Roma, 21 aprile 2014 - Mentre Pizzarotti 'litiga' con Casaleggio, Beppe Grillo torna all'attacco di Renzi e Berlusconi, attaccando sulla legge elettorale e sul fiscal compact, ma si prende anche qualche risposta piccata da parte del Pd.

PREGIUDICATELLUM - Dice che “il ‘pregiudicatellum’ di Renzusconi non ha visto la luce e forse non la vedrà mai” e attacca una riforma elettorale “pensata per escludere il M5S dalla possibilità di andare al governo”, “disegnata per far vincere Forza Italia o il Pdexmenoelle, che alla fine sono la stessa identica faccia dell’ipocrisia del Potere”. Beppe Grillo fa il punto della situazione e osserva che “qualcosa è però andato storto”.

“Renzie e il pregiudicato - scrive nel distico che precede, sul suo blog, un’intervista di Piero Ricca a all’avvocato Besostri - si sono accorti che, anche con questa legge elettorale, avrebbe potuto vincere il M5S perchè ormai supera Forza Italia di parecchie lunghezze e che i due compari avrebbero potuto fare la fine dei pifferai”. Insomma, questo è il messaggio che arriva oggi dal guru 5 Stelle, Pd e Pdl sono come quelli che “partirono per suonare e furono suonati”.

“Lo scorso gennaio, sembra un’epoca fa, i partiti e l’informazione di regime spiegavano agli italiani che senza una nuova legge elettorale il Paese sarebbe andato allo sfascio. Andava fatta subito, anzi prima, non importa con chi, anche con un pregiudicato espulso dal Parlamento come Berlusconi”, riepiloga il corsivo grillino.
“Il M5S, per le solite anime belle, ma dove vivono? ci sono o ci fanno? - dice bacchettando i non ortodossi del movimento - doveva andare a vedere le carte. Sono passati quasi quattro mesi e la legge elettorale è morta e sepolta”.
Ancora bocciature per una legge “peggiore del Porcellum, più incostituzionale del Porcellum, il tutto nel silenzio di Napolitano che dovrebbe, il condizionale è più che d’obbligo nel suo caso, tutelare la Costituzione”.
Rivendica, Grilo. che “nel frattempo il M5S ha discusso on line con più di 100000 iscritti e l’aiuto del professor Giannuli la sua legge elettorale che presenterà nel mese di maggio in Parlamento. Tutto il resto è noia”.

FISCAL COMPACT - “Il M5S abolirà il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e vuole ridiscutere tutti i trattati che ci vincolano all’Europa”, è la sintesi del programma M5S per le Europee nel post anonimo, e quindi riferibile allo stesso Beppe Grillo, in apertura di blog.

“I partiti che hanno approvato queste regole - sottolinea - sono gli stessi che ora siedono in Parlamento. Il Pd non ha alcuna intenzione di rivedere questi vincoli assurdi che distruggeranno il tessuto sociale e imprenditoriale dell’Italia. La prima cosa che ha fatto Renzie appena nominato presidente del Consiglio, con 136 voti di suoi colleghi di partito alla direzione del Pd, e’ stata - incalza ancora Grillo - quella di andare dalla Merkel e assicurarle che ‘l’Italia rispetterà il Fiscal Compact’”.
Ne consegue l’ironia sugli slogan elettorali scelti dal Pd per le elezioni del prossimo 25 maggio: “E’ la promessa elettorale del Pd agli italiani, riassunta in un manifesto: 50 miliardi di euro di tagli l’anno per il Fiscal Compact, ‘Glielo chiede Angela’”. 

LA REPLICA PD - “Solo un disfattista come Grillo non riesce a vedere che questo governo, anche grazie al calo delle tasse per famiglie e imprese, ha gettato le basi per una ripresa nel 2014. Ma la sua propaganda ha le gambe corte”, afferma il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nelle liste del PD. Considerando la situazione dei conti pubblici, i vincoli europei questo governo ha già fatto molto - continua Portas - Grillo invece vive in una realtà parallela”.

“Ricapitolando, gli argomenti di Beppe Grillo in campagna elettorale sono: Renzi, Renzi, e infine Renzi. Quanta fantasia pure a Pasquetta”, dice Francesco Nicodemo, responsabile Comunicazione Pd, replicando via twitter, al nuovo post di Beppe Grillo contro il presidente del Consiglio.