Roma, 15 aprile 2014 - "Giornata di lavoro su carte e documenti. Era dai tempi del liceo che non studiavo così tanto. Ma bene, molto bene. E' proprio #lavoltabuona”. E' il tweet con cui il premier Matteo Renzi sintetizza la giornata a palazzo Chigi, in gran parte occupata da una lunga riunione con il ministro del’Economia Pier Carlo Padoan sul decreto per il taglio del’Irpef che sarà esaminato nel Cdm di venerdì. Ma da qui a venerdì sarà comunque una corsa contro il tempo: per blindare le coperture e per onorare tutti i passaggi parlamentari, formali ma imprescindibili.

Entro giovedì le Camere devono approvare il def a maggioranza assoluta mentre Palazzo Chigi deve definire le coperture dalla spending review e risolvere il nodo per garantire gli sgravi anche agli incapienti. L'ultimo tassello, di prassi ma ugualmente delicato, è avvisare la Commissione Europea del rinvio al 2016 del pareggio di bilancio con una lettera che partira' nelle prossime ore.

Renzi è talmente concentrato sul decreto Irpef con il quale, ripete sempre il premier, "daremo una 14/ma a 10 milioni di italiani", che oggi ha lasciato al ministro degli Affari Regionali Lanzetta il timone del consiglio dei ministri. Per tuffarsi insieme al ministro Pier Carlo Padoan e al commissario Carlo Cottarelli sui tagli alla spending review. Dalla quale, come ha ribadito il sottosegretario Graziano Delrio, arriveranno tutte le risorse per il taglio del cuneo. 

Il premier, che non ha timore a sbandierare la sua campagna per far pagare manager e banche, e' invece molto preoccupato a non colpire i cittadini. "No, non è vero che faremo tagli agli assegni familiari", smentisce, in serata, tramite twitter. Da qui a venerdi', quindi, si farà un lavoro di cesello che, come scherza Renzi, lo impegna parecchio. Il Def, ora in commissione Bilancio alla Camera, deve essere approvato entro venerdì sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. L'approvazione dovrà' avvenire con la maggioranza assoluta dell'Aula.

 

 

E tra un tweet di Renzi e l'altro, Padoan ha affermato che "La ripresa è arrivata ma è ancora fragile, va supportata attraverso il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e sgravi fiscali". "Le riforme previste nel Def “avranno un impatto permanente importante sulla capacità di crescita del Paese”, quantificato in 0,3 punti percentuali di Pil stimato “prudenzialmente” nel 2014 e in 2,25 punti percentuali in più nel 2018, ha proseguito il ministro definendo gli incrementi “modesti” ma comunque “importanti” perchè permanenti.

Padoan ha inoltre sottolineato che "il governo si impegna a rispettare il piano di rientro del debito con il raggiungimento dell’ obiettivo pieno nel 2016 e sostanziale nel 2015”. Il rapporto debito Pil, ha spiegato "inizierà a scendere nel 2015. La regola sul debito sarebbe quindi rispettata nello scenario programmatico".