— ROMA —
MARICICA è in coma irreversibile. Sono peggiorate drasticamente le condizioni dell’infermiera professionale di 32 anni, Maricica Hahaianu (Lapresse), ferita con un cazzotto al volto nella stazione metropolitana di Anagnina. La donna, che da venerdì quando è stata ricoverata al Policlinico Casilino, non ha mai ripreso conoscenza, è stata sottoposta a nuovi accertamenti. L’edema cerebrale si è esteso ed inoltre è stata rilevata una lesione al tronco encefalico. Le condizioni della paziente, ha comunicato la direzione sanitaria, sono da considerarsi «di estrema gravità». Accanto a lei il marito che, per ora, non vuole sentire parlare di perdono. Alessio Burtone, il ventenne che l’ha colpita al volto con un pugno, ha scritto una lettera di scuse alla famiglia. Alessandro Di Giovanni, il legale che tutela la famiglia di Maricica, ha fatto sapere: «Ora è facile chiedere scusa. Di queste scuse possiamo solo prendere atto». L’avvocato ha insistito sulla necessità che, come chiesto dal pm, Burtone torni in carcere e vengano revocati gli arresti domiciliari concessi dal gip.




IL RAGAZZO, che secondo i familiari è prostrato, non ha precedenti penali ma è stato oggetto di una denuncia per lesioni poi derubricata in percosse. Tre mesi fa, in motorino, aveva urtato un pedone che attraversava con il cane sulle strisce. Alle rimostranze di quest’ultimo, secondo il rapporto dei vigili urbani, aveva reagito con insulti e un atteggiamento strafottente. Poi era partito un pugno che aveva colpito alla bocca il passante. Ora l’incartamento relativo a questo episodio — fermo dinanzi al giudice di pace — è stato trasmesso al pm che indaga sui fatti dell’Anagnina, Antonio Calaresu.


«CHIEDO umilmente scusa alla signora Maricica — scrive il giovane nella lettera — per il gesto violento che ha provocato questa grave situazione. Non riesco più a dormire. Non mi interessa quello che mi accadrà perché mi assumerò le mie responsabilità. Ciò che più mi interessa è che la signora possa riprendersi. Prego perché lei possa ristabilirsi e porterò sicuramente il rimorso per tutta la vita». Intanto la difesa, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Gallo, fa le prime mosse e chiede l’incidente probatorio per «congelare» la testimonianza di quanti, venerdì pomeriggio, hanno assistito alla lite. Secondo Gallo il giovane, per paura delle minacce dell’infermiera l’avrebbe colpita. Una volta a terra Maricica è rimasta per qualche minuto priva di assistenza: i passanti hanno preferito non vedere. Per pregare per la donna 500 persone della Comunità di Sant’Egidio si sono riunite ieri alla stazione Anagnina.
s. m.