di BRUNO RUGGIERO
— ROMA —

MAURIZIO Gasparri non lascia, raddoppia. Il capogruppo del Pdl al Senato, dopo aver dato fuoco alle polveri del «mercoledì da leoni» fra movimento studentesco e governo (domani a Palazzo Madama sarà il giorno x della riforma universitaria targata Gelmini), dai microfoni di Rai Tre si rivolge ai genitori: «Voglio fare un appello, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate». Appena 24 ore prima con una nota ufficiale aveva sollecitato arresti preventivi fra i capi della rivolta. «L’unico vero potenziale assassino è Gasparri, è un assassino della democrazia», replica con il suo stile inconfondibile il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. E, con toni diversi, il fuoco di sbarramento viene da tutta l’opposizione, mentre la maggioranza fa quadrato sulla sostanza del discorso di Gasparri («non pensa di criminalizzare i movimenti»). Ma sulla tensione che monta pericolosamente ora interviene il Presidente della Repubblica in persona.


«LA PROTESTA pacifica, benché spesso sviata da inammissibili violenze, di tanti cittadini nelle strade delle nostre capitali, è la spia di un malessere che le democrazie non possono ignorare», dice Giorgio Napolitano incontrando il Corpo diplomatico, con un occhio a quanto accade di questi tempi in tutta Europa, da Parigi a Londra, da Atene a Bruxelles. Parole subito apprezzate da Gianfranco Fini e da Fli. «La classe politica deve occuparsi dei giovani che esprimono timore per il domani — commenta il presidente della Camera —. Tutto si può fare tranne che spegnere la speranza dei giovani in un avvenire migliore». Il premier Berlusconi sottolinea piuttosto il fatto che «la riforma è a favore degli studenti, i costi per loro non aumentano affatto: non riesco a capire queste manifestazioni». Proprio nel tradizionale incontro prenatalizio al Quirinale, Napolitano aveva precisato il suo pensiero: «E’ dunque necessario e urgente cercare, e aprire, nuovi canali di comunicazione e di scambio con le nuove generazioni. Invitando al tempo stesso i giovani che esercitano il diritto di riunirsi, manifestare, protestare, a stare in guardia, a tenere fermamente le distanze da gruppi portatori di una intollerabile illegalità e violenza distruttiva, foriere di sconfitte per le forze giovanili e di drammatico danno per la democrazia».


INTANTO l’aula del Senato respinge (con l’astensione dell’Udc) le pregiudiziali di incostituzionalità del disegno di legge Gelmini, mentre la stessa ministra riconosce che il suo testo «non è la panacea di tutti mali» e sembra lasciare una porta aperta al dialogo parlamentare: «Può essere migliorato e affinato». Quanto alle nuove proteste annunciate dagli studenti, Mariastella Gelmini aggiunge di capire «che ci siano tensioni sociali a prescindere dal ddl, ma invito i ragazzi a non farsi strumentalizzare». Pronta la replica degli studenti che annunciano: «Manifesteremo il nostro dissenso a Napolitano».