di ROSALBA CARBUTTI


LE ‘STREGHE’ sono tornate. E in Rete hanno trovato il proprio habitat naturale. Gruppi, blog, pagine su Facebook, tam tam di link su Twitter: sono tanti i ‘luoghi’ virtuali in cui le donne si scambiano notizie, idee e organizzano iniziative (reali e virtuali). L’ultima, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, è del sito Femminismo a Sud: «Inviamo a Saviano un elenco da leggere a Vieni via con me. Una lista di 65 donne anonime, di quelle che nessuno chiamerà mai eroine, morte ammazzate in Italia per mano di uomini violenti negli ultimi quattro mesi e mezzo».
Un vero e proprio bollettino di guerra che, appena postato, è già stato condiviso su diverse pagine di Facebook — come quello ‘No alla violenza sulle donne’ che conta quasi 92mila sostenitori — e blog. «E’ questo il bello della Rete. Nessuna donna cerca di coltivare solo il proprio orticello, ma condivide pensieri, video e iniziative delle altre ‘amiche’», dice Giorgia Vezzoli, blogger di Brescia, autrice di
Vita da Streghe. Che posta in home page proprio l’elenco dei femminicidi.
«La ‘sorellanza’, vedi alla voce solidarietà femminile, sul web esiste. La giornata di oggi — continua Giorgia — è importante. Per celebrarla inizierò da una poesia: il mio strumento di dissenso privilegiato». Le strizza l’occhio la bolognese Francesca Sanzo, presidente di
Donne Pensanti, community molto attiva che parte da un presupposto: «Le giornate come questa non servono se non sono supportate da un impegno quotidiano».
Ed è proprio questa associazione a dare il via alla campagna contro la strumentalizzazione del corpo femminile sui media. Un movimento trasversale che ha avuto molta risonanza dopo il documentario ‘Il corpo delle donne’ di Lorella Zanardo, un video della svilente rappresentazione delle donne in tv. Lorella, da allora, non si è più fermata: dal blog al libro, fino agli incontri nelle scuole: «Siamo riuscite ad accrescere la consapevolezza di donne e uomini. E’ uno dei risultati positivi del web: poter protestare civilmente, tutte insieme». Monica, sul blog
della Zanardo, ilcorpodelledonne.net, incita il gruppo: «Cambiamo questo sistema: non è femminismo, come 30-40 anni fa, è solo il nostro diritto a essere donne naturali».

DICE LA SUA
anche Enzo Corsetti (dalla pagina omonima su Facebook con quasi 26mila fan): «La vera parità sarà raggiunta quando avremo anche uomini a parlare di questi temi e anche donne tra i simboli-top della lotta alla mafia».
Intanto anche Twitter risponde all’appello e, subito, di clic in clic, fa incetta di consensi l’iniziativa: ‘Grida la tua indignazione con un tweet’, cioè in 140 caratteri. L’urlo virtuale è già online.