Roma, 30 giugno 2014 - Si apre domani il semestre di presidenza di turno italiana dell’Unione europea, l’undicesimo dal 1959. Il premier, Matteo Renzi, ha già fissato tre priorità, crescita, occupazione e immigrazione. In particolare si punta a rilanciare l’economia attraverso una maggiore flessibilità nel rispetto dei vincoli di bilancio, alla creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani, e a una gestione più solidale dei flussi migratori verso il continente.

La prima sfida sarà però il completamento del puzzle delle nomine, avviato a soluzione con la designazione di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione europea mentre Martin Schulz è stato confermato presidente dell’Europarlamento. La sera del 16 luglio, dopo che il Parlamento europeo avrà ratificato la nomina di Juncker, i leader dei Ventotto si incontreranno per altre due nomine cruciali: quella del nuovo presidente del Consiglio dell’Ue (favorita la premier danese Helle Thorning Schmidt) e quella dell’Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza per cui si parla dell’attuale ministro degli Esteri, Federica Mogherini.

In linea con il clima di austerità in Europa, l’Italia ha scelto di limitare le spese per organizzare il semestre a 68 milioni di euro, meno della metà dei 170 spesi dalla Francia per il suo recente semestre e in linea con Lituania e Grecia, le due presidenze precedenti, “costate” rispettivamente 62 e 50 milioni di euro.