Roma, 15 aprile 2014 - Piazza Affari reagisce in modo scomposto alle nomine del Tesoro sulle partecipate. Tonfo per i titoli Finmeccanica. In chiusura cede il 5,22% a 6,35 euro. E va giù anche Ansaldo Sts (-4,81% a 7,71 euro), sui timori che l’arrivo di Mauro Moretti segni un cambio delle strategie. Dopo l’annuncio della candidatura del 'tandem' Grieco-Starace, Enel chiude in calo del 2,39% a 3,91. Mentre con Marcegaglia-Descalzi Eni va giù dello 0,38% a 18,39.

PIAZZA AFFARI - Chiusura di seduta in forte calo per l'indice Ftse Mib termina sui minimi di giornata, con un -2,33% a 20.817 punti, mentre l’All Share perde il 2,18%. Piazza Affari ha risentito come gli altri mercati innanzitutto delle tensioni in Ucraina, dove vi sono state operazioni militari e che, secondo la Russia, sarebbe sull’orlo di una guerra civile. Sul piano macroeconomico ha inciso anche il dato negativo sull’attività manifatturiera nello stato di New York, ma più di tutto il listino ha accusato le voci circa l’ipotesi di portare l’aumento di capitale del Monte Paschi da 3 a 5 miliardi di euro.

NAPOLITANO: NESSUN INTERVENTO - Del colloquio di ieri mattina tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio "sono apparse sulla stampa ricostruzioni fantasiose, addirittura attribuendo in qualche caso al Capo dello Stato interventi nel merito di specifiche ipotesi di nomine in aziende pubbliche". Lo afferma, in una nota, il Quirinale, sottolineando che "nessun intervento del genere si è verificato, in quanto le responsabilità di decisione proprie del Governo sono state pienamente rispettate".

CAMUSSO POLEMICA - La scelta di nominare, ai vertici delle principali società partecipate, delle donne rappresenta "un segnale comunque importante" anche se il tetto agli stipendi dei manager "è stato proposto per i presidenti e non per gli amministratori delegati: casualmente tutte le donne sono presidenti". Così, a margine del congresso dello Spi-Cgil, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Replicando a chi le chiedeva un commento sulla nomina di donne ai vertici di importanti società partecipate, Camusso si è limitata a replicare: "Credo sia un segnale comunque importante, anche in ossequio ad una legge che il Parlamento ha approvato e che poneva fine ad una discriminazione non dichiarata che era quella che per amministrare delle imprese bisognava essere uomini". Poi, ha aggiunto Camusso, "guardando oggi le notizie mi sorge una domanda: il tetto è stato proposto solo per i presidenti e non per gli amministratori delegati: casualmente - ha concluso - tutte le donne sono presidenti".