Roma, 4 giugno 2014 - La rottura di M5S con i Verdi europei, evidentemente, non era definitiva. Dopo le molte polemiche nella base, l'ex comico ha deciso di contattare Vula Tsetsi, segretario Generale del Gruppo dei Verdi al Parlamento Ue, chiedendo di incontrala “per discutere un’eventuale collaborazione in seno al gruppo” in Europa. Il testo della lettera è stato pubblicato sul blog di Beppe Grillo con un post dal titolo ironicamente intitolato ‘Toc toc, c’è qualcuno in casa?’. La risposta, in tarda serata, è dubbiosa e Tsetsi adombra il sospetto che la mano tesa di Grillo sia solo una "copertura di una decisione già presa"

LA LETTERA - “Gentile Dott.ssa Vula Tsetsi - recita la lettera - il Movimento 5 Stelle sarebbe felice di incontrarla al più presto per discutere un’eventuale collaborazione in seno al gruppo dei Verdi. Il MoVimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

Il MoVimento 5 Stelle aspira a un’Europa dei valori vicina ai cittadini e basata sulla democrazia diretta. Il nostro programma elettorale europeo prevede sette punti ben precisi che i nostri 17 rappresentanti intendono difendere e perseguire durante la prossima legislatura del Parlamento europeo: 1. Abolizione Fiscal Compact 2. Adozione degli Eurobond 3. Alleanza fra i Paesi mediterranei per una politica comune 4. Investimenti in innovazioni e attività produttive escluse dal 3% del deficit annuo 5. Investimenti per il rilancio dell’attività agricola 6. Abolizione del pareggio di bilancio 7. Referendum per la permanenza nell’Euro In attesa di un suo gentile riscontro le porgo i miei più cordiali saluti, Beppe Grillo”.

LA REPLICA DEI  VERDI  - In serata, dopo ore di riunione, la risposta dei Verdi: “Abbiamo dei dubbi che la sua offerta di dialogo con noi sia una reale richiesta di confronto oppure una semplice copertura di una decisione ormai presa”, dice Vula Tsetsi.

“Secondo le nostre informazioni - continuano i Verdi - l’accordo tra il Movimento 5 Stelle e Nigel Farage è ormai nella sua fase conclusiva. Esattamente per questa ragione abbiamo dei dubbi che la sua offerta di dialogo con noi sia una reale richiesta di confronto oppure una semplice copertura di una decisione ormai presa”.
E Tsutsi conclude: “Come Lei ben sa, le priorità e l’agenda politica del nostro gruppo non hanno nulla a che vedere con il programma politico dell’UKIP. Il nostro gruppo non potrà incontrarLa finché non sarà fatta chiarezza sulle Sue relazioni con il gruppo di Farage. Cordiali saluti”.

Il “gruppo negoziatore” per la composizione della delegazione dei Verdi europei nel prossimo parlamento europeo si era riunito intorno alle 18,30: al tavolo, tra gli altri, i co-presidenti del partito, l’italiana Monica Frassoni ed il tedesco Reinhard Buetikhofer, il segretario del gruppo parlamentare Vula Tsetsi, i candidati Ska Keller e Josè Bovè e la capogruppo Rebecca Harms.

LA CONTROREPLICA - Il Movimento 5 Stelle si aspetta dai Verdi Europei “una risposta formale, capace di esprimere una volontà unitaria” e “non posizioni personali” riguardo a un eventuale accordo, controreplica  Beppe Grillo su Facebook. “I negoziati per la formazione di un gruppo politico europeo si conducono con chi ha la titolarità formale per condurre le trattative nel quadro di una visione unitaria rispetto alla volontà politica generale del gruppo stesso. Questa titolarità appartiene al segretario generale del gruppo”, scrive il leader di M5S.

E ancora: “I giornali e la stampa in genere non sono mezzi idonei per condurre una trattativa e il Movimento 5 Stelle non li può tenere in considerazione, anche in segno di rispetto per i gruppi già consultati, che hanno seguito correttamente e senza indugio un iter formale”.

GREENPEACE ALL'ATTACCO DI FARAGE - Un gruppo europarlamentare comune degli euroscettici di Nigel Farage avrebbe come prima e più grave conseguenza che nessuno prenderebbe sul serio gli eletti grillini e nessuno lavorerebbe con loro sulla legislazione Ue, sapendo che quel gruppo non crede afatto che il Parlamento europeo debba avere un potere legislativo e non partecipa ai negoziati per influenzarne le deicisioni, ha detto oggi a Bruxelles il direttore dell’Ufficio europeo di Greenpeace, Jorgo Riss.

Riss dirige dal 2003 l’EU Unit di Greenpeace International, un’agguerrita task force di esperti, consiglieri politici ed esperti di comunicazione che, insieme alle altre Ong ambientaliste con cui è alleata, ha un’influenza notevolisima sulla legislazione ambientale comunitaria. Riss e i suoi advisors incontrano regolarmente non solo gli eurodeputati, ma anche i commissari europei, i ministri del Consiglio Ue, e la stampa internazionale a Bruxelles, per cercare di migliorare la legislazione dell’Ue nell’interesse dell’ambiente e dei cittadini.

“Con loro non si può lavorare - risponde Riss quando gli si chiede che rapporti ha con gli eurodeputati del gruppo di Farage - perché non prendono sul serio il Parlamento europeo, e non hanno mai mostrato alcuna seria intenzione di lavorare con coerenza sulla legislazione europea. Stanno nel Parlamento europeo solo per usarlo come piattaforma per fare discorsi più o meno divertenti”.

“Noi - ha spiegato il direttore dell’Uffico europeo di Greenpeace - lavoriamo con tutti i gruppi poltiici, dall’estrema sinistra e i Verdi fino ai Conservatori, ma a condizione di sentire che vogliono seriamente influenzare la legislazione europea, per conseguire una migliore tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, o almeno per impedire che sia indebolita la protezione esistente. Io incontro costantemente eurodeputati della destra e del centro tanto quanto quelli della sinistra, ma mai - ribadisce Riss - quelli del gruppo Efd di Farage, che non hanno mai mostrato alcun serio interesse per discutere di soluzioni”.

E come vede, dunque, un possibile gruppo degli eletti del M5s, notoriamente molto impegnati sul fronte ambientale e spesso “simpatizzanti” rispetto alle battaglie di Greenpeace? “Sarebbe ben strano, per persone che hanno a cuore l’ambiente, allearsi con Farage. Quelli che vanno con Farage - è la risposta di Jorgo Riss - sembrano solo interessati ad avere più fondi del Parlamento (perché i gruppi hanno accesso a finanziamenti che non vanno ai non iscritti, ndr) e una piattaforma per fare discorsi d’intrattenimento, non per lavorare a soluzioni”.

Che cosa si aspetta che facciano, allora, gli europarlamentari di Grillo che sparcheranno a Bruxelles la settimana prossima? “Sono curioso di incontrarli, soprattutto per discutere con loro delle priorità delle politiche ambientali europee, a cui mi sembra che tengano davvero. Il M5s è un movimento nuovo e unico nel sistema politico europeo. Mi aspetterei che parlassero con tutti i gruppi politici per cercare quello in cui si troverebbero meglio, e con cui possono meglio conseguire i propri obiettivi. Certo - conclude il direttore di Grinpeace EU -, se decidessero di andare con Farage e non tentare nessun’altra alternativa darebbero l’impressione non vogliono fare davvero un lavoro serio all’Europarlamento”.