Ypres, 26 giugno 2014 - Discussione accesa tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante il pre-vertice che i due hanno tenuto a Ypres, dove si è svolto la prima sezione del Consiglio europeo. Stando a quanto riferiscono fonti presenti, le ‘frizioni’ sarebbero emerse intorno alla possibilità di inserire o meno il cofinanziamento dei fondi Ue e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilità. Renzi ha ribadito a Markel che "contrariamente a quanto fatto da Germania e Francia nel 2003, non abbiamo intenzione di sforare il 3%" nel rapporto tra deficit e Pil. Tuttavia, ha aggiunto il premier, rimane ferma la richiesta di maggiore flessibilità nell’applicazione dei parametri. Pur reggendo la consonanza tra le visioni dei due leader europei emersa nelle scorse settimane, dunque, emergono delle contrapposizioni quando si entra nei dettagli.

Il presidente del Consiglio si era detto soddisfatto del testo Van Rompuy ma, prima di arrivare a Ypres, aveva parlato di bozza da "limare". E appena avuto davanti la cancelliera non ha esitato a spiegare come: l'Italia vuole
non calcolare nel computo del deficit il cofinanziamento dei fondi Ue e le risorse per il pagamento dei debiti alla Pubblica amministrazione. Sono questi gli strumenti di flessibilita' individuati da Renzi. Un nodo su cui avrebbe
trovato motivo di diverbio con la cancelliera. Dopo cena, riferiscono le stesse fonti, le acque tuttavia si sarebbero calmate: Renzi e Merkel avrebbero avuto un faccia-a-faccia distensivo "in un clima di intesa" per spiegarsi meglio le rispettive ragioni.

NEGOZIATO NOTTURNO - La ricerca di un'intesa è rinviata a domani: nella notte gli sherpa torneranno al lavoro sulla bozza programmatica presentata dal presidente Ue Herman Van Rompuy per "esplicitare in modo più chiaro" il tema di una maggiore flessibilità rispetto al documento consegnato ai leader. Riunione notturna sollecitata - riferiscono le fonti - proprio dal premier italiano, convintoche ci siano spazi per rendere più evidente il legame tra riforme e flessibilità. Quindi la formalizzazione dell’agenda dell’Ue per i prossimi cinque anni e la discussione sulle nomine dei nuovi vertici comunitari saranno sul tavolo domani durante la vera e propria sessione del Consiglio europeo, a Bruxelles.

DAL VERTICE PSE - “Se vogliamo bene all’Europa dobbiamo darci una smossa e occuparci di crescita e lotta alla disoccupazione”. Lo aveva detto Matteo Renzi arrivando al vertice del Pse ad Ypres che ha anticipato la riunione di stasera e domani del Consiglio europeo. Per il premier si deve “prendere atto del messaggio chiaro arrivato col voto. Un messaggio che fa riflettere per la forza e per il significato: se vogliamo bene all’Europa dobbiamo darci una smossa e occuparci di crescita e lotta alla disoccupazione”. La posizione del Pse e del Pd, ha poi sostenuto, non è contro altri Paesi: “E’ la posizione del Pse e del Pd, che è la forza che ha preso piu’ voti, per una Europa che si occupi meno di burocrazia e un po’ di piu’ di crescita e famiglie”.

Intanto nel capitolo economico delle conclusioni del vertice si legge che “devono essere utilizzate” tutte le “possibilità offerte dal quadro esistente”, nell’ambito del Patto di stabilità e crescita, “di contemperare la disciplina dell’equilibrio dei conti pubblici con l’esigenza di sostenere la crescita”. “Grazie agli sforzi degli Stati”, si legge ancora nell’ultima versione del testo, “la correzione degli squilibri macroeconomici ha fatto progressi e le finanze pubbliche continuano a migliorare. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo per molti Paesi”.

Sul fronte dell’elezione del presidente della Commissione la cancelliera tedesca Angela Merkel è stata chiara: il voto sulla scelta del leader dei popolari, Jean-Claude Juncker, come candidato a presidente della Commissione Europea “ci sarà”, ha spiegato a margine del summit dell Ppe a Courtrai, in Belgio. “I trattati - ha insistito - dicono che bisogna votare con maggioranza qualificata e non ritengo che sia un dramma se il voto questa volta non sara’ unanime”. Via libera” a Juncker alla presidenza della Commissione europea “ma solo - ha sottolineato il presidente del Consiglio Renzi - se c'è un documento chiaro che indichi dove vuole andare l’Europa”.

Sulla necessità che ci sia un “pacchetto complessivo” sulle nomine ai vertici dell’Unione europea, “sono tutti d’accordo: nelle posizioni più importanti ci saranno alcuni Ppe, a partire dal presidente della Commissione. In altre posizioni, di conseguenza, ci saranno i socialisti”. “Si tratta di discutere. Come partito socialista ci siamo, l’Italia e il Pd - ha aggiunto - sono pronti a farlo, l’importante e’ che sia chiaro l’obiettivo di fondo sulla strategia condivisa. Il resto lo vedremo da stasera”.