Roma, 2 maggio 2014 - Marina Berlusconi in politica? "Tutto sommato credo che sarebbe una buona soluzione che lei potesse interessarsi del nostro paese", anche se "io l’ho sempre sconsigliata ma soprattutto ricordo che i leader li scelgono gli elettori non i padri". A dirlo è Silvio Berlusconi in una breve anticipazione al Tg3 dell'intervista rilasciata alla trasmissione 'Virus'.

Il leader di Forza Italia non crede nella possibilità di elezioni anticipate. "Io credo di no, penso che si andrà a votare fra un anno, un anno e mezzo, si ricordi sempre l’amore che deputati e senatori hanno per la loro sedia - dice l'ex Cavaliere - . Realisticamente non penso che si andrà a votare ottobre, comunque ottobre è un tempo ravvicinato ma potremmo ottenere un buon risultato. Saremmo già pronti per ottobre".

Berlusconi poi non risparmia critiche a Beppe Grillo. E' "un uomo cattivo, così dicono tutti coloro che l’hanno conosciuto da vicino - spiega infatti - e "ha caratteristiche troppo vicine a dittatori sanguinari che conosciamo nella storia": se andasse al potere, "ripercorrerebbe gli stessi itinerari tragici" di personaggi come "Hitler"

Altro bersaglio resta Matteo Renzi, costretto a "diventare di sinistra" perché nel centrodestra un leader c'era già. "Renzi è un uomo innamorato della politica che da sempre ha voluto fare politica. Lui una volta arrivato a conquistare una maturità espressiva e una capacità di contatto che ha ritenuto giusta, ha pensato a qual era la sua possibilità, e allora: guardando da questa parte c'era già il leader Berlusconi che occupava la posizione, e guardando dall’altra parte c’erano dei leader che non erano l’ideale e non erano sentiti come leader al 100% dalla sinistra. Quindi per convenienza ha scelto la sinistra profittando di una macchina di partito già organizzata".

"Ma subito è stato risucchiato dalla sinistra ed è dovuto diventare, contro la sua volontà, un tassatore - sottolinea sempre Berlusconi -. Le prime cose che ha fatto, oltre alle tante che ha promesso, sono state aumentare di molto la tassa sulla casa, casa che per noi liberali è sacra perché è il pilastro sul quale ciascuno ha il diritto di costruire la sicurezza del suo futuro e della sua famiglia, e aumentare le percentuali dell’imposta sugli interessi dei conti correnti dal 20 al 26%... Anche gli 80 euro che ha dato li ha dati con una mano, la sinistra, ma dall’altra parte li ha presi da 31 milioni di artigiani, lavoratori autonomi, soprattutto pensionati, col risultato che chi riceverà gli 80 euro quando dovrà pagare le imposte sulla casa o sugli interessi dei risparmi che ha in banca, perderà quattordicesima e tredicesima".

Berlusconi boccia anche il 'Jobs act' che, dopo le correzioni della "base del Pd", è diventato il "Cgil act",  "Renzi con il governo ha prodotto un atto sul lavoro, il Jobs act, che è diventato il Cgil Act. La base del suo partito in Parlamento ha cambiato in peggio il suo provvedimento e lui dopo avere anche annunciato date per diversi altri provvedimenti, queste date non le ha potute rispettare", insiste il leader di Forza Italia.

"Di riforme vere c’è soltanto quella del Senato - aggiunge - e noi avevamo stabilito con Renzi tre punti. Il primo: non eleggiamo più direttamente i senatori. Il secondo: il Senato non deve approvare le leggi che vengono approvate solo dalla Camera e non deve dare la fiducia al governo. Il terzo: deve costare di meno. Ma poi il governo sotto la guida di Renzi ha dato vita alle specificità del progetto senza sentirci, il progetto è arrivato al Senato e tutti l’hanno considerato inaccettabile. Noi manteniamo la parola data".

Infine non poteva mancare l'attacco ad Equitalia. "Va chiusa - è la convinzione di Berlusconi - e a riscuotere le imposte dovrebbero essere i Comuni o l'agenzia delle Entrate".

“Sono ormai tantissimi anni che la classe politica e il parlamento non riesce a fare una legge che in qualche modo dispiaccia alla Associazione nazionale dei magistrati”. Attacca Berlusconi. “Ad esempio con la Lega - ricorda Berlusconi - abbiamo fatto riforma ma il presidente della Camera Fini lo ha tenuto per molto tempo nei cassetti, poi lo ha passato in commissione dove aveva messo come presidente il proprio avvocato, la signora Bongiorno, poi dietro pressioni è stata fissata una data per la discussione ma con premessa che ‘siamo lontani da approfondito esame su ciò che succede nella giustizia italiana, quindi faremo audizioni’. Morale, quando siamo stati mandati a casa a novembre 2011, con quello che è assolutamente un colpo di Stato, la commissione non aveva ancora cominciato a discutere il primo articolo della nostra riforma della giustizia”, conclude l’ex premier.