Roma, 24 aprile 2014 - Matteo Renzi "si è presentato come un simpatico rottamatore. Ora a poco a poco, si sta trasformando in un simpatico tassatore". A dirlo è Silvio Berlusconi, ospite alla trasmissione ‘Porta a Porta’, che non risparmia critiche al premier. "Per dare 80 euro Renzi deve trovare dei fondi, sono 830 milioni di euro al mese per dare 80 euro. Per trovarli ha mantenuto la tassa sulla casa ed il prossimo anno gli italiani pagheranno 32 miliardi. E per quanto riguarda i risparmi e i depositi ha aumentato il prelievo fiscale dal 20 al 27%. Con una mano darà 80 euro, ma per tutti gli altri sparisce la tredicesima".

"Io non credo si avrà un aumento dei consumi. Gli 80 euro andranno non nella direzione dei consumi, ma del risparmio", prosegue. E commenta: "Io penso che a me mai sarebbe stato consentito una mancia del genere per fini elettorali" e prima di un’elezione.

PATTO RIFORME IN BILICO - "Per il momento la riforma della legge elettorale è spiaggiata in Senato - aggiunge il leader di Forza Italia -. Se poi andrà avanti la riforma del Senato, credo che difficilmente questa legge elettorale potrà essere costituzionale". "La mia affermazione (sulla incostituzionalità dell’Italicum se passa la riforma del Senato) è dovuta a una conversazione con alcuni costituzionalisti che mi hanno detto che, riferendosi a un sistema monocamerale, non può considerarsi costituzionale". Cambiato idea? "Penso - osserva - che dovremmo approfondire questo fatto e ne parleremo al Pd perché era un dubbio che non avevamo avuto".

Berlusconi chiarisce che sul Senato non più elettivo "non c'è stato nessun impegno da parte di Forza Italia". "La riforma del Senato così non è votabile prima del 25 maggio - puntualizza -. Del resto è una cosa non accettata anche dal Pd". "Non è vero che lo vogliamo elettivo - spiega -. Manteniamo tutti gli impegni con Renzi però sul Senato nessuno accetta che diventi una sorta di dopolavoro dei sindaci. Io immagino una presenza paritaria di consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Dobbiamo parlarne".

E sulla legge elettorale aggiunge: "L’accordo era diverso perché prima si doveva approvare l’Italicum e poi la riforma del Senato". "E' chiaro che andare al voto con l’attuale legge sarebbe difficile, quindi saggezza vorrebbe che si facesse subito la riforma elettorale e invece ora dicono che si fa a settembre e su questo però dovremo discutere".

I SERVIZI SOCIALI - A pochi giorni dal suo debutto come volontario della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, poi, il leader di Forza Italia afferma di non sentirsi umiliato dai servizi sociali. "C’è stata una indignazione forte che mi ha fatto anche perdere il sonno, cosa che dura tuttora, per l’ingiustizia della sentenza Mediaset, una sentenza assolutamente ingiusta", spiega ribadendo la sua convinzione che sarà annullata dalla Corte europea. "E - fa sapere - chiederemo tra qualche giorno il ricorso alla Corte di Brescia".

E proprio in merito al suo prossimo impegno presso la struttura, Berlusconi puntualizza: "Quando so di essere a posto, mi possono fare tutto ciò che vogliono ma non mi scompongo". "Non credo che sottrarre qualche ora alla settimana per delle persone che hanno bisogno mi possa dare fastidio, lo faccio volentieri", aggiunge. "E’ una grande struttura ho visto le foto dei giardini che sono molto grandi, lì ci sarà molto da fare per chi ama la natura come me - prosegue l'ex premier -. Per quanto riguarda gli anziani potrò dialogare con loro di politica e argomenti culturali e storici, ma anche fare cose più umili, non sono spaventato spero di portare conforto morale e non solo".

ELEZIONI - Quanto alle prossime elezioni europee, Berlusconi è ottimista. "Penso che supereremo certamente il 25% - dice -. Non pretendo molto in questi 40 giorni, ma in quelle poche apparizioni che la par condicio mi consentirà, se riuscirò a toccare il cuore e gli interessi dei moderati potremo certamente superare il 25%". Ma il leader di Fi è già proiettato avanti, ben oltre il 25 maggio. "Le elezioni europee e amministrative sono importanti, ma io guardo già alle prossime elezioni politiche - dice -. Non mi sento in rincorsa partecipo a queste elezioni guardando più in là. Voglio convincere il grande popolo dei moderati per vincere le elezioni, governare e fare le riforme istituzionali, del fisco e della giustizia".

E il leader di Fi non nasconde le sue mire sugli elettori delusi dal Movimento 5 Stelle. "Se facciamo 100 il numero degli italiani che hanno diritto di voto, il 50% sono disgustati dalla politica e non intendono votare o voteranno scheda bianca. L’altro 50% andrà a votare: di questi un terzo sono del Pd, un terzo del centrodestra e gli altri di Grillo - spiega ancora -. Nel partito di Grillo c’è molto da lavorare perché ha dato la possibilità di voto agli arrabbiatissimo, quelli veramente inferociti. L’ultima indagine demoscopica dice che il 46% di chi ha votato Grillo è deluso. Se a questo 46% si può offrire qualcosa di solido, questo 46% si può recuperare". "Io penso che alle prossime elezioni politiche potremo tornare ad essere il primo partito e superare il 36% del 2008", prosegue.

LA FRATTURA IN FI - Berlusconi parla anche dell’addio di Angelino Alfano e della scissione da Forza Italia, che definisce "un dolore personale". Si tratta di persone "alle quali in 20 anni ho dato tutto quello che potevo senza mai chiedere niente in cambio", dice ancora parlando degli ex pidiellini. "Nel momento in cui avevo più bisogno di essere sostenuto, non sono intervenuti", riferendosi alle settimane precedenti e subito successive al voto in Senato sulla decadenza da senatore. E alla domanda se non abbia sbagliato a non creare una ‘successione’, risponde: "Io non ho mai detto che qualcuno era senza quid, un leader pensavo di averlo in casa, ma poi è subentrato il dolore di cui ho detto prima".

Tuttavia Berlusconi non si pente di "essere uscito dalla maggioranza del governo Letta". "Era illogico stare in maggioranza in un governo che disdiceva i programmi su cui si era impegnato", spiega. L'ex premier dichiara poi di non aver fatto "nessun tentativo" per una possibile ricomposizione della frattura, ma aggiunge che avere "le porte aperte", ribadendo l’obiettivo di fare "una grande forza dei moderati e sento il bisogno di chiamare ad interessarsi alla politica chi tra i moderati finora non lo ha fatto".

RENZI - Le parole di Berlusconi, però, non hanno impensierito Matteo Renzi. "Calma e gesso. Sarà sempre più così in vista delle europee, sono fibrillazioni elettorali", avrebbe detto - secondo quanto si apprende - il presidente del Consiglio commentando con i suoi le dichiarazioni del leader di Fi sulle riforme. "Noi non rovesciamo il tavolo", avrebbe aggiunto.

Parole, quelle del premier, che arrivano dopo la lettera in cui il deputato del Pd Roberto Giachetti gli chiedeva di valutare il voto anticipato.

 

 

"Giachetti esagera come sempre - avrebbe proseguito Renzi -. Noi stiamo tranquilli, vediamo le carte. Andiamo avanti senza cedere alle fibrillazioni elettorali, forti anche dei sondaggi. E lavoriamo a Palazzo Chigi su economia, scuola, P.A. Con la soddisfazione che oggi sia diventato legge il bonus degli 80 euro". Il presidente del Consiglio, quindi, è deciso ad andare avanti e detta l'agenda: il 29 ci sarà l'incontro con i senatori sulle riforme, il 5 maggio il seminario Pd sulle riforme e subito dopo una nuova direzione.