— MILANO —
LA SUSPENSE attorno al voto dei radicali il 14 dicembre sembra giunta all’epilogo. Ieri, Marco Pannella ha visto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Un primo incontro, che è andato bene», spiega Pannella. Si è parlato di temi cari ai radicali, come i problemi delle carceri e la giustizia. E il leader radicale fa capire che il voto sulla mozione di sfiducia al premier è scontato. Insomma, i voti dei radicali non sono «all’asta». Anzi, la pattuglia dei sei deputati eletti nelle liste del Pd potrebbe addirittura presentare una sua mozione. Il chiarimento dopo i tentennamenti dei giorni scorsi, alimentati anche dai corteggiamenti del Pdl e dall’incontro con Ignazio La Russa. E poi, dalle dichiarazioni di Pannella di volersi tenere mano libera «fino all’ultimo minuto». Ma ieri Rita Bernardini ha rilanciato: «Non escludiamo di presentare noi una sfiducia, sempre che riusciamo a raccogliere 63 firme» necessarie aper la richiesta in Parlamento. «I Radicali stanno tentando di dire che se Berlusconi va a casa non si risolvono i problemi del Paese», ha aggiunto, perché «tutti pensano al 14, ma nessuno dice cosa accadrà il 15».


CON QUESTO sfondo, la necessità di affrontare l’incontro, a lungo rimandato da Pannella, con Bersani. Al centro del colloquio, assicurano i due, nessun accenno al voto del 14 dicembre — che verrebbe quindi dato per scontato — ma temi cari alle battaglie radicali. Pannella scherza dopo il colloquio: «La premessa è che garantiremo il voto a Berlusconi!». E Bersani assicura: «So che ci si può non credere ma è stato un bell’incontro durante il quale non abbiamo parlato di trattative nè di altro, se non di problemi come la politica estera, la giustizia, la situazione nelle carceri». Ci sarà un seguito al confronto, dice il leader del Pd, «per vedere come si può migliorare lo stato dei rapporti».