Forza Italia, Presidente della Commissione Finanze della Camera.

“In un Paese dell’Occidente avanzato, un leader scelto liberamente un anno fa da circa 10 milioni di italiani viene prima espulso dal Parlamento, poi privato del diritto di voto, e ora costretto a un regime caratterizzato comunque da limitazioni personali. Anche la sinistra farebbe bene a rendersi conto che il problema non riguarda solo il cittadino Berlusconi e i suoi elettori, ma riguarda tutti”.

FITTO: DEMOCRAZIA FERITA - “La decisione di queste ore è meno negativa di quanto si poteva temere. Ma ciò non toglie che resti una profonda ferita alla democrazia italiana”, dice Raffaele Fitto di FI. 

“Dapprima - aggiunge Fitto - il lungo uso politico della giustizia contro Silvio Berlusconi; poi l’ingiusta condanna inflittagli nei mesi scorsi (ricordiamolo: fondata sul nulla); poi la decadenza dal Senato; poi l’incredibile accelerazione di tutte le procedure: tutto ciò determina una ferita non solo ai danni di Silvio Berlusconi, ma anche ai danni del diritto di milioni di italiani ad avere piena rappresentanza politica e istituzionale. E il silenzio pilatesco della sinistra, vecchia e nuova, mostra che il problema c’è: resta un assoggettamento di fondo della sinistra all’uso politico della giustizia come arma impropria contro gli avversari”.

IL VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI - A Palazzo Grazioli vertice con lo stato maggiore di Forza Italia e Silvio Berlusconi sulla chiusura delle liste per le Europee. Nella residenza romana dell’ex premier , tra gli altri, i due capigruppo di Camera e Senato, Brunetta e Romani, il consigliere politico Giovanni Toti, Denis Verdini, Altero Matteoli (per le liste amministrative). A Palazzo Grazioli, nella tarda mattinata di oggi, era giunto anche l’avvocato dell’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini. "Il fatto che dopo vent’anni dalla mietitura giudiziaria che avrebbe potuto consentire al partito comunista di arrivare al potere Berlusconi e Dell’Utri oggi sono ristretti in provvedimenti definiti dalla magistratura, la dice lunga sullo stato del nostro Paese. E’ un vulnus che riteniamo grave, non possono essere i giudici a decidere chi deve governare il Paese, il problema della riforma della giustizia si pone fino in fondo", ha detto Romani, interpellato dai cronisti al termine dell'incontro. Il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, dai microfoni di Studio Aperto, dice invece: "Avevamo chiesto che il nostro presidente Berlusconi potesse rappresentare milioni di moderati che credono in lui da vent’anni, e così mi pare che sia". "La sentenza continuiamo a considerarla ingiusta ma l’applicazione della sentenza da parte del tribunale di Milano ci sembra ragionevole - sottolinea Toti - perché consente a Berlusconi di rappresentare i moderati di questo Paese in campagna elettorale".

L'AFFONDO DI D'ALEMA - "Sono rispettoso delle sentenze dei magistrati. Berlusconi ha avuto una certa attenzione per il suo ruolo politico e pubblico... Viene da pensare che cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti, per reati minori possono andare direttamente in prigione". Così Massimo D’Alema intervenendo a 'Porta a porta'. Insomma, per l’esponente Pd c'è una "giustizia a velocità variabile".