Roma, 16 giugno 2014  - “In Italia nel codice deontologico giornalistico ci sono norme che dicono che le figure pubbliche possono chiedere che non siano divulgate notizie solo se non hanno assoluta rilevanza e il diritto all’oblio è già stato escluso dalla Corte di giustizia nella sua sentenza sull’attività di Google, quindi la preoccupazione che la difesa della privacy confligga con il diritto di cronaca è infondata”. A sottolinearlo a margine di un convegno alla Camera sulla regolamentazione dell’utilizzo della rete Internet è il costituzionalista Stefano Rodotà.

“La Rete deve rimanere uno spazio libero e occorre contrastare il tentativo di metterla sotto controllo come si tenta già di fare in 70 paesi - sottolinea Rodotà - il fatto che gli ‘over the top’ come Facebook, Twitter e Google abbiano una dimensione globale non li mette al riparo dalla necessità di rispondere dei propri comportamenti”. “La consapevolezza di questi temi con l’assunzione della presidenza nel semestre europeo, darà la possibilità all’Italia di avere un ruolo fondamentale - sottolinea il costituzionalista tra i padri dell’attuale normativa sul diritto alla privacy - il nostro paese si troverà ad affrontare infatti il dossier più impegnativo, il regolamento sulla protezione dei dati personali che una volta approvato dovrà essere immediatamente applicato da tutti i paesi membri”.

BOLDRINI: RETE LIBERA, MA SERVONO REGOLE  - La rete deve essere libera, perché può dare impulso alla democrazia, ma alcune regole servono. Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, aprendo a Montecitorio il convegno “Verso una costituzione per internet?”, alla presenza del Garante per la Privacy Antonello Soro e a Stefano Rodotà.

“La Camera dei Deputati guarda con attenzione e fiducia all’imminente semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea” ha detto la presidente, ricordando come “la Ue giocherà nei prossimi sei mesi alcune partite decisive. Dovranno essere sciolti infatti gli ultimi nodi sul pacchetto di norme europee sulla protezione dei dati personali e si deciderà se approvare quello sulla neutralità della rete”.

Ricordando il suo impegno all’Unhcr, Laura Boldrini ha sottolineato come internet per i migranti e i rifugiati sia un “bisogno primario” in quanto “straordinaria opportunità di formazione e crescita” oltre che di contatto. “Ma, a parte ciò, Internet è essenziale al dialogo tra i popoli e le culture: crea collegamenti, crea ponti, ci aiuta a conoscerci meglio. Anche per la mia storia passata, dunque, sento di potermi iscrivere tra i più convinti sostenitori della rete, della sua libertà, delle sue innumerevoli potenzialità”.

“Il che - ha sottolineato la presidente - non significa chiudere gli occhi sulla necessità di alcune regole: perché la loro assenza non è affatto garanzia di libertà, ma spesso affermazione di prepotenza, legge del più forte. Stiamo imparando a doverci guardare, oltre che dall’invadenza degli Stati, anche da quella dei nuovi giganti della comunicazione digitale, che all’insegna dell’apparente gratuità entrano nelle nostre vite e le controllano. Dare regole è essenziale inoltre per tutti quei gruppi sociali che oggi troppo spesso in rete si sentono messi sotto scacco, maltrattati, obbligati alla resa o alla fuga. Penso alle minoranze oggetto di campagne di disprezzo e di odio; penso alle donne, a noi donne, che talvolta dobbiamo accettare un tasso insopportabile di violenza, volgarità, oscenità; penso a ragazze e ragazzi che hanno purtroppo dovuto imparare il significato di una parola nuova, il “cyberbullismo” e le sue conseguenze. E’ anche per loro, per queste fasce più vulnerabili della cittadinanza, che la rete deve incrementare la sua capacità di inclusione, che non ha nulla a che vedere con la censura”.