di LEO TURRINI

"A ME Matteo Renzi ricorda tanto il nuovo allenatore chiamato al capezzale di una squadra che sta rischiando la retrocessione. Per salvarla, deve cambiare tutto, cominciando dagli arredi dello spogliatoio...". Nicola Pietrangeli è uno splendido ottantenne. Icona del tennis azzurro, re di Roma e del Roland Garros, primatista di presenze in Coppa Davis.
 

Lei ci crede ancora in questa Italia?
"Mi lasci abusare di una frase: l’Italia è il più bel posto del mondo. Peccato ci siano gli italiani!".

Questo non è uno smash, bensì un colpo basso, caro Nick.
"Ma dobbiamo essere onesti con noi stessi. Negli ultimi trent’anni, siamo andati peggiorando. Troppo".

Come mai?
"Ci siamo creduti furbissimi. E abbiamo fatto il passo più lungo della gamba".

Quindi non è soltanto colpa della politica.
"Guardi, io dalla politica mi sono sempre tenuto alla larga. Pensi che nel 1976 mi davano del fascista perché volli portare la nazionale di Panatta a vincere la Davis nel Cile di Pinochet. E sa come è andata a finire?".

Ci siete andati e avete vinto.
"Appunto, però oggi sembra che in Cile ci volessero andare tutti. Sa com’è, è un vizio collettivo: le sconfitte sono orfane. Le vittorie hanno mille genitori. Accade anche per chi sta a Palazzo".

In che senso?
"Ma la vede la tv? Un esercito di politici, sempre pronti a urlare che è tutto sbagliato. Ma chi ha sbagliato, mi domando io prima di cambiare canale?".

Appunto, chi ha sbagliato?
"Tutti. Invece qui sembra che l’Italia sia stata invasa dai marziani. Non c’era nessuno, quando venivano commessi gli errori. Troppo comodo".

Beh, Grillo di sicuro non c’era, a Palazzo.
"Sì, ma esagera con il qualunquismo. Raccontare che siamo messi male va bene, però poi ci vorrebbero le proposte".

Renzi di proposte ne fa una al giorno.
"A me il ragazzo piace. L’hanno chiamato per disperazione. Deve sottrarci alla retrocessione. Fa casino per rianimare la squadra".

Conquisterà la salvezza?
"Beh, ha il vantaggio della giovinezza. Ma deve guardarsi dalla burocrazia. Dall’Italia peggiore che è come la gramigna. È importante si circondi di bravi consiglieri. E deve tener duro".

Non solo discese a rete ma anche difesa a fondo campo?
"Più o meno. Renzi è come il rumeno Nastase, il tennista anni Settanta. Lo prendevano per matto, ma era più sveglio di tanti altri...".