— ROMA —
LA LINEA è chiara. Serve un ‘patto costituente’ che vada da Casini a Vendola. E chi non lo capisce «si assume la responsabilità di condannare il Paese ad un altro decennio di berlusconismo». Come dire, un comportamento da irresponsabili, per chi sta all’opposizione e vuol tornare al potere..
Tira dritto Pier Luigi Bersani, mena fedenti a Berlusconi («è peggio di Kim Il Sung», il dittatore comunista coreano) difendendo Consulta e Costituzione, ma ieri ha parlato soprattutto al suo popolo. Sa bene che una parte del Pd non digerisce l’apertura al Terzo Polo, ma lui vede nell’unione delle opposizioni l’unica vera prospettiva di sconfiggere Berlusconi, almeno stante l’attuale legge elettorale. Pragmatismo emiliano in salsa Pd? Nella conferenza stampa di fine anno, il segretario Pd chiede che «tutte le forze di opposizione mettano in secondo piano traiettorie di partito e traiettorie personali e discutano di come entrare nel nuovo decennio».



IL RIFERIMENTO è ovviamente a Niki Vendola al quale chiede «generosità» perchè «di fronte al rischio di una nuova stagione berlusconiana la responsabilità più grossa se la prende non chi lavora per allargare il campo ma chi lavora per restringerlo», come nei fatti sarebbe con una leadership vendoliana che taglierebbe fuori le speranze di aggregare il terzo polo in una Santa Alleanza Anticav.
Ma il Terzo Polo vuole lo stesso che vuole Bersani? «Non lo so, è un soggetto in evoluzione — risponde il segretario — e sia chiaro che noi non siamo interessati a chi pensa di lavorare per il centrodestra. Ma se lavorasse in una prospettiva di centro e guardasse a fare le riforme istituzionali e alcune cose serie nel campo dell’economia e del lavoro, a creare una repubblica di tipo europeo, allora...». Allora una alleanza si può fare.
E già che c’è Bersani lancia un messaggio anche a Casini: «A gennaio — dice — la Lega e la campagna acquisti decideranno l’esito della legislatura. Oltre gennaio noi diciano una cosa: Berlusconi non tratta, compra. E se qualcuno pensa di costruire il Terzo Polo per avere un potere di condizionamento, fa un calcolo illusorio». Casini è avverito, e pure Fini. Ma il leader dell’Udc rimarca ancora la sua distanza da Idv e Vendola.
Quanto ai suoi, Bersani promette in direzione nazionale quel confronto sinora mancato e risponde così all’intervista di Veltroni: «La nostra linea non è fatta di tatticismi nè è politicista ma dobbiamo uscire da un decennio di favole». E per farlo, fa capire Bersani, occorre ‘sporcarsi le mani’ facendo fronte e massa anche con chi ha ben poco in comune con il dna Pd. Fossero anche gli ex missini ed ex An di Fini. Quanto alla vocazione maggioritaria veltroniana, la liquida rovesciandone il senso: «Per me vuol, dire che siamo un fratello maggiore». Coalizione ampia quindi, con il Pd (spera Bersani) impegnato nel tentare l’alchimia d’unire i diversi, piegandone le opposte pulsioni al supremo fine antiberlusconiamo.



Alessandro Farruggia