RIMARREMO con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto. Il premier Renzi ha promesso di mettere in busta paga dei meno abbienti 80 euro in più al mese e intende tenere fede a questa promessa, fatta solennemente. Alla vigilia delle decisioni ufficiali, però, le coperture non ci sono ancora. Nel senso che Renzi non ha ancora trovato i soldi per mettere questi benedetti 80 euro nelle buste paga. E quindi ha una notte e mezza giornata per trovarli. Nell’attesa di sapere quello che succederà si sono fatte varie ipotesi, compresa quella di un aggravio della pressione fiscale sui redditi medi (da 55mila euro in su) proprio per finanziare l’aumento delle buste paga più povere. L’ipotesi, da un punto di vista economico, avrebbe un senso: se si sposta reddito dall’alto verso il basso, i consumi aumentano perché qualcuno andrà in pizzeria un po’ più spesso o comprerà un maglione nuovo. I ‘poveri’ hanno una propensione al consumo più elevata dei ricchi o dei semi-ricchi. Se questa operazione ha un senso dal punto di vista economico, non ne ha dal punto di vista politico. Renzi ha le spalle larghe, ma non può passare per un bastonatore dei ceti medi: sarebbe la sua rovina politica. E infatti questa ipotesi è stata smentita. Quindi il governo è all’affannosa ricerca dei soldi che ancora mancano.


LA RICERCA è resa più complicata dal fatto che la crescita italiana è ancora modestissima. Il governo vuole puntare allo 0,8%, ma i centri di ricerca indipendenti non vanno più in là di uno stentato 0,5. La ‘torta’ nazionale, insomma, non aumenta, se non di pochissimo. Da qui il sospetto che, alla fine, il governo decida di fare quello che è già stato definito come un gioco di specchi: mettere gli 80 euro in busta paga, ma trovare le coperture aumentando qualche balzello qui e là. Sospetti infondati? Forse. Resta il fatto che la spesa pubblica aumenta nel 2014, rispetto al 2013. E aumenta anche la pressione fiscale, dal 43,8 al 44% e resterà a questo livello anche nel 2015. Solo nel 2016 comincerà a scendere, di pochissimo. Il vicolo cieco in cui sembra essersi infilato Renzi è appunto questo. Se si voleva più crescita, bisognava dare un colpo secco alla pressione fiscale. Se si voleva abbassare la pressione fiscale in modo significativo, bisognava tagliare la spesa pubblica con l’accetta e con misure veramente straordinarie. Invece, sembra che non ci sia niente di tutto questo all’orizzonte. A meno che Renzi non riesca a fare un miracolo in poche ore.

di Giuseppe Turani