Roma, 17 maggio 2014 - E` in arrivo l`ingorgo fiscale di inizio estate. Tra giugno e luglio, fa sapere la Cgia, i cittadini e le imprese italiane saranno chiamati a onorare ben 29 scadenze fiscali. Al netto del gettito riconducibile ai contributi previdenziali, si stima che nelle casse dello Stato entreranno oltre 75 miliardi di euro di tasse: 40 miliardi versate dalle famiglie e 35 dalle imprese.

“Sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità - dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - c`è il pericolo che molte famiglie e altrettante piccole imprese non riescano a superare questo vero stress test fiscale”.

Gli appuntamenti più importanti di giugno riguarderanno il versamento delle imposte e dei contributi risultanti dal Modello Unico: ovvero Irpef, Ires, contributi previdenziali sia a saldo che in acconto. Inoltre, bisognerà pagare la prima rata dell`Imu, della Tasi e in molti comuni anche la rata della Tari (la nuova tassa sull`asporto rifiuti). A giugno, inoltre, dovranno essere onorati i versamenti mensili relativi alle ritenute Irpef, il pagamento dei contributi previdenziali e dell`Iva riferita al mese precedente.

Secondo una elaborazione della Cgia su dati della Banca mondiale, per pagare le tasse in Italia sono necessarie 269 ore all`anno, pari a 33 giorni lavorativi.

TASI, L'SOS DEI CAF -  Allarme Tasi nei Caf: l’87% dei Centri di assistenza fiscale prevede caos per i calcoli della nuova tassa sui servizi indivisibili e teme una valanga di ricorsi.
Questo il quadro rilevato da Unimpresa attraverso la sua rete di 900 Caf sparsi su tutto il territorio nazionale. A un mese dal primo appuntamento con il balzello sugli immobili, la prima rata va versata entro il 16 giugno, quasi tutti i Caf di Unimpresa (783 su 900) sono in allarme: il rischio di errore nei versamenti è estremamente probabile.

“I motivi principali rilevati dagli esperti fiscali dell’associazione sono la difficoltà di calcolo - spiega una nota - l’incertezza delle aliquote (non ancora chiare e deliberate dai comuni) e individuazione delle detrazioni previste per le prime abitazioni”. Secondo Unimpresa, questo quadro porterà inevitabilmente a una valanga di ricorsi sia da parte dei comuni (nell’ipotesi in cui gli importi pagati siano inferiori al tributo da pagare) sia da parte dei proprietari di immobili (nel caso di versamenti superiori). Ciò perché solo il 10% degli oltre 8mila enti locali italiani ha adottato le delibere sulla Tasi.

Il termine scade il 23 maggio, troppo a ridosso della scadenza dei versamenti, e è assi probabile che si assisterà ad aumenti a raffica. È verosimile immaginare che l’aliquota per la prima abitazione verrà portata al tetto massimo dal 2,5 per mille al 3,3 per mille. E solo in questo caso i comuni potranno introdurre la possibilità di detrazioni prima casa e familiari a carico. Col risultato che se la delibera comunale lascerà l’aliquota al livello base, per molte famiglie l’importo finale sarà più alto della vecchia Imu.