— CITTÀ DEL VATICANO —
NATALE di sangue in Nigeria, dove le tensioni tra cristiani e musulmani sono esplose di nuovo lasciando sul terreno decine di morti. Ma anche nelle Filippine i cristiani sono nel mirino. E il Papa, che già nella benedizione Urbi et Orbi di Natale aveva denunciato le persecuzioni anti-cristiane, ieri è tornato a fare appello alla pace.
«Ho appreso con grande tristezza — ha detto Benedetto XVI all’
Angelus domenicale di Santo Stefano — l’attentato in una chiesa cattolica nelle Filippine, mentre si celebravano i riti del giorno di Natale, come pure l’attacco a chiese cristiane in Nigeria. La terra — ha aggiunto il Papa — si è macchiata ancora di sangue in altre parti del mondo come in Pakistan. Desidero esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di queste assurde violenze, e ripeto ancora una volta l’appello ad abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle care popolazioni sicurezza e serenità».
A Jos, nel centro della Nigeria, ieri sono state date alle fiamme diverse abitazioni. La polizia ha registrato un morto. La sera della vigilia di Natale, una serie di esplosioni contro case e chiese ha causato numerose vittime. Almeno 32 i morti e oltre 70 i feriti, ma il bilancio potrebbe essere provvisorio. Già nei mesi scorsi la zona è stata teatro di scontri interetnici e interreligiosi che hanno causato centinaia di morti. Altre 6 persone, tra le quali un prete, sono invece rimaste uccise durante la messa di Natale in attacchi contro due chiese di Maiduguri, nel nord-est del Paese.
Fortemente preoccupato per i «gravi episodi di intolleranza religiosa» il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha ribadito «l’impegno italiano a favore della libertà di culto e della tolleranza religiosa». La Farnesina convocherà a breve l’ambasciatore nigeriano a Roma per esortare le autorità di Abuja ad agire per frenare le violenze.



DIETRO
il motivo religioso si celano, in realtà, ragioni politiche, etniche ed economiche. Il prossimo 13 gennaio, in particolare, si svolgeranno le primarie del Partito Democratico del Popolo, al potere da anni. Il patto che regge la formazione vuole che la leadership ruoti ogni due mandati tra i musulmani del nord e i cristiani del sud, ma ora l’accordo rischia di saltare dopo che l’attuale presidente, il cristiano Goodluck Jonathan, è andato al potere in seguito alla prematura morte del musulmano Umaru Yar’Adua.
Il Papa, da parte sua, è preoccupato dal dilagare delle violenze anti-cristiane in giro per il mondo. I cristiani, ha detto di recente, sono oggi «il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede».

Iacopo Scaramuzzi