Roma, 5 maggio 2014 - Passeggiata mattutina per le vie del centro di Roma per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha lasciato palazzo Chigi per recarsi alla direzione del Pd, vicino piazza di Spagna. Consueti selfie con i passanti e strette di mano ai commercianti per il premier che ha augurato a tutti buon lavoro. “Cambia l’Italia mi raccomando”, gli ha intimato una signora. “Ci proviamo, vediamo che riusciamo a fare”, ha risposto.

Forza Matteo, sei l’ultima speranza”, è l’incoraggiamento di un ragazzo. Renzi ha anche chiesto a molti turisti per quanti giorni si fermassero a Roma.

VIDEO: "DERBY TRA RABBIA E SPERANZA" ; "I SONDAGGI PORTANO SFIGA"

LA CAMPAGNA PER LE EUROPEE - Le prossime europee e amministrative si vinceranno “in piazza”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi parla alla direzione Pd e invita i partito a stare “nelle piazze” per dimostrare “che non abbiamo paura”.

“Io chiudo la campagna elettorale tra Bari e Firenze e in tutti e due le città metropolitane andiamo in piazza. Chiedo a tutti uno sforzo perchè il 17-18 maggio ci sia una straordinaria mobilitazione del Pd con 10mila banchetti nei comuni”.

La campagna elettorale “sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza, su chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa di potercela fare. Prima c’erano falchi e colombe, ora i gufi e gli sciacalli”.

“Loro - dice Renzi riferendosi evidentemente al M5S - sono l’urlo, noi il discorso. Loro l’insulto, noi il dialogo. Loro lo sfascio, noi la proposta. Loro sono contro l’Italia, noi per l’Italia in modo che possa guidare l’Europa”.

"In campagna elettorale - continua il premier - non bisogna commettere due errori: il primo è pensare agli altri, lasciamoli stare; il secondo è guardare i sondaggi”, il che porta “sfiga, com’è noto. Noi - ha proseguito Renzi - abbiamo bisogno di lavorare a testa bassa. Il vero sondaggio è quello del 25 maggio, il risultato elettorale. Viviamo queste elezioni come un derby tra rabbia e speranza". 

LE RIFORME - Riformare la Costituzione “non è autoritarismo nè violenza verso la cosa pubblica”, ha poi  detto  Renzi intervenendo al seminario sulle riforme organizzato dal Pd. “Da decenni costituzionalisti, politici e rappresentanti delle autorità del territorio convergono in modo pressochè unanime” su questo, insomma “è convinzione di tutti, non del governo - ha precisato il presidente del Consiglio - che è arrivato il momento di provare finalmente a sistemare il complicato rapporto tra sistema istituzionale, equilibri politici, efficienza ed efficacia del sistema”.

“Possiamo discutere, vogliamo fare le cose nel mondo migliore. Ma dobbiamo farle”. Il punto è che “l’Italia deve cambiare in tempi certi”, continua il premier. “Non è vero che stiamo proponendo una riforma slegata da tutto il resto. C’è un fil rouge - ha rivendicato Renzi - che lega la legge Delrio sul superamento delle Province, il ddl elettorale che introduce il ballottaggio, il pacchetto di riforme costituzionali, la riforma della P.A., e tutto questo porta a dire che l’Italia può e deve cambiare in tempi centri. Perchè questo è il punto di crisi dell apo litica: il fatto che a impegni presi non corrispondano mai o quasi mai delle soluzioni”.

Dunque, ha insistito Renzi, “non stiamo cercando di dare rapidità alla decisione perchè abbiamo chissà quale paura di discutere nel merito: vogliamo discutere, con i professoroni e professorini.
L’ansia deriva dalla voglia di superare i limiti su cui il Paese sta parzialmente arracando”.

Per le riforme servono “tempi stretti pur non facendoci mettere ansia dal passaggio elettorale”, quindi non c’è la “frenesia di dover far qualcosa, è l’ansia di cambiamento dei cittadini, o la risolviamo in tempi stretti o non avremo la credibilità per parlare con la gente”, sottolinea Renzi, chiarendo che “non è l’esigenza di far veloce perché qualcuno gode nel far veloce ma c’è la certezza che se non si cambia l’Italia resterà il fanalino di coda”, in Europa.

“Abbiamo messo in campo proposte concrete, vogliamo sottrarle alla discussione elettorale ed è per questo che abbiamo accettato di andare oltre il 25 maggio, anche se politicamente un po’ mi costa perchè a livello europeo sono tutti più interessati alla riuscita delle riforme che alla discussione sugli 80 euro”. Tuttavia “abbiamo scelto di togliere le riforme dall’ansia elettorale perchè se riusciamo a fare le riforme l’Italia sarà il Paese guida non del semestre ma dei prossimi dieci anni, dimostreremo di essere un paese che sa trainare e non essere trainato”

LEGGE ELETTORALE - Il ballottaggio introdotto dal ddl di riforma della legge elettorale “è un elemento di novità straordinario. Poi si può discutere sulle soglie, sulle norme anti-discriminatorie, ma bisogna riconoscere che il ddl introduce il ballottaggio ed è una novità importante”.

SONDAGGI - In ogni caso i sondaggi premiano ancora Renzi: sale di quattro punti la fiducia degli italiani nel governo Renzi, che passa dal 46 percento della scorsa settimana al 50 percento, sfiorando il risultato raggiunto nei giorni del suo insediamento (52%). Consolida la sua posizione anche il presidente del Consiglio, che si conferma il leader più amato con il 52 percento di consensi. E` quanto emerge da un sondaggio realizzato dall`Istituto demoscopico Ixè in esclusiva per Agorà (Rai3), reso noto dalla redazione della trasmissione televisiva.

Nella “classifica” dei leader politici in cui gli italiani hanno più fiducia, perde due punti Beppe Grillo, che scivola al 31 per cento. Un punto in meno per Angelino Alfano, al 17 per cento; cala di due punti Silvio Berlusconi, che si attesta al 16 per cento.
Il sondaggio, precisa la nota di Agorà, è stato realizzato con metodologia Cati-Cami su un campione casuale probabilistico stratificato di 1.000 soggetti maggiorenni (su 6.022 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni.