— CITTÀ DEL VATICANO —
CI FOSSE
stato un applausometro, avrebbe vinto l’arcivescovo di Kinshasa Laurent Monsengwo Pasinya. Quando il Papa ha pronunciato il suo nome, nel Concistoro, tra i fedeli assiepati nella basilica di San Pietro è salito uno scroscio di applausi. Il congolese, ex leader del movimento democratico del suo Paese, è uno dei 24 nuovi cardinali, di cui 20 entreranno nel Conclave che sceglierà, a tempo debito, il suo successore. Battimano insistiti hanno accompagnato anche Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, in pole position per sostituire Dionigi Tettamanzi a Milano. Ancora applausi, frammisti a un coro che ricordava le vuvuzelas, per l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo.
«Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina. La logica della croce non è la logica del dominio e del potere, ma la logica del servizio», ha ammonito il Papa. Nel pomeriggio, come è tradizione, i nuovi cardinali hanno ricevuto la visita di confratelli, fedeli e semplici curiosi nel Palazzo apostolico vaticano.
Con le nuove berrette cardinalizie il numero di italiani nel conclave sale da 19 a 25. Si rafforza anche il ‘partito romano’, ossia il numero di esponenti della Curia vaticana (oltre a Ravasi, Amato, Baldelli, De Paolis, Sardi, Piacenza, Koch, Burke e Sarah). Complessivamente, col concistoro i cardinali saranno 203, dei quali 121 hanno meno di ottant’anni e hanno dunque diritto ad eleggere il prossimo Papa. Il gruppo più consistente è quello degli europei (111), seguiti da sudamericani (31), nordamericani (21), asiatici (19), africani (17) e australiani (4). Ma la geografia della Chiesa cattolica è ben diversa. Secondo diverse stime, infatti, meno di un quarto dei cattolici del mondo vivono in Europa. In America latina ce ne sono il 40% e in Africa e Asia un altro 25%.


i. sca.