di MARCO SASSANO
— ROMA —

UNA VALUTAZIONE, dal punto di vista statunitense, scontata («Berlusconi sembra il portavoce europeo di Putin»), e un riferimento ai «party selvaggi» che allieterebbero il Cavaliere in «lunghe notti» che però «lo indeboliscono fisicamente». Dai rapporti diplomatici Usa riguardanti l’Italia e rivelati da Wikileaks emerge questo e altro: il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto all’inizio di quest’anno alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali «investimenti personali» di Berlusconi e Putin che possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi Paesi. Il rapporto «straordinariamente stretto» fra i due leader, scrivono gli informatori americani, include anche «generosi regali», lucrosi contratti nel campo energetico e «un oscuro intermediario italiano che parla russo». Gli Usa erano preoccupati per l’intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che collegherà Russia e Ue. Non basta: il presidente del consiglio italiano «suscita a Washington sfiducia profonda», scrive un funzionario americano a Roma, Elizabeth Dibble, che lo definisce in un documento «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo». Berlusconi però, che oggi sarà in Libia per il terzo summit Ue-Africa, in tarda serata fa sapere che, appreso dei contenuti dei rapporti, «si è fatto una risata».
I file del sito dello svedese Julian Assange «saranno l’11 settembre della diplomazia mondiale — ha tuonato comunque il ministro degli Esteri Franco Frattini, paragonandoli all’attacco alle Torri Gemelle — perché faranno saltare tutti i rapporti di fiducia fra gli Stati».



«E’ ORMAI evidente — gli ha fatto eco il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto — che la stessa nozione di terrorismo viene ad avere un’eccezione molto più vasta di quella tradizionale: esiste un terrorismo mediatico che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale». Per Frattini, come all’indomani dell’attacco a New York si creò una coalizione internazionale contro il terrorismo, «anche in questo caso ci si dovrà mettere subito al lavoro per ripristinare il clima di fiducia tra le diplomazie mondiali. Mi auguro che la magistratura italiana valuti l’ipotesi di reato».
Replica il portavoce nazionale dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando: «Arrivare a parlare di terrorismo mediatico è ridicolo. Il governo ci dica di cosa ha paura e quali scomode e scottanti verità teme che possano emergere dalla pubblicazione dei documenti». «Da parte del Pd — ha sostenuto Ettore Rosato, componente del Copasir — non ci sarà alcuna strumentalizzazione dei fatti, ma è stato il governo a lanciare un grande allarme nel Paese».